Archivio mensile:gennaio 2016

Salmo trutta alle verdurine

Mi piace trovare il nome scientifico degli alimenti, in questo caso parliamo di trota che si chiama Salmo Trutta

ed è un pesce di acqua dolce e marina appartenente alla famiglia dei Salmonidi.

E’ una specie molto adattabile che si può trovare sia in mare che nei fiumi o laghi, ma il suo ambiente ideale sono i fiumi a corrente veloce, con acque fresche.E’ stata introdotta in tutto il mondo, spesso con danni molto gravi sulla ittiofauna autoctona, tanto che è stata inserita nell’elenco delle cento specie invasive più dannose al mondo, in quanto è un predatore voracissimo.

La trota di mare vive nel mar Nero, nel mar Caspio e nell’Oceano Atlantico a sud fino alla Spagna, ma è assente nel mar Mediterraneo.  La trota di mare e di lago alle volte supera anche il metro di lunghezza, mentre una fario di 50 cm. è già molto rara.

E se a una trota di mare (Salmo trutta trutta) viene impedito il ritorno al mare si trasformerà in una trota di torrente (Salmo trutta “fario”).

La trota salmonata non è una sottospecie, ma è una trota il cui colore rosato della carne ricorda quella del salmone e il colore dipende dalla dieta ricca di carotenoidi che, negli allevamenti, è spesso somministrata proprio per ottenere la colorazione rosata delle carni.

Curiosità, in un parco di Adaminaby in Australia, esiste una scultura di 10 mt di altezza denominata The big Trout (la grande trota)

E per questa sera ho preparato dei filetti di trota “salmonata” al forno, ora che ho imparato che è rosa perchè danno dei carotenidi, mi sa che comprerò solo delle trote “normali”.

Ingredienti:

  • due filetti di trota
  • verdurine, cioè le verdure preparate per il soffritto
  • olive
  • limone
  • olio e aceto balsamico

Ho disteso i filetti sulla carta argentata e poi ho messo sopra le verdurine e le olive, poi ho aggiunto le fette di limone e del succo, olio e un po’ di aceto balsamico, chiuse e messe in forno a 180 ° per circa 25 min.

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questo è il risultato, filetti teneri e saporiti.

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Lasagnette di foglie esterne di finocchio in curcuma

Quando si scopre che ogni parte dei vegetali è commestibile, anche quelle cosiddette di scarto, ecco che la fantasia galoppa, in questo caso aiutata dalla mitica Lisa Casali, autrice tra l’altro del libro Ecocucina.

Avevo dei bellissimi finocchi, ma si sa che la parte esterna e soprattutto i gambetti con le foglioline sono piuttosto duri, quindi si consuma la parte interna e del resto che si fa? Non si buttano via, ma o si aggiungono ad un minestrone o si fanno bollire, ma che tristezza, quei pezzetti bianchicchi ed allora, seguendo Lisa, ho preparato queste lasagnette.

Ingredienti:

  • foglie esterne di finocchio e parti apicali
  • sale/pepe
  • curcuma
  • parmigiano grattuggiato

per la besciamella:

  • mezzo litro di latte
  • 50 gr di farina
  • 25 gr di burro
  • un po’ di sale e noce moscata
  • curcuma

Far bollire al vapore i pezzi di finocchio e intanto preparare la besciamella, quando questa sarà intiepidita versarne un po’ sul fondo di una pirofila e fare uno strato di pezzi di finocchio

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Proseguire con la besciamella e poi i finocchi , quindi coperti di besciamella, una bella spolverata di parmigiano e qualche spruzzata di curcuma, tanto per dare un po’ di colore.

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In forno a 180° per circa 25/30 min per fare una bella crosticina.

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Così si mangiano più volentieri, non si butta via nulla e ….vissero felici e contenti…….

Pesce in bianco?……..Nooooo

Dai, mangia del pesce in bianco, ti fa bene, è leggero, così riprendi a mangiare……….

E va bene, però lo cucino io, allora prendo delle fette di pesce spada, in padella con olio? Umpf…ci metto anche un po’ d’aglio buono, okkei, ma mi sembrava tanto triste e allora perchè non metterci anche dei capperi che una mia amica mi ha portato da Pantelleria, belli, saporiti…e due olive no? Queste vengono dalla Sicilia, grosse, dolci preparate con amore dal marito di una mia carissima amica di Campobello di Mazara, e appena arrivate, senti che profumo……aggiungo anche del pomodoro preparato da me quest’estate, pomodoro raccolto e il giorno dopo messo nei vasi. Sprigiona tutto il colore e il calore dell’estate e come ultimo tocco una manciatina di finocchietto selvatico, raccolto nei prati siciliani, gelosamente messo in congelatore e ritornato ad esprimere tutto il suo profumo. Ma come, allora il pesce in bianco, domanda lui, eh no, con gli argomenti siciliani non si discute, il pesce in bianco è da ospedale.

Quindi ecco qua il risultato, spero che si possa sentire il profumo e questa pietanza, sì che mi fa tornare la voglia di mangiare.

spada olive

 

Ed uscimmo a riveder le stelle…….

” E quindi uscimmo a riveder le stelle (Inferno XXXIV, 139), è l’ultimo verso dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. Dopo aver faticosamente attraversato la natural burella ( La natural burella è una galleria sotterranea descritta lunga come una tomba, che Dante e Virgilio, dopo essersi staccati da Lucifero, percorrono per arrivare all’uscita dell’Inferno ) che collega l’Inferno alla spiaggia dell’Antipurgatorio, Dante e Virgilio alla fine contemplano lo stellato cielo notturno dell’altro emisfero: è un presagio del nuovo cammino di luce e di speranza dopo le tenebre precedenti, “come pura felicità dello sguardo”.

Ecco questo ho pensato quando stamattina per la prima volta dal 29/12/15, sono uscita di casa, la mia influenza tramutatasi in bronchite asmatica non mi dà pace, ma questi versi di Dante sono perfetti per me. Usciamo dall’inferno dei brutti pensieri, delle inquietudini, di tutto quello che volenti o nolenti bisogna accettare per andare avanti e accogliamo il presagio del nuovo cammino di luce e di speranza.

 

Buon anno…chi ben comincia

 

IL VISCHIO, simbolo augurale del nuovo anno.

(foto di pollice green)

 

Al vischio sono riconducibili leggende e tradizioni molto antiche: per le popolazioni celtiche, che lo chiamavano oloaiacet, era, assieme alla quercia, considerato pianta sacra e dono degli dei; secondo una leggenda nordica teneva lontane disgrazie e malattie; continua in molti paesi a essere considerato simbolo di buon augurio durante il periodo natalizio: diffusa è infatti l’usanza, originaria dei paesi scandinavi, di salutare l’arrivo del nuovo anno baciandosi sotto uno dei suoi rami.

Mauro mi ha regalato un bellissimo cestino con del vischio, per augurare

SALUTE – dal 30/12 ho una bella influenza, proprio bella

LAVORO – di conseguenza ho dovuto annullare due incontri di lavoro

SOLDI – mi è arrivata una fattura da pagare, bella anche lei

FELICITA’ – bhè almeno in quella ci spero per l’anno nuovo.

Ma siccome io sono un’inguaribile ottimista (alle volte dico purtroppo) io mi dico

l’influenza passerà

gli incontri di lavoro sono rimandati ad altra data

pagherò la fattura e per fortuna posso farlo

in quanto alla felicità mi aspetto almeno un po’ di serenità.

Concludo facendo gli auguri a tutti, con o senza vischio, ma che le cose possano andare meglio proprio per tutti, dal più vicino al più lontano, da chi mi vuole bene a chi mi ignora (ma quanto sono gentile, solo oggi però), dalla terra maltrattata agli animali che ci sono accanto o che sono soli, si può fare un augurio generale per tutto l’universo? Certo e almeno teniamoci la speranza di un anno migliore.