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Insalata di orzetto e peperoni

ORZO:

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L’Hordeum vulgare, era già coltivato in Medio Oriente nel VII millennio a.C. e poi fu diffuso, grazie ai commerci, in tutto il mondo.

  • È utilizzato trasformato in farine, nella panificazione, per dolci e pasticcini.
  • Macinato grosso si ottengono delle semole grosse adatte a piatti  simili al cuscus.
  • Previa tostatura e macinazione l’orzo è impiegato per preparare il caffè d’orzo e come componente base per la produzione di altre bevande con sapore simile al caffè ma prive di caffeina (tra cui lo yannoh).
  • Tostato e liofilizzato si usa per preparare velocemente delle bevande aggiungendo acqua o latte caldi. Le bevande vengono anche usate come sostitutivi del caffè.
  • Previa trasformazione in malto, l’orzo è impiegato come materia prima nei birrifici per la produzione della birra, e nelle distillerie per la produzione di liquori ad alta gradazione alcolica.
  • L’orzata è una bevanda analcolica composta da acqua e Orzo.

PEPERONI:

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peperone è il nome comune dato alla bacca ottenuta da alcune varietà della specie Capsicum annuum e utilizzata come verdura. Vengono consumati sia freschi (crudi o cotti), sia  essiccati (ad esempio il peperone crusco). Pur provenendo dal medesimo genere di piante, il peperone si differenzia dal peperoncino poiché non contiene la capsaicina, che è invece responsabile della piccantezza del peperoncino.

Tutto questo per spiegare che prodotti ho usato per la mia insalata di orzetto e peperoni.

INGREDIENTI:

  • 160 gr di orzo perlato
  • 1 peperone rosso
  • 1 peperone giallo
  • olio, sale spezie

Dopo aver lavato bene i peperoni, tagliarli a metà ed eliminare i filamenti bianchi. Quindi tagliarli a cubetti e disporli su una teglia da forno, condirli con olio, volendo piccante, sale ed erbe o spezie a piacere, io ho messo olio e  maggiorana. Infornarli per circa 20 min a 200°.

 

Nel frattempo lessare l’orzo in acqua salata, poi scolarlo e passarlo sotto all’acqua fredda e metterlo in una ciotola.

Quando i peperoni sono cotti, unirli all’orzo, mescolando bene e volendo unire un po’ d’olio.

Si può gustare questa insalata anche il giorno dopo, si sarà ben amalgamata.

Con della verdura fresca e del formaggio la cena è servita.

 

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Orzetto e carote

Orzo, L’Hordeum vulgare era già coltivato in Medio Oriente nel VII millennio a.C. e poi fu diffuso, grazie ai commerci, in tutto il mondo. Quindi oggi che viene riscoperto…..nulla di nuovo sotto al sole.

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(foto GreenMe)

L’utilizzo dell’orzo abbraccia diversi settori:

  • La granella è impiegata previa decorticazione o brillatura per preparazione di zuppe da solo o con altri cereali e/o legumi.
  • È utilizzato trasformato in farine, nella panificazione, da solo o miscelato con altre farine ma anche per piatti tipici e dolci.
  • Macinato grosso si ottengono delle semole grosse adatte a piatti tipici nordafricani simili al cuscus.
  • Previa tostatura e macinazione l’orzo è impiegato per preparare il caffè d’orzo
  • Dalla tostatura dell’ orzo si ottengono anche farine fini tostate utilizzate nella preparazione di dolci o pasticcini.
  • Tostato e liofilizzato, Tostato in forno a temperature sui 170-180 °C e macinato molto finemente, fino ad ottenere una polvere simile alla farina. Si usa per preparare velocemente delle bevande aggiungendo acqua o latte caldi. Le bevande vengono anche usate come sostitutivi del caffè.
  • Previa trasformazione in malto, l’orzo è impiegato come materia prima nei birrifici per la produzione della birra, e nelle distillerie per la produzione di liquori ad alta gradazione alcolica.
  • L’orzata è una bevanda analcolica composta da acqua e Orzo.
  • (Wikipedia)

L’orzo ha proprietà antinfiammatorie ed emollienti, svolge una discreta azione mineralizzante, contiene potassio, magnesio, ferro e calcio.
Avevo un piatto di orzo semplicemente cotto, delle carote in frigo e la fine di un pezzo di pancetta….che fare? Un buon piatto per pranzo.

Ingredienti:

  • orzo (nel mio caso già bollito)
  • carote
  •  pancetta
  • olio
  • cipolla
  • aglio
  • salamoia, la mia  (vedi)

Ho fatto soffriggere nell’olio la cipolla e l’aglio, poi ho aggiunto la pancetta a pezzetti e quando il tutto è stato ben rosolato ho aggiunto le carote a rondelle. Ho aggiunto anche un poco di brodo per evitare che il tutto attaccasse. Quando tutti gli ingredienti si sono cotti ho aggiunto l’orzo (già bollito) e un poco di salamoia per insaporire.

Sullo sfondo c’è “un’americanata”, cioè su una pentolina contenente il brodo, c’è un maialino in silicone che tiene sollevato il coperchio, così che non fuoriesca il liquido, me lo ha portato mio figlio da N.Y….!!!

 

 

Così ho preparato un piatto allegro, colorato e molto buono, oltre che aver  utilizzato degli avanzi….

 

Vegetariani a tutti i costi

Vegetariani o vegani a tutti i costi, un pò lo sono anche io, mangio pochissima carne, ma non toglietemi i formaggi, qui poi nella patria del parmigiano reggiano….

Ma la dimostrazione migliore dell’essere vegetariano è quella che ho visto a Londra, nel quartiere un po’ folle di Camden Town, a nord della città. Zona di mercati  popolari tra i giovani, in particolare chi è in cerca di vestiti alternativi e diversi di questi mercati sono famosi per lo spaccio di droghe come lecca lecca al gusto di cannabis e poppers.

rinfreschiamoci un po’…con  figli e  nipoti…

dove ora sono i mercati una volta erano le stalle dei cavalli dei reali

qui ci sono i mercati con le insegne più folli che abbia mai visto

 

ed ecco un negozio  con una musica talmente assordante che entrando (io no) sembra di essere drogati.

qui si trovano ogni tipo di scatole di cereali e la fantasia non ha limiti…cereal killer = serial killer…

ma per tornare al vegetariano, questo negozio merita l’Oscar

in pratica…scarpe di plastica…

Anche quest’anno parte il mio contest……

Sì, come tutti gli anni anche quest’anno voglio festeggiare il compleanno del mio blogghino, il 13 marzo, con un contest, e già perchè quest’anno compirà sei anni….

Pensa e ripensa ho deciso che il titolo del nuovo contest sia:

” LE FARINE “,

(e le ricette sono pubblicate in fondo all’articolo)

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foto di  ciboecibo.it

ma tutte tutte, bianche, gialle, integrali, farro, kamut, orzo ecc. perchè nella farina c’è la vita, basta osservare il tempo che occorre al seme  per crescere, per maturare e quindi essere trasformato in farina.

Se solo ci soffermiamo a pensare appunto al tempo che intercorre tra la semina e la raccolta ci rendiamo conto che la natura non ha fretta, sopporta le intemperie, il caldo, il vento pronta poi a darci un elemento che è sempre stato alla base di ogni alimentazione.

Di farine ce ne sono un’infinità, , ma quella più utilizzata è quella di grano, meglio conosciute come farina di frumento. Generalmente con il termine farina di frumento indichiamo la farina di grano duro, in realtà il mondo della farina è molto più complesso.  Esistono tantissime varietà e specie di grano, ma le più conosciute ed utilizzate per l’alimentazione umana sono il grano duro (triticum durum) e il grano tenero (triticum aestivum).

Farina veramente integrale e farina ricostruita. Si è aperto ultimamente un dibattito sulla farina veramente integrale magari ottenuta con la macinazione a pietra e quella ricostruita per esempio unendo farina “Tipo 0” alla crusca. La differenza sostanziale tra i due prodotti che all’apparenza sono simili si può verificare dall’analisi chimica, se la farina ricostruita contiene fibra in quantità molto simile alla farina integrale. Non è lo stesso per le vitamine i minerali gli enzimi i grassi, ovvero le sostanze più preziose del grano dal punto di vista nutrizionale che sono contenute nel germe, il germe nella farina ricostruita è in alcuni casi assente.

La proprietà più importante della farina è la sua forza, cioè la capacità di resistere nell’arco del tempo alla lavorazione. La forza della farina deriva dalla qualità del grano macinato per produrla, e il fattore di panificabilità è indicato con la lettera W.

Un alto valore di W indica un alto contenuto di glutine; questo vuol dire che la farina assorbirà molta acqua e che l’impasto sarà resistente e tenace, e che lieviterà lentamente perché le maglie del reticolo di glutine saranno fitte e resistenti. Viceversa, un W basso indica una farina che ha bisogno di poca acqua e che lievita in fretta, ma che darà un impasto (e un pane) leggero e poco consistente.

Ecco un indice di massima:

  • Fino a W 170 (deboli): per biscotti, cialde e dolci friabili; anche per besciamella e per rapprendere salse.
  • Da W 180 a W 260 (medie): pane francese, panini all’olio, pizza, pasta: assorbono dal 55% al 65% del loro peso in acqua.
  • Da W 280 a W 350 (forti): pane classico, pizza, pasta all’uovo, pasticceria a lunga lievitazione: babà, brioche. Assorbono dal 65% al 75% del loro peso in acqua.
  • Oltre i W 350: in genere fatte con particolari tipi di grano, vengono usate per “rinforzare” farine più deboli, mescolandovele, oppure per prodotti particolari. Possono assorbire fino al 100% del loro peso in acqua.  Ad es la farina manitoba.

Lo sfarinato proveniente dal grano duro viene denominato semola. Essa si distingue da quella di grano tenero sia per la granulometria più accentuata che per il suo caratteristico colore giallo ambrato, colore che si ripercuote anche sui prodotti con essa ottenuti. Questa farina si utilizza prevalentemente per la produzione di pane e pasta (sia casereccio che industriale) ma anche per dolci tipici.

Macinando ulteriormente la semola si ottiene la “semola rimacinata” o “rimacinato“. Questo prodotto è contraddistinto dal caratteristico colore giallo ambrato proprio della semola ma con una granulometria meno accentuata rispetto alla materia d’origine. Il rimacinato viene prevalentemente impiegato per la panificazione puro o mescolato con farine di grano tenero, il prodotto che si ottiene è un pane a pasta gialla molto saporito e a lunga conservazione.

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Ed ora passiamo al REGOLAMENTO:

Possono partecipare tutte le ricette dolci o salate che abbiano come ingrediente la farina, di qualunque tipo, anzi più saranno diverse meglio si svilupperà il contest, e che saranno pubblicate dal 30 gennaio 2018 al 30 marzo 2018.

Il contest terminerà alle ore 24 del giorno 30 marzo 2018, data ultima per poter partecipare.

Le ricette dovranno essere corredate di almeno una foto fatta da voi e da una descrizione sul procedimento di preparazione delle stesse e si può partecipare con tutte le ricette che volete, dolci o salate.

Le ricette possono comprendere tutta la gamma delle preparazioni dall’antipasto al dolce, al pane, insomma tutto ciò che si può preparare con i vari tipi di farina.

Mi piacerebbe ricevere anche un racconto sulle ricette, dove è nata, se è di famiglia ecc. e se è per celiaci o vegana.

Il contest è aperto a tutti coloro che hanno piacere di partecipare, con o senza blog.

– PER CHI HA UN BLOG: prelevate il banner che trovate in questo post e inseritelo nella vostra home e nel post della ricetta con cui partecipate , pubblicate la ricetta sul vostro blog con la frase ”con questa ricetta partecipo al contest “LE  FARINE” del blog  Lastufaeconomica “ linkando alla mia home. Poi mettete un commento con il link della ricetta sotto questo post, ed io provvederò a farne l’elenco.

-CHI NON HA UN BLOG, può inviare le ricette al mio indirizzo: marikanadali@alice.it. e saranno  pubblicate su questo post.

Naturalmente ci sarà un riconoscimento per la ricetta più originale.

Quindi vi aspetto numerosi per scoprire quante ricette di possono preparare con la farina.

Grazie e a presto.

Ecco il banner da prelevare:

foto di Francesca Gattuso

RICETTE :

https://ifeelbetta.com/2018/01/26/due-ricette-oggi-per-la-memoria-sempre/

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/01/muffins-ai-crauti-e-gruviera.html

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/01/torta-frullata-all-arancia.html

http://atuttacucina.blogspot.it/2018/01/crostata-di-ricotta-e-kiwi.html

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/pane-in-cassetta-alla-canapa.html

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/pastine-ai-mirtilli.html

https://maninpastaqb.blogspot.it/2018/02/cuori-di-grano-saraceno

http://www.unafettadiparadiso.it/2018/02/pane-bianco-con-cipolla-rossa-fresca.

https://cucinoeracconto.blogspot.it/2018/02/pane-allolio-integrale.html

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/pizza-di-cavolfiore-con-farina-di-piselli

https://gwendyricettecollaudate.blogspot.it/2018/02/muffin-con-farina-di-quinoia

https://ibiscottidellazia.blogspot.it/2018/02/gnocchetti-tricolore-al-burro-nocciolato e pepe

https://petalidirosarossa.blogspot.it/2018/02/ciambelle-colorate.htm

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/biscotti-con-farina-di-piselli.html

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/pane-provenzale-al-pomodoro.html

http://www.unafettadiparadiso.it/2018/02/crostata-di-marmellate-bigusto-confrollasemintegrale

http://www.unafettadiparadiso.it/2018/02/frolle-al-cacao-gluten-free-con.html

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/graffe-di-ricotta-all-arancia.html

https://ibiscottidellazia.blogspot.it/2018/02/pane-leggero-alla-semola-con-prefermento

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/pizza-semintegrale-al-cavolo-viola.html

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/salsiccia-e-porri-con-polenta.html

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/pappardelle-al-ragu-di-cotechino.html

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/ciambelle-con-crema-gianduia.html

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/pastine-ai-mirtilli.html

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/pagnotta-di-grano-duro.html

https://atuttacucina.blogspot.it/2018/02/pizza-di-cavolfiore-con-farina-di

https://gwendyricettecollaudate.blogspot.it/2018/03/crostata-di-frolla-al mais con pere

http://ibiscottidellazia.blogspot.it/2018/03/pane-injera-con-lievito-madre.

http://blog.giallozafferano.it/sugarqueen/brioche-integrali-sfogliate-al-miele/

https://cucinoeracconto.blogspot.it/2018/03/grissini-integrali.html

https://cucinoeracconto.blogspot.it/2018/02/focaccine-soffici-focaccelle.

 

La mia cassoeula

La cassoeula è un piatto lombardo tipico invernale, preparato con la verza (che deve essere raccolta dopo le prime gelate) e i cosiddetti scarti del maiale (piedini, orecchie, cotenne).

Era tanto tempo che avevo promesso ad una mia amica emiliana di farle assaggiare questo piatto tipicamente milanese ed è arrivata l’occasione, abbiamo invitato altri amici, perchè la cassoeula è un piatto che non si può preparare per due o quattro persone essendo  un piatto conviviale.

“Il piatto, così come viene preparato, nasce all’inizio del XX secolo, ma le sue varianti più antiche sono di origine incerta e controversa. Probabilmente, il piatto è legato alla ritualità del culto popolare di Sant’Antonio abate, festeggiato il 17 gennaio. Veniva preparato perchè segnava la fine della macellazione dei maiali.

Secondo la leggenda, la notte del 17 gennaio gli animali avranno facoltà di parola. Se solo fosse vero, chissà quali frasi ci rivolgerebbero e cosa ci racconterebbero delle loro vite. In passato, durante la notte degli animali parlanti, i contadini si tenevano lontani dalle stalle, perché udire gli animali conversare era segno di cattivo auspicio.

sant antonio abate animali

Nella tradizione culinaria popolare europea vi sono altri piatti con ingredienti simili, come le diverse forme di “potée” francesi (minestre a base di cavolo e maiale) o la Choucroute alsaziana, a sua volta derivata dal Sauerkraut tedesco

Il nome deriva probabilmente dal cucchiaio con cui si mescola (casseou) o dalla pentola in cui si prepara (casseruola).

Al di là delle leggende, gli storici individuano nel ricettario di Ruperto da Nola la prima ricetta riconducibile alla pietanza. Questo autore, originario di Nola, e che viene considerato uno dei padri della gastronomia spagnola, fu al servizio della corte Aragonese di Napoli, nel corso del XV secolo. Nella sua opera più importante, Il Libre del Coch, ci propone una ricetta di “Cassola de carn” in cui molti elementi riconducono alla Cassoeula.” (tratto da Wikipedia).

Come tutti i piatti tradizionali, anche la Cassoeula è stata tramandata con leggere modifiche.  In Brianza,  la Cassoeula è più asciutta rispetto a quella milanese. Nel comasco non si mettono i piedini ma si usa la testa del maiale, mentre nella provincia di Pavia si usano solo le puntine. La differenza più marcata, però, si registra nel novarese dove la carne di maiale può essere sostituita con quella d’oca.

Ed ecco la tavola pronta in attesa degli ospiti

Ed ecco gli ingredienti (ricetta originale tratta dal libro – La cucina lombarda – di A. Molinari Pradelli con alcune mie varianti), la sua preparazione è un po’ laboriosa, ma alla fine il risultato premia.

  • gr 600  di costine di maiale tagliate a piccoli pezzi
  • gr 300 di salsiccia
  • gr 200 di cotenne pulite
  • 2 kg di cavolo verza
  • due cipolle piccole
  • trito di sedano e carota
  • vino bianco secco q.b.
  • salsa di pomodoro
  • olio burro
  • sale e pepe

Tagliare a pezzi la verza lavata e metterla sgrondata in una capace pentola ad “asciugare” attenzione che non attacchi sul fondo.

Mettere in una pentola di acqua salata le cotenne e farle cuocere per circa un’ora per sgrassarle bene.

Intanto in una casseruola capace far soffriggere la cipolla in olio e burro, appena è dorata mettere nella pentola le costine  e la salsiccia; lasciar insaporire e poi versarvi il vino bianco secco e far asciugare a fuoco leggero. Togliere quindi le carni dalla casseruola e nel fondo rimasto mettere il trito di carote e sedano, aggiungere la salsa di pomodoro, sale e pepe, incoperchiare e far cuocere adagio mescolando ogni tanto.

Quando si è un po’ ritirato aggiungere la verza, mescolare e poi sopra aggiungere le carni e le cotenne cotte, ricoprire con il coperchio e lasciar stufare per un’ora o un’ora e mezza a fuoco basso.

La cassoeula va servita caldissima e un po’ ” tachenta” cioè un po’ collosa, ma non unta, accompagnata da una bella polenta fumante. Io  l’ho preparata con la farina ai cinque cereali. Ed il vino Bonarda dell’Oltrepo’ ha fatto da buon accompagnamento.

Ed ecco il risultato finale della mia cassoeula, molto gradita !!!!

 

 

 

 

 

Tortellini infagiolati

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…PASTA E FAGIOLI ….l’incontro del Grano e del Fagiolo …tutto nacque 2000 anni fa, il fagiolo e il grano duro.

I fagioli come molti altri legumi rappresentano uno degli alimenti più consumati al mondo.  Se nell’antico Egitto i “Dolichos” (fagioli dall’occhio) identificavano il cibo rituale dei sacerdoti, presso i Romani venivano consumati dal popolo e Virgilio li chiamava  “vilem phaseulum” perché troppo comuni e perciò indegni per le famiglie illustri.

Fu durante il Medioevo che questi prodotti della terra, dalle eccellenti proprietà nutritive simili alla carne, divennero simbolo cristiano di continenza e umiltà.

A seguito della scoperta dell’America, con l’arrivo dei “Phaseolus vulgaris” (borlotti, cannellini ecc.) si affermò una distinzione d’uso tra le tipologie americane e quelle locali. Se i fagioli dall’occhio erano il companatico della gente rozza, i “fagioli d’America” venivano considerati una merce preziosa per i potenti, adatti anche ai banchetti papali.  Alcuni testi li elencano nei regali di nozze offerti da Alessandro de’ Medici alla sorella Caterina. Ad ulteriore testimonianza di quanto fossero preziosi e ricercati i fagioli, ricordiamo la loro presenza nei ricettari del Messisbugo, cuoco italiano che nel 1500 lavorò alla corte di Alfonso I d’Este e poi di Ercole II d’Este.

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Stasera pasta e fagioli, quindi, ecco gli ingredienti (senza le dosi perchè sono andata ad occhio)….

  • fagioli già ammollati
  • passata di pomodoro (la mia)
  • croste di formaggio
  • rosmarino, erba cipollina, origano
  • scalogno
  • olio
  • parmigiano

Dopo aver fatto soffriggere lo scalogno nell’olio, ho aggiunto parte dei fagioli passati, il rosmarino e le altre erbette, la passata di pomodoro, del gomasio, poi ho aggiunto dell’acqua e fatto cuocere per circa 20 min.

Cinque minuti prima della fine cottura ho aggiunto i rimanenti fagioli interi e poi avrei dovuto aggiungere la pasta. Ma non avevo i maltagliati o “lavagrugni” come dicono in Emilia e allora mi è venuto in mente che avevo ancora dei tortellini in congelatore. Pronti, sono buonissimi con il brodo di fagioli, questo non lo è, però sono allora dei tortellini infagiolati.

Con un goccio di olio e una bella grattugiata di parmigiano è venuto un piatto molto gradevole, gustoso e ricco.

tortellini-infagiolati

Quinoa con verdure

Mi piace provare sapori nuovi e mi sono decisa a preparare la quinoa.

La quinoa

è una pianta erbacea come la barbabietola e gli spinaci, ma siccome i semi di questa pianta, sottoposti a macinazione, forniscono una farina contenente prevalentemente amido, questa pianta viene classificata  come cereale. Si distingue da altri cereali per l’alto contenuto proteico e per la totale assenza di glutine.

La quinoa è un alimento particolarmente dotato di proprietà nutritive. Contiene fibre e minerali, come fosforo, magnesio, ferro e zinco. È anche un’ottima fonte di proteine vegetali, poiché contiene tutti gli amminoacidi essenziali (fatto raro nel regno vegetale) e in proporzioni bilanciate. Contiene inoltre grassi in prevalenza insaturi. La quinoa, non contenendo glutine, può essere consumata dai celiaci . La farina di quinoa è indicata da sola o mescolata a farine di cereali, per tutti gli utilizzi normali della farina quindi: dolci, pane, pasta.

La quinoa è testimone di biodiversità, già venerata dagli Inca come pianta sacra, viene coltivata da oltre 5000 anni sugli altopiani pietrosi delle Ande ad altitudini comprese tra 3800 e 4200 metri. È una pianta resistente che non richiede particolari trattamenti. Produce una spiga ricca di semi rotondi, simili a quelli del miglio.

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Il 2013 è stato dichiarato, da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Anno internazionale della quinoa (IYQ), come riconoscimento per i popoli indigeni andini, che hanno mantenuto, controllato, protetto e conservato la quinoa come cibo per le generazioni presenti e future attraverso la conoscenza e le pratiche del vivere in armonia con la natura. (tratto da Wikipedia).

Ma quante cose si possono imparare informandosi e provando i vari cibi.

Ho preparato la quinoa con le verdure.

Ingredienti:

  • un bicchiere di quinoia
  • due bicchieri di acqua
  • poco sale
  •  zucchina
  • carota
  • foglie di porro
  • foglie di cavolo
  • aglio
  • olio

Ho messo la quinoa nell’acqua fredda, l’ho portata ad ebollizione, quindi con il coperchio, l’ho fatta bollire per circa 20 min. Poi è rimasta nella pentola per altri 5 minuti a fuoco spento.

Nel frattempo ho fatto soffriggere l’aglio nell’olio e quindi ho aggiunto tutte le verdure tagliate sottili, le ho fatte stufare e alla fine, quando la quinoa era pronta, l’ ho impiattata e sopra ho messo tutte le verdure, con un filo di olio a crudo.

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Naturalmente si può preparare con tutte le verdure che si vuole, ma io ho fatto con quello che avevo in frigo ed è piaciuta molto.