Archivio mensile:agosto 2015

Oggi faccio la formica…

Faccio come lei, la formica,cioè preparo le “conserve” per l’inverno e metto tutto in dispensa o in congelatore.002

questa è una passata di fagioli.

Ho acquistato i fagioli freschi, ma siccome è stato molto caldo praticamente si sono seccati quasi tutti nel baccello ed allora li ho dovuti mettere a bagno per 24 ore, poi li ho cotti nella pentola a pressione per 30 minuti. Raffreddati li ho frullati e li ho messi nei sacchetti, poi in congelatore, pronti per essere adoperati nelle minestre, nella pasta e fagioli o, come base, per fare hamburgher e polpette.

Qui, invece abbiamo delle patatine da friggere.

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Ho pelato due chili di patate, poi le ho tagliate a bastoncino, sbollentate per tre minuti, distese su un panno ad asciugarsi e raffreddare, quindi le ho messe nei sacchetti e in congelatore. Si cuociono in padella con olio bollente, ancora congelate per circa 5 minuti, oppure messe in una teglia con un po’ d’olio e si cuociono al forno a 200° per 15 min. Sono come le patatine che si comprano surgelate, ma qui almeno so che la patata è la migliore e sana e non ci sono conservanti. Ed è subito pronta quanto si ha voglia di mangiare delle patatine fritte.

Questa è una ricetta tratta dal libro “Autoproduzione in cucina” di Lisa Casali.

Sempre con i pomodori dell’Azienda Agricola Nonna Nella, ho preparato delle salse alle erbe, pronte all’occorrenza per condire una pasta, oppure per un secondo piatto. Ho frullato i pomodori interi (buccia e semi compresi) e poi ho aggiunto delle erbe fresche della mia cassetta (origano, timo, erba cipollina, maggiorana), poi li ho sterilizzati per circa 20 min.

 

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E qui ci sono i fagioli e i ceci in barattolo, il procedimento è lo stesso di quelli frullati, solo che dopo averli messo a bagno per 24 ore, li ho cotti nella pentola a pressione per 30 minuti. Quindi li ho invasati e sterilizzati per circa 20 min.

barattoli ceci barattoli fagioli

Ma la produzione continua, devo preparare ancora il minestrone, i succhi e la pasta, le zucchine e le melanzane, ecc.

Quindi prima dell’inverno, così come la formica, avrò riempito dispensa e congelatore.

 

 

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Buon anniversario

Buon anniversario a noiiii…buon anniversario a noooiiii..e sono 35… però e siamo ancora qui e con tutte le intenzioni di andare oltre.

 

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Allora siamo andati a pranzo all’Osteria delle Sabbie, nell’oasi naturale “Le Pradine” a Mirabello (Fe).

Si respira un’atmosfera serena e conviviale in questa osteria situata all’interno della splendida Oasi naturale delle Pradine; sale rustiche ed eleganti allo stesso tempo, soppalco riservato ai piccoli gruppi, tavoli e soffitti in legno e la peculiarità e il vanto dell’Osteria è l’Antico Condimento (saba acetificata) di Cristoforo da Messisbugo, cuoco alla corte degli Estensi, valorizzata in molti piatti proposti, provata e veramente ottima e particolare.

L’Osteria delle Sabbie 1731 deve il suo nome alla storica rotta del Reno a Mirabello di quell’anno, la maggiore che la storia ricordi (4,70 m sullo zero igrometrico) e che ha sommerso molti paesi della bassa.

Ci siamo trovati in un’atmosfera tranquilla, il titolare è molto gentile e si è soffermatoa parlare con noi, di cucina, di storia del locale e poi ci ha proposto il menù, che comprende piatti tradizionali (la classica pasta fatta in casa) ed altri di pesce, molto particolari.

Siccome a me piace andare “a mangiare fuori” per trovare qualche cosa di speciale ecco che qui ho trovato quello che cercavo. Abbiamo cominciato con una buona insalata, composta come si deve, cioè con insalata verde e una verdura “di sotto” e una ” di sopra”, vale a dire che l’insalata deve essere composta da una verdura verde, una che cresce sotto terra (carote) e una che cresce sopra (pomodori) per essere ben equilibrata.

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come antipasti: salmone marinato con arance e germogli, veramente particolare e delicato,

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poi polipo con canellini e pesto leggero di basilico, purtroppo senza aglio, ma al ristorante non tutti lo gradiscono.

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poi io ho assaggiato le lasagnette aperte di farina di canapa con una fricassea di seppie su un letto di crema di piselli.

Molto particolari anche perchè hanno usato le classiche seppie con piselli rivisitate in una composizione di lasagnette.

La farina di canapa mischiata con un poco di farina 0 è ottima. I semi di canapa sono composti per un quarto da elementi proteici, in una combinazione unica rispetto a gran parte degli alimenti vegetali. Essi contengono infatti tutti gli aminoacidi essenziali per la sintesi delle proteine. Gli aminoacidi rappresentano gli elementi a partire dai quali il nostro organismo è in grado di produrre le proteine necessarie al proprio funzionamento. Per questo motivo, i semi di canapa sono considerati come un alimento completo dal punto di vista proteico.

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poi è arrivato un fritto misto, veramente croccante, servito con patate al forno.

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e per finire non poteva mancare il dolce, un semifreddo al caffè, abbastanza buono, mancava un sapore un po’ più accentuato.

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e una zuppa inglese preparata al momento, diversa da quella tradizionale.

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Tutto innaffiato da un morbido Chardonnay.

Ed anche se il nostro anniversario sarà domani (24/8) noi cominciamo a fasteggiarlo un giorno prima e finiamo un giorno dopo.

Per quanto riguarda la mia votazione all’Osteria delle Sabbie dò 4/5, più che altro per l’atmosfera, la pulizia e la cortesia, perchè sarebbe da migliorare la qualità dei dolci, più varietà, anche se capisco che siamo in agosto. Mentre il resto del cibo è molto buono e ben presentato.

 

 

 

 

 

 

…e dopo le crescentine…

La sera prima crescentine a volontà, con un affettato misto buonissimo, formaggio, cipolline fatte in casa, zuppa inglese e fiordilatte……ma il caffè era rigorosamente d’orzo…

(foto del Ristorante bolognese)

E oggi? Verdura, ma preparata seguendo il mio libro che è diventato una vera miniera di idee, il libro è “La nuova cucina integrale” di Rita Bernardi.

Cominciamo con ” insalata variopinta di zucchine”

Ingredienti:

  • 3 zucchine
  • 1 cipolla rossa
  • insalata verde
  • 3 pomodori
  • 4 cucchiai di semi di girasole
  • sale alle erbe
  •  maggiorana fresca
  •  succo di limone
  • aceto – olio

Ho tagliato le zucchine a fette e la cipolla tagliata ad anelli e le ho rosolate in poco olio, quindi le ho fatte raffreddare in un piatto. Dopo aver lavato e centrifugato l’insalata, l’ho fatta a pezzettini e messa in una ciotola, lo stesso con i pomodori che ho unito all’insalata. Poi ho aggiunto le zucchine e le cipolle, ho tostato brevemente, senza olio, i semi di girasole in una padellina.  Ho insaporito con i restanti ingredienti ed ho cosparso i semi. Molto presentabile, ma soprattutto gustosa ed una piacevole scoperta l’abbinamento cotto, crudo.

insalata cotta cruda

Per poi proseguire con “Porri al gorgonzola”

Ingredienti:

  • 300 gr di porri (anche la parte verde)
  • 100 gr di gorgonzola
  • senape
  • olio

Ho tagliato a pezzetti i porri e li ho messi dieci minuti in microonde, poi li ho messi in una padella con un poco d’olio, sopra a dadini il gorgonzola e ho spalmato un po’ di senape. Chiuso con il coperchio fino a che il formaggio si è sciolto.

Dolci quanto basta e saporiti…pure, veramente buoni.

porri gorgonzola2

E per finire, pesche a pezzetti cotte in acqua, due pezzetti di stecca di vaniglia e miele. La foto non c’è, perchè se le era già mangiate.

Ma è un’idea per “finire” la frutta quando ne rimane poca o bisogna tagliarla in due perchè se ne sta andando.

Direi che le crescentine sono un ricordo, bello, ma un po’ pesante e spero di aver equilibrato il tutto oggi a pranzo.

Gnocchetti di pane e bietole

Sapete quando ci sono delle bietole che piangono nel frigo e il pane secco esce dal contenitore? Bene, io ho bollito le bietole, gambi compresi, e ho tritato il pane secco e  ho preparato questi gnocchetti di pane e bietole. Poi conditi con i semi tostati, sono stati una bella novità.

Ingredienti:

  • 500 gr di pane raffermo
  • bietole del frigo, circa 400 gr
  • 2 uova
  • 1 bicchiere di latte
  • 100 gr di farina integrale
  • semi di sesamo e di girasole
  • parmigiano grattugiato
  • sale alle erbe
  • burro

Ho bollito le bietole per 8 minuti in microonde, poi le ho scolate tenendo da parte l’acqua di cottura. Ho tritato il pane raffermo e messo in una ciotola coprendolo con il latte.Ho tritato le bietole e le ho aggiunte all’impasto di pane e latte, poi ho aggiunto le uova e la farina e infine un po’ di sale.

Ho mescolato bene il tutto fino a renderlo liscio e compatto, poi ne ho fatto dei rotolini che ho tagliato a pezzetti e li ho messi sulle retine,

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intanto ho messo a bollire dell’acqua alla quale ho aggiunto l’acqua di cottura delle bietole, perchè io cerco sempre di riciclare l’acqua delle verdure, contengono molti elementi della verdura stessa. Appena preso il bollore ho messo gli gnocchetti in pentola, calcolando circa tre minuti, cioè appena sono venuti a galla li ho tolti.

Poi in una padella ho messo a tostare leggermente i semi di sesamo e di girasole, quindi ho aggiunto gli gnocchetti e fatti saltare, infine nel piatto con un po’ di burro fuso e parmigiano.

Buoni, riciclosi, nutrienti.

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Penso che la prossima volta, aggiungendo dello speck tagliato a pezzetti e un po’ di prezzemolo ne posso fare dei canederli…..

 

 

Andiamo in Val di Solda

Solda è una frazione del comune di Stelvio, Val Venosta, in provincia di Bolzano, a 1.906 m s.l.m.

Il centro di Solda

La località, nota come stazione turistica invernale ed estiva, è posizionata ai piedi del massiccio montuoso dell’Ortles-Cevedale, grazie alla sua posizione, Solda fa della sua altitudine una delle più vantaggiose caratteristiche. A cominciare dal microclima presente in questa località. Qui le Alpi Orientali (il cui massiccio più alto è proprio l’Ortles che domina il paese) bloccano le correnti d’aria provenienti dalla Pianura Padana, favorendo quindi aria asciutta e pura. Si verifica così una favorevole condizione climatica per quanti soffrono di allergie, asma bronchiale e disturbi dermatologici. 

Solda copre buona parte del fabbisogno energetico con la propria centrale idroelettrica alimentata esclusivamente dall’acqua dell’Ortles. Il 93% degli edifici a Solda sono collegati alla centrale di teleriscaldamento a biomassa, un ulteriore risparmio energetico che riduce al minimo l’inquinamento da polveri sottili.

Salendo si trova, al termine della valle, una cerchia di altissime cime – Ortles m. 3905 -Monte zebrù – Gran Zebrù m 3851 – Punta Mandriccio – Cima Vertana, e grandiosi ghiacciai

foto M.Tonelli

Una curiosità della valle è che Reinhold Messner, noto al grande pubblico per essere stato il primo alpinista al mondo ad aver scalato tutte le quattordici cime del pianeta che superano gli 8000 metri  spesso da versanti o in condizioni di eccezionale difficoltà, porta, ogni anno, all’alpeggio  la sua mandria di yak, composta da circa 18 capi adulti e 5 cuccioli oltre naturalmente al toro dominante di due anni di età circa chiamato Pirlo, dalla stazione a valle di Solda sino al Madriccio, dove gli yak trovano le condizioni più adatte alla loro natura.
Gli yak sono arrivati a Solda dal Tibet nel dicembre del 1985, quando il re degli ottomila era impegnato in una spedizione invernale sull’Himalaya durante la quale proprio gli yak venivano impiegati per portare provviste e legna al campo base. Da qui l’idea di trapiantare a Solda alcuni esemplari di questi imponenti bovini. Il loro habitat naturale è l’alta montagna dove possono raggiungere zone off limit per altri bovini. Alla prima nevicata scendono da soli a valle sino alla loro stalla.

Abbiamo trovato una giornata limpida e meravigliosa ed allora tentiamo di andare più in alto possibile….come gli yak, ma con la funivia, altro test per il mio P.M., visto che dai 1900 m. di Solda si passa ai 2573 m. del Rifugio Milano, situato vicino alla stazione di arrivo della funivia.

La funivia della val di Solda è la più grande funivia del mondo, è attrezzata con 4 cabine con posti per 110 persone ognuna.  La capacità massima è di 440 persone. E’ un miracolo di ingegneria ed è molto bella a vedersi.

stazione d’arrivo della funivia e sullo sfondo il rifugio Città di Milano.

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percorso tranquillo, sopra ai pini, in vista delle montagne sempre più vicine e la valle sempre più lontana.

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Una volta arrivati in cima, lo spettacolo che si è presentato è stato a dir poco, grandioso.

Non sembra ci sia una stella cadente?

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ali di nuvole

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ghiacciaio

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Allora abbiamo deciso di fare quattro passi, tanto il sentiero è largo e praticabile.

ma quelle montagne non sono uno spettacolo che ti riempie l’anima?

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Uomo delle nevi? No, semplicemente, con aria noncurante, si stava pulendo la suola degli scarponi, lì ci passano, nonostante l’altezza, anche le capre, le pecore e gli yak di Messner……….

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pecorelle (incredibile)

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discorso alla montagna

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Gran Zebrù (ma che cielo c’era….)

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devo trascrivere la leggenda legata a questa montagna, (Wikipedia)

La montagna, situata esattamente sul confine tra la Valtellina e il Tirolo, e quindi tra la Lombardia e l’Alto Adige, ha due nomi che si affiancano nella cartografia ufficiale, uno insubre (una varietà della lingua lombarda), poi adottato anche in italiano (Gran Zebrù) e uno tedesco (Königsspitze, che significa cima del Re).

I due nomi, che apparentemente non danno adito a nessuna correlazione tra di essi, sono in realtà legati da una leggenda che affonda le sue origini sino al medioevo, che parla appunto di un sovrano, Johannes Zebrusius, chiamato “il Gran Zebrù”, feudatario nel XII secolo della Gera d’Adda (territorio realmente esistente, oggi in provincia di Bergamo). Johannes si innamorò (ricambiato) di Armelinda, figlia di un castellano del Lario, il quale però si opponeva alla loro relazione. Al fine di fare colpo agli occhi del padre di lei e convincerlo a dargli la figlia in sposa, Johannes prese parte a una crociata in Terrasanta, rimanendovi per quattro anni.

Al suo ritorno però ebbe una sgradita sorpresa: il padre di Armelinda non solo non aveva cambiato parere, ma addirittura aveva concesso in sposa la figlia a un nobile milanese. Costernato e depresso Zebrusius decise di abbandonare il suo feudo e l’arte della guerra e recarsi in montagna, dove avrebbe vissuto da eremita, scegliendo come dimora la val Zebrù, dominata dalla montagna. Lì visse in solitudine per trent’anni  cercando di dimenticare il passato con la meditazione e la preghiera, e un giorno quando sentì che stava giungendo la sua ora si sdraiò su un tronco collegato a un congegno di sua invenzione, che fece precipitare sul suo corpo un grande masso bianco, sul quale egli aveva precedentemente inciso “Joan(nes) Zebru(sius) a.d. MCCVII”. Tale masso è visibile ancora oggi, al limite inferiore del Ghiacciaio della Miniera.

Lo spirito del sovrano, purificato dal dolore e da anni di privazioni, salì sino sulla vetta della montagna che divenne il castello degli spiriti meritevoli, del quale l’anima di Zebrusius è il re

Il rifugio Città di Milano, 2581 m. si trova al centro dell’anfiteatro naturale formato dalla testata della Valle di Solda,

Raggiunto dalla Funivia Solda, è un punto di partenza privilegiato per numerose ascensioni e traversate e soprattutto per lo scialpinismo.

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Gran Zebrù, Monte Zebrù, Ortles –

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Il Monte Zebrù è il meno frequentato e più selvaggio monte della catena Ortles – Zebrù perché di scomodo accesso dal versante sud, faticoso e lungo ghiacciai con crepacci ed ancora più lungo e difficile approccio dal versante nord lungo creste di rocce friabili e ghiacciai pensili, inoltre soffre della rivalità dei suoi due vicini. Ci sono quattro itinerari per la salita alla vetta, mentre gli altri itinerari alla montagna sono stati abbandonati a causa della friabilità della roccia e quindi degli elevati pericoli oggettivi, anche a causa della riduzione del manto glaciale degli ultimi tempi.

A destra l’arrivo della funivia Solda, a sinistra il rifugio Città di Milano.

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neppure così arrivo in cima….ma ci provo… ma che splendida giornata in montagna, difficile trovare del cielo così limpido.

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…e dopo aver camminato per un po’, è ora di mangiare qualcosa. Siccome a noi piace scoprire i sapori locali,  (diciamo così, anche, ma vogliamo stare comodi… ) ecco che mettiamo le gambe sotto al tavolo, qui nel self service dell’arrivo della funivia.

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cominciamo con la “solita insalata”, così colorata e così invitante.

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ah, questa poi….wursteln nella minestrina in brodo…curiosa, io provo, nella minestra di tagliolini e prezzemolo i wurteln ci stanno benissimo.

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si mangia tutto più volentieri con uno spettacolo così alla finestra.

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e gli immancabili canederli, che io adoro in qualunque modo siano fatti

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così come non può mancare il tagliere di speck, il formagggio di malga e i gustosi cetriolini alle erbe, tutto accompagnato dal pane di segale.

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ed ora rifocillati ci godiamo il sole, circondati dalle montagne e dai ghiacciai, respirando l’aria pulita e cristal……ma perchè quello dietro fuma? Acc. dovrebbero vietargli di essere qui.

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Poi, visto che il sole scotta, ma scotta riprendiamo la funivia, moderna, grandissima e confortevole per rientrare a valle, ripromettendoci che l’anno prossimo ci piacerebbe fare o la salita o la discesa a piedi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Bucatini alla crema di ceci

Il cece (Cicer arietinum L.) è una pianta erbacea della famiglia delle Fabaceae i semi di questa pianta sono i ceci.

Il nome deriva dal latino cicer. Il cognome di Cicerone discendeva da un suo antenato che aveva una caratteristica verruca a forma di cece sul naso. Il nome specifico arietinum si riferisce invece alla somiglianza che hanno i semi con il profilo della testa di un ariete.

È stata una delle prime colture domesticate; il cece coltivato deriva da forme selvatiche del genere Cicer, probabilmente da Cicer reticulatum. Le specie selvatiche si sono originate probabilmente in Turchia, mentre le prime testimonianze archeologiche della coltivazione del cece risalgono all’età del bronzo e sono state rinvenute in Iraq; i ceci si diffusero in tutto il mondo antico: antico Egitto, Grecia antica, Impero romano.

Il cece è la terza leguminosa per produzione mondiale, dopo la soia e il fagiolo; la coltivazione avviene principalmente in India e Pakistan. In Italia la coltivazione non è molto diffusa a causa delle basse rese e della scarsa richiesta; viene consumato principalmente nelle regioni meridionali insieme con la pasta e in Liguria, dove piatti tipici a base di ceci sono la farinata e la panissa. Ma se ne dovrebbero consumare di più perchè sono un’ottima fonte proteica. Fanno bene al fegato, al  sistema cardiovascolare, all’ intestino, al  cuoio capelluto, agli occhi, alla circolazione sanguigna.

(da Cure naturali.it) Essendo molto ricchi di fibre aiutano quindi a regolarizzare l’intestino. Grazie al loro contenuto di acidi grassi omega 3 sono validi alleati del sistema cardiovascolare; contribuiscono, infatti, a controllare la pressione arteriosa e ad aumentare i valori del colesterolo cosiddetto buono,  riducendo i livelli di LDL, il colesterolo cattivo.

I ceci contengono, inoltre, molti sali minerali, tra cui soprattutto magnesio, calcio, fosforo e potassio e una buona quota di vitamine C e vitamine del gruppo B. Hanno, infine, molte proteine; 100 grammi di ceci contengono quasi 9 grammi di proteine, ma  non contengono glutine e sono quindi indicati anche per chi soffre di celiachia.

Si può usare la farina di ceci, mescolata a quella di grano duro, per preparare la pasta, oppure da sola per preparare la Farinata ligure.

Oggi io ho preparato i bucatini alla crema di ceci, veramente buoni, Mauro ha chiesto se era un ragù di pollo…….

INGREDIENTI:

  • 250 gr di ceci lessati
  • 200 gr di salsa di pomodoro (la mia)
  • 2 spicchi di aglio
  •  erba cipollina
  •  sale/pepe
  • olio di oliva
  • 160 gr di bucatini

Prima di tutto ho messo in ammollo i ceci per circa 24 ore, poi li ho fatti cuocere in pentola a pressione per 25 minuti, quindi li ho frullati fino ad ottenerne una crema.

Ho fatto poi imbiondire l’aglio in padella con dell’olio ed ho unito la crema di ceci e ho spento il gas dopo 5 minuti.

Nel frattempo ho cotto la pasta, scolata e quindi messa nella padella, ho aggiunto il pomodoro,  sale e pepe e dell’erba cipollina tagliata sottile, mescolato e servito, aggiungendo nel piatto un po’ di olio al peperonciano (il mio), visto che i ceci sono leggermente dolci.

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E’ un piatto completo, in quanto i ceci (legumi) si accompagnano alla pasta (carboidrati) per equilibrare il giusto apporto di proteine. I legumi contengono proteine vegetali, che non sostituiscono le proteine della carne, ma sicuramente fanno meglio. In fondo se i legumi erano chiamati “la carne dei poveri”, un motivo ci sarà.

 

 

 

 

Alla sagra dell’aglio

Serata alla sagra dell’Aglio di Voghiera, tra divertimenti, mangiate, degustazioni varie e giro dei banchetti con tutto e di più.

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Voghiera (Fe), da non confondere con Voghera (Pv), è un paese in provincia di Ferrara, conosciuto soprattutto per la produzione di aglio. Fin dall’epoca degli Estensi, infatti, signori di Ferrara dal 1288 al 1598, l’area dell’antica Voghenza, oggi Voghiera, è destinata alla coltivazione di piante da orto, erbe aromatiche e soprattutto aglio. Dopo la fine della dominazione estense, i proprietari della zona che avevano apprezzato il valore e la qualità di queste fertili terre, un tempo situate lungo il corso del fiume Po, hanno portato avanti la coltivazione dell’aglio che si è mantenuta fino ai nostri giorni. Grazie al suolo leggero, con sabbie di origini fluviali, argilloso e limoso, che favorisce l’equilibrio tra qualità e aromaticità, le caratteristiche organolettiche dell’Aglio di Voghiera Dop sono insuperabili e lo distinguono, fin dal primo assaggio, da ogni altro tipo di aglio.

In questo territorio deltizio, situato tra Ferrara e le Valli di Comacchio,  Voghiera e Voghenza si fronteggiavano sulle sponde del  Po-Eridano in corrispondenza della grande isola fluviale che ancor oggi è perfettamente  identificabile nel parco della storica villa Massari-Mazzoni (XVIII sec.). La favorevole posizione sulla via d’acqua ha facilitato le comunicazioni ed  il commercio dei prodotti di questa terra, quindi Niccolò III, Marchese d’Este, scelse questo territorio  per costruire la residenza estiva della Corte nel 1436, Chiamata “La Delizia di Belriguardo”

La Delizia di Belriguardo è una d elle 19 prestigiose residenze (chiamate delizie) degli Este

Purtroppo dopo gli Estensi, la Delizia subì un totale abbandono , poco è rimasto dello splendore del palazzo, se non una camera con affreschi, ma oggi il luogo viene comunque rivalorizzato dal Comune, ed ospita varie manifestazioni, tra cui appunto, la sagra dell’Aglio Dop. 

Per conoscere e apprezzarne al meglio gusto e proprietà, ogni anno il Consorzio Produttori Aglio di Voghiera, con la partecipazione del comune di Voghiera, organizza una mostra-mercato nel corso della quale è possibile degustare e acquistare diverse specialità e ricette a base di aglio (aglio sott’olio, paté d’aglio, olio aromatizzato all’aglio, salame all’aglio e persino una caciotta a pasta molle di latte vaccino aromatizzata all’aglio) assistere a manifestazioni e spettacoli.

Noi abbiamo cominciato con un gioco, un Memory e al rispondere ad alcune domande sull’aglio da parte di un computer. C’era una gentile signora che ci ha fatto giocare e divertire e io ho vinto uno sbuccia-aglio e un simpatico zainetto.

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Abbiamo poi scoperto che questa signora è il Sindaco di Voghiera, la dott.ssa Chiara Cavicchi, una persona giovane e simpatica, pensate se i politici che ci ritroviamo si sarebbero messi a far giocare gli ospiti e poi a mettersi in fila, dietro agli altri, per prenotare il pranzo…..In politica ci vogliono i giovani, intelligenti e con entusiasmo, come lei.

Ed eccoci qua, una mia amica, io e il Sindaco in mezzo, che gentilmente ha acconsentito a farsi fotografare con noi, illustri sconosciute.

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Poi siamo andati a cena, menù:

  • bruschette con pomodorini e altre con pancetta, naturalmente strofinate con aglio
  • tortelloni di zucca (classiche, siamo nel ferrarese)
  • ravioli ripieni di salame all’aglio, conditi con burro fuso
  • grigliata e patatine, negli spiedini c’erano anche degli spicchi d’aglio arrostiti (buonissimi gli spicchi d’aglio)
  • torta della nonna o alle fragole
  • pesche
  • pane crocetta ferrarese004

 

poi siamo andati in giro per la sagra, visitando i banchetti e naturalmente assaggiando il tutto (coraggio dopo una cena così), poi abbiamo mangiato anche il gelato all’aglio, una base di panna con aglio e gocce di aceto balsamico, strabuonissimo e delicato.

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Ma la cosa più buffa era un perfetto Mister Aglio che si aggirava per i tavoli salutando tutti

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facendosi poi fotografare.

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…e come l’aglio di Voghiera, era “dolce e gentile”