Il ristorane “Le Corderie” si trova a Crocetta del Montello provincia di Treviso. E’ un bel locale moderno totalmente ristrutturato da un antico Canapificio.
“ Queste sono le vicende del celebre opificio di Crocetta del Montello.
L’avventura industriale era cominciata nel 1883 con l’inaugurazione dello stabilimento di 7000 mq, costruito a tempo di record, in poco più di un anno, e con un investimento di 1.500.000 vecchie lire.
I terreni erano incolti, il canale Brentella, già derivato dal Piave nel 1400 per opera della Serenissima, sarebbe stato fonte di energia a sufficienza, la rete ferroviaria stava arrivando lì vicino. Quanto a manodopera, l’area del Montello pullulava di disoccupati, i bisnenti, due volte privi di ogni mezzo (né arte, né parte) e, paradossalmente la prima meccanizzazione dell’agricoltura stava alimentando questa schiera di salariati precari. Alcuni di loro erano già sulla via dell’emigrazione. I risultati non mancarono: furono centinaia le persone assunte e la produzione di filati di canapa e cordami di ogni tipo raggiunse i 120 q.li giornalieri.
Nella corderia si producevano corde e cordami impiegate soprattutto in marina.
Le operaie e gli operai vennero anche da altri paesi e per risolvere il problema dell’alloggio, della mensa e di tutte le altre necessità del mondo dei lavoratori si provvide con la costruzione della casa operaia (dormitorio per le ragazze) e successivamente con delle vere case a schiera (140 abitazioni circa), tutte dotate di energia elettrica. Si delineò così il villaggio operaio, tipico di molte realtà tessili dell’alta Italia. Il “padrone” costruì l’asilo per i figli dei dipendenti, la cooperativa per i generi di prima necessità, il forno per il pane, le villette per i dirigenti, il campo sportivo, il circolo culturale, la chiesetta di S. Teresa in onore della moglie e allo scopo di consentire l’assolvimento del precetto domenicale alle maestranze; fece coltivare l’orto per dare la verdura a tutti i suoi dipendenti.
Poco lontano sorse magnifica ed austera la villa del padre padrone.
Il lavoro crebbe, aumentarono i dipendenti fino alla soglia dei tremila e nel novembre del 1908 venne celebrato il XXV° del Canapificio in concomitanza con la nomina a Cavaliere del Regno di Andrea Antonini. Poi le vicende della guerra e l’avvento della plastica fecero crollare la produzione. L’ultimo atto è del dicembre 1968. A Milano viene deliberata l’incorporazione del Canapificio Veneto Antonini & Ceresa Spa nel Linificio & Canapificio Nazionale. La collaborazione col Linificio Nazionale risaliva agli anni 20. Gli impianti verranno smantellati e lo stabile sarà venduto a pezzi.
Tiziano Biasi, l’autore dell’articolo, scrive :
” Recentemente ho incontrato un’anziana signora che entrò in Canapificio nel 1937. La madre l’aveva scortata alla portineria sussurrandole: “…sei fortunata, perché avrai da vivere per sempre…” Poco lontano un grammofono diffondeva la canzone “se potessi avere mille lire al mese”.
La giovinetta aveva 15 anni ed era felice delle sue tre lire al giorno.”
Ora al posto del canapificio c’è uno stabile moderno, al piano terreno appunto il ristorante “Le Corderie” in ricordo del canapificio. Al primo piano un auditorium e di fronte un museo molto interessante, la Tipoteca che racchiude molte interessanti macchine da tipografia e dei pezzi da composizione.
una parete del ristorante adornata con i vecchi cassetti per le composizioni tipografiche.
Siamo stati accolti nel ristorante molto gentilmente, da una cameriera di sala, cordiale e per nulla invadente, così come il proprietario. Ci siamo lasciati consigliare e per antipasto abbiamo preso della porchetta trattata e condita da loro e per gli amici vegetariani dell’insalata mista.
il pane di grano duro, fatto da loro e i grissini naturalmente con la farina di canapa.
uno dei primi: gnocchi ripieni di baccalà con broccoletti, un connubio perfetto
i bigoli con il sugo di anatra muta, delicati. I bigoli sono un tipo di pasta lunga, simili agli spaghetti, ma ruvidi per cui trattengono bene i vari sughi.
e gli arancini (il proprietario è di origine siciliana) ma preparati con il miglio, strepitosi.
e poi dei dolci (mangiati no foto…) decisamente belli a vedersi e ottimi.
Torneremo per gustare altre specialità.
Il mio voto quindi è senza dubbio 5/5, per il locale, l’accoglienza e il cibo.