Archivio mensile:novembre 2012

GNOCCHETTI DI PANE E/O CANEDERLI

La ricetta è una di quelle che facevano in casa quando avanzava del pane, ora io l’ho ripresa, con una piccola modifica e l’ho preparata.

Ma mentre preparavo gli gnocchetti, mi è venuto in mente che avrei potuto utilizzare un po’ della pasta per provare a fare dei canederli. Chissà cosa viene fuori, mi sono detta ed invece sono venuti buoni.

Ho messo in congelatore gli gnocchetti e oggi ho preparato i canederli.

Ho scoperto delle cose interessanti sui canederli, ad esempio che si tratta di un piatto che, nella cucina contadina, permetteva il riciclo del cibo avanzato, e la ricetta è molto antica. Addirittura una prima rappresentazione di “Knödel” si trova in un affresco nella cappella di Castel d’Appiano, in provincia di Bolzano, risalente attorno al 1180.

I canederli o Knödel dal ted. Knot (nodo, grumo)  sono un primo piatto tipico della cucina tedesca sudorientale, austriaca, ceco, slovacca, trentina ed altoatesina. Mentre nella cucina tedesca questi grossi gnocchi sono molto diffusi con uno sterminato numero di varianti , nella cucina italiana sono presenti unicamente nelle cucine regionali del Trentino Altoadige,  del Friuli e del Bellunese.

Ci sono i  Canederli salati”

il cui impasto è composto da cubetti di pane raffermo, o polenta di grano saraceno, latte, uova, insaporito con aggiunta di speck o pancetta, formaggio  e prezzemolo.

Poi ci sono i “ Canederli dolci” :

Stessa forma (grossa palla) ma ricetta completamente diversa per i canederli di albicocche o di prugne, si prepara lo stesso impasto che si usa per fare gli gnocchi, e lo si stende formando una sfoglia dello spessore di circa un centimetro. Le albicocche (o le prugne) vengono private del nocciolo, e nella cavità rimasta si aggiunge un po’ di zucchero  e, talvolta cannella o chiodi di garofano. A parte abbrustolire pane grattugiato assieme a burro zucchero e cannella, finché lo zucchero non caramella. Quindi i frutti, preparati come sopra, vengono avvolti nella sfoglia, formando delle palline di 5/7 cm. Vengono lessati, e, a cottura ultimata, rotolati nel pan grattato precedentemente preparato.

ecco qui gli ingredienti:  (mie modifiche in rosso)  per l’impasto

  • 500 gr di pane raffermo tritato grossolanamente
  • 3 uova
  • 100 gr di farina (integrale)
  • latte quanto basta
  • sale e noce moscata

per i canederli:

  • per il ripieno: pezzetti di prosciutto crudo, di asiago e foglie di prezzemolo, tutto tritato insieme.
  • per il condimento
  • la mia passata di pomodoro
  • foglie di salvia fresche del giardino
  • olio
  • brodo con dado vegetale di Ecocucina
  • aglio

Ho ammorbidito il pane nel latte, poi con una forchetta ho amalgamato bene ed unito le uova, la farina, il sale e la noce moscata. Bisogna ottenere un composto omogeneo, al limite si può aggiungere ancora un po’ di farina.

Sul tagliere ho rovesciato l’impasto, formato una palla e da una parte di questa ho formato dei rotolini che poi ho tagliato a tocchetti e, mediante l’apposito attrezzino, ho trasformato in gnocchetti.

Li ho messi sulle retine (home made by Mauro) e li ho messi da parte.

Con l’altro pezzo di pasta ho formato delle palline, ho messo all’interno il ripieno e le ho ben chiuse.

Poi ho preparato il brodo, perchè preferisco cuocerli così, restano più saporiti.

Nel frattempo ho messo a scaldare l’olio con l’aglio che, appena colorito ho tolto, poi ho aggiunto la passata di pomodoro, poco sale e alla fine la salvia.

Ho fatto cuocere i canederli nel brodo, li ho scolati e conditi con il sugo.

Una buona spruzzata di parmigiano e un buon bicchiere di vino Teroldego per accompagnarli hanno completato “l’opera”.

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MUFFINS AL TONNOLIVE

Ma cosa sono i “muffins”?

La parola muffin viene citata per la prima volta in Inghilterra nel 1703 con la scrittura “moofin“. Qualcuno vuole derivato il termine dal francese mouflet, che significa soffice inteso come il pane, altri vogliono far derivare la parola dal tedesco muffen che significa piccole torte perché all’origine si trattava di piccole torte. Le prime versioni di muffin erano meno nobili. Il fornaio di famiglia inizialmente cucinava i muffin per la servitù con i rimasugli del pane del giorno prima e dei rimasugli di lavorazione di biscotti, mescolando il tutto con delle patate schiacciate. Il tutto veniva fritto facendo divenire il composto così ottenuto in muffin leggeri e croccanti. Questo preparato venne scoperto dai padroni dell’epoca facendo divenire questo composto in pietanza preferita per l’ora del tè. 

Il  muffin si distingue nella preparazione da altri tipi di cake o tortini perché nel procedimento è sempre prevista la preparazione di 2 composti: uno con gli ingredienti in polvere (farina, bicarbonato di sodio, lievito chimico e, se la ricetta lo prevede, anche il cacao o spezie varie), e un composto a base di ingredienti umidi (latte, burro fuso o olio di semi, uova e, a volte yogurt) per quel che riguarda lo zucchero può essere messo sia nel composto in polvere sia in quello umido. Dopodiché si amalgamano questi 2 composti. Una volta amalgamati si versano in pirottini di carta posti in uno stampo per muffins.

LE REGOLE D’ORO DI UN BUON MUFFIN

Le polveri devono essere ben mescolate e così anche i liquidi. I 2 composti devono essere amalgamati insieme velocemente e assolutamente senza mescolare troppo, deve risultare un impasto molto grumoso (saranno proprio questi grumi che renderanno il muffin morbido).

Il muffin inglese si  distingue dal muffin americano dal tipo di lievitazione. Il muffin americano lievita con il lievito chimico, quello inglese lievita con il lievito di birra, gli esperti di chimica o di pasticceria affermano che sono due lievitazioni molto diverse.  (da Wikipedia)

Questa è una ricetta dal mio ricettario Tupper.. con alcune modifiche. Tonnolive perchè mi piace molto l’abbinamento, sono dei bocconcini adatti anche come food finger, caldi o freddi, come antipasto o sfiziosità.

Ingredienti: (in rosso le mie modifiche)

  • 200 gr di tonno sott’olio (sgocciolato)
  • 100 gr di olive verdi denocciolate – olive nere perchè danno colore
  • 200 ml di panna – 150 di panna e 100 di latte
  • 4 uova
  • 50 gr farina bianca – 40 gr farina bianca e 40 di maizena
  • 2 filetti di acciuga sott’olio
  • sale e pepe
  • 60 ml di concentrato di pomodoro  – omesso

Tritare grossolanamente le olive e le acciughe insieme, poi in una ciotola mettere tutti gli ingredienti nell’ordine indicato. Miscelare accuratamente in modo da ottenere un impasto morbido.

Con una spatola inserite il composto negli stampi da muffins e cuocere per circa 15 min in forno preriscaldato a 200°.

Sono deliziosi anche freddi e poi si possono anche congelare.

 

POLLO NASCOSTO

Non ho mai amato molto il pollo e allora mia nonna, sempre lei, la mia indimenticabile nonna, per farmelo mangiare mi diceva, d’accordo, allora te lo faccio coperto, così non lo vedi.

Mi sono ricordata della sua ricetta ed oggi l’ho preparato, in rosso le mie modifiche.

INGREDIENTI

  • 5 sopracosce di pollo
  • passata di pomodoro (fatta da me)
  • olive – foggiane fresche messe sott’olio da me
  • farina per infarinare
  • sale  (salamoia bolognese)
  • olio

Infarinare le sopracosce e farle rosolare nell’olio a fuoco vivace.

Aggiungere poi la passata di pomodoro, le olive e il sale, lasciare rapprendere un po’ e poi incoperchiare e abbassare la fiamma.

Dopo circa 20 minuti sono pronte, io le ho servite con del purè, ma vanno bene anche accompagnate dalla polenta, oppure si può preparare del riso in bianco ed accostarlo al pollo nel piatto.

Sì lo so, è una ricetta semplice, ma la preparava mia nonna già quando era giovane lei. Quindi oltre che buona, per me è infarcita di bei ricordi.

Contest Visual Food

Ho partecipato al contest di Visual Food con il sito “Che chef” con il mio centrotavola IKEBANA.

Questa volta non ho vinto, ma la Sig.ra Loccisano di Visual Food ha tenuto a sottolineare che la mia composizione è stata la sua seconda creazione preferita. E questa per me è una grande soddisfazione veder riconosciuto il mio lavoro e mi sprona a continuare a creare con frutta e verdura secondo le regole dell’Ikebana.

Voglio qui ringraziare anche tutti gli amici che mi hanno votato, continuate a seguirmi, il prossimo ikebana è dedicato a voi.

LA CIAMBELLONA DI NOEMI

Ecco qua il primo capolavoro di Noemi, una delle mie bimbe (nipotina) di 13 anni e 1/2…, ma ora ne compirà tra pochi giorni 17 ed in suo onore  vi   ripropongo la sua torta, qui sul mio blog.

                            CIAMBELLONA CON GLASSA REALE

Ingredienti:

  • 400 gr di farina
  • 150 gr di burro morbido
  • 200 gr di zucchero
  • 150 gr di latte
  • 3 uova
  • scorza  di mezzo limone
  • 1 bustina di lievito
  • 1 pizzico di sale
    Mescolare le uova, lo zucchero, la scorza di limone, il  burro, il sale. Aggiungere poi la farina e il lievito.
    Versare il composto in uno stampo per ciambelle e cuocere in forno caldo a 160° per 10 min e 180° per 35 min circa.

Preparare poi la glassa per ricoprirla:

  • 250 gr di zucchero a velo
  • 1 albume
  • 20 gr di succo di limone

Sempre con il Bimby, nel boccale unire allo zucchero l’albume e il succo di limone: 20 sec. vel.6.

Glassare subito il dolce prima che si rapprenda troppo, quindi decorarlo con codette colorate.

                                               BUON COMPLEANNO – NOEMI –

per i tuoi splendidi 17 anni, belli come te che sei cresciuta e diventata più alta di me.

LASAGNE O PASTICCIO DI POLENTA?

Non so se chiamarle lasagne, perchè il procedimento è quello della lasagne bolognesi tradizionali oppure pasticcio di polenta, perchè le fette di polenta non sono perfettamente tagliate. Come potrebbe essere altrimenti se questa è una preparazione fatta con polenta avanzata, ragù avanzato, ma besciamella nuova?

Avanzato è un modo di dire, perchè quando io cucino preparo sempre una quantità superiore a noi due, poi congelo e mi trovo pronto qualunque cosa al momento. Mauro dice che cucino in quantità industriale, ma sarà un retaggio di quando avevo la famiglia numerosa tutta in casa.

Comunque sia questo è un piatto di riciclo e ne è scaturito un piatto gustoso e completo.

Ingredienti:

  • polenta avanzata
  • ragù avanzato
  • parmigiano
  • besciamella, in questo caso l’ho preparata  con mezzo litro di latte, 50 gr di farina, 25 gr di burro, sale e noce moscata.

In una casseruola ho messo uno strato sottile di besciamella, uno di polenta e uno di ragù, poi ancora polenta besciamella e formaggio, poi polenta e ragù per finire con besciamella e formaggio.

Poi in forno circa mezz’ora per far dorare la superfice.

Con questa ricetta partecipo al contest “W la polenta” del blog – E’Pronto!!! –

CONIGLIO DE’ CORTIGIANI

Riguardando i miei album delle foto, ho scovato in un viaggio in Umbria del 1988, un foglio di un programma di un evento, con la ricetta.

Io faccio sempre i miei album foto, soprattutto quelli dei viaggi, attaccando anche i vari biglietti dei treni, aerei, conti dei ristoranti o alberghi, fogli di manifestazioni e tutto quanto può ricordare in modo completo un viaggio.

Qui si strattava di un evento a Urbino, nel corso della manifestazione – il Rinascimento in cucina: “il piatto del duca” – Coniglio de’ cortigiani.

Nel 2010 è stata riproposta questa manifestazione e Daniela Storoni, consulente storico gastronomica dell’iniziativa ed esperta di gastronomia rinascimentale, spiega che: “Proporre una contesa sulla cucina rinascimentale in una città come Urbino è sicuramente una sfida interessante, un arricchimento culturale della proposta turistica enogastronomica del territorio del Montefeltro. L’obiettivo è quello di dare, per quanto è possibile, un’idea della gastronomia rinascimentale italiana. L’alta cucina del Rinascimento, si contraddistingue sia per la ricchezza degli ingredienti che per la complessità e diversità dei metodi di preparazione. I grandi cuochi del ‘500 erano rivolti alla ricerca di un sapere culinario universale. La ricerca della perfezione, del bello, dell’equilibrio, accomuna tutte le arti del Rinascimento compresa quella culinaria. Con questa iniziativa si è cercato di valorizzare la professionalità dei cuochi, chiedendo loro di cimentarsi con delle preparazioni insolite ricche di sapori speziati e agrodolci, con una forte attenzione alla qualità degli ingredienti usati”.

Questi gli ingredienti:

  • un coniglio a pezzi
  • 1 cipolla e 1 scalogno
  • 2 cucchiai di farina,
  • brodo,vino, olio
  • sale, pepe, timo e spezie varie (?), chiodi di garofano
  • 1 limone
  • qualche patata
  • prezzemolo
  • mandorle tostate

” A fuoco vivo fate dorare i pezzi di coniglio e, quando questi avranno preso colore, gettate l’olio.

Tenendo il tegame caldo, ma non sul fuoco, mescolate i pezzi di carne, il trito di cipolla e scalogno; dimenate il tutto finchè il coniglio abbia ad insaporirsi.

Rimettete sul fuoco cospargendolo di farina e solo quando questa avrà preso colore, bagnate con il brodo caldo e il vino, salate, pepate e aromatizzate con il timo e le spezie.

Fate cuocere a fuoco basso per una mezz’ora.

Dopo aver tolto i pezzi di coniglio e averli sistemati in uno scaldavivande, sgrassate il fondo, trinciate il limone in buona quantità e in fette sottii, e fate stufare in pochi minuti con l’odore dei chiodi di garofano.

Versate poi la sala sulla carne e servite ben caldo con un contorno di patate saltate nel burro e spolverate di prezzemolo.

Un tantino di mandorle tostate, tritate o portate a cottura nella salsa, ricorderà meglio il sapore antico.

Servire con vino bianco.”

Questa è la ricetta originale che ho seguito passo passo, eliminando però i chiodi di garofano (non graditi al marito) e come spezie varie ho aggiunto delle foglie di salvia, maggiorana, un pizzico di cannella  e qualche grano di ginepro.

Ho messo in una casseruola i pezzi di coniglio con dell’olio, li ho fatti dorare e poi ho messo da parte l’olio cotto (mai buttarlo nel lavandino, ma metterlo in un contenitore da portare poi all’isola ecologica).

Ho spento il fuoco ed ho aggiunto il trito di cipolle e scalogno, ho “dimenato” il tutto fino a che si è insaporito bene, poi ho aggiunto due cucchiai di farina, l’ho lasciata colorire, girando di tanto in tanto, poi ho aggiunto il vino e l’ho fatto evaporare, poi il brodo bollente, le spezie, sale e pepe, ho incoperchiato e ho cotto per mezz’ora a fuoco basso, voltando ogni tanto e aggiungendo un po’ di brodo bollente quando si asciugava troppo.

Poi ho spento, tolto il coniglio dalla pentola e al fondo ho aggiunto delle fettine di limone e delle scaglie di mandorle. Ho lasciato stufare per qualche minuto, nel frattempo, in una pentolina andiaderente ho fatto tostare altre scaglie di mandorle.

Ho preparato anche delle patate (prima bollite nel microonde) e poi fatte saltare in padella con il prezzemolo e del sale.

Alla fine ho composto il piatto, mettendo il coniglio e sopra la sua salsa, e le scaglie di mandorle tostate, accompagnato dalle patate.

Dagli apprezzamenti mi sono sentita proprio come una duchessa che ha deliziato i suoi ospiti.