Archivi categoria: Dolci al cucchiaio

Ristorante l’Airone

Questo ristorante è inserito in un agriturismo alle porte di Bologna, a Granarolo dell’Emilia, a soli 3 km dall’uscita del casello Bologna Interporto.   E’ un casale molto ben ristrutturato e  si presenta bene in un contesto molto ampio. Con dei bei prati intorno per cui i bambini possono correre tranquillamente. Le sale grandi che possono accogliere molte persone, normalmente ben distribuite, ma oggi c’era una compagnia molto rumorosa che sicuramente ha disturbato molti clienti. Questo è un problema non certo del gestore, che non può intervenire, ma solo rammaricarsene, ma di mala-educazione delle persone, che credono che in locale pubblico possano urlare a loro piacimento.

Nonostante ciò abbiamo pranzato sempre molto bene, personale molto gentile, attento e disponibile. La cucina è molto curata, con pasta fresca fatta in casa, hanno dei macchinari che si possono vedere all’ingresso, che è il loro punto forte. Noi abbiamo preso:

tortelloni alle noci, ben conditi e porzioni abbondanti

 

tortellini in brodo, un classico, piccoli, saporiti al punto giusto presentati in una bella zuppiera bianca.

 

poi filetto di maiale all’aceto balsamico su un letto di radicchio rosso, veramente tenero e gustoso

 

e per finire un fiordilatte, perfetto con i “buchi”, che è difficile trovare in un ristorante.

Torneremo per assaggiare le crescentine, altra specialità emiliana. In ogni caso è un locale da tenere presente, dove si mangia bene, curato nei particolari e nelle persone che ti seguono.

Il mio voto non può essere che 5/5.

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Sagra del tortellino centese

Settembre, continuano le sagre qui in Emilia, soprattutto gastronomiche per presentare i prodotti tipici. Una di queste è la:

“Sagra del tortellino centese” a Reno Centese  in provincia di Ferrara. Dal 13 al 30 settembre 2018 con un ricco menù che ci ha invogliati ad andare a provare.

 

Tutti i tortellini e tortelloni sono fatti  a mano dalle “sfogline”.

La sfoglina è la donna, chiamata ‘zdoura’, solitamente di mezza età, che tira la sfoglia rigorosamente a mano, con il matterello. E’ una tradizione delle famiglie di una volta, quella di fare la sfoglia per le tagliatelle e i tortellini. Tuttora troviamo sfogline che lavorano presso ristoranti e trattorie, che sanno creare una sfoglia a regola d’arte, senza dislivelli o rotture.

Qui gli ingredienti per gli impasti sono quasi tutti a km zero, acquistati da produttori locali, e così per il resto del menù. Ben tredici piatti di tortellini, tortelloni e cappellacci tra cui scegliere. e per secondo, tra gli altri, salama da sugo, cotechino, stinco di maiale al forno (visto passare ad un tavolo, sicuramente da assaggiare), poi ci sono anche piatti al tartufo, contorni ed infine i dolci caratteristici della sagra. Non so esattamente quanti tortellini facciano, ma parlano di un migliaio di uova, seicento coperti per volta e una decina di sfogline per preparare tutti i tortellini e tortelloni. Ammirevole !!!!!!!

“La “sagra” –  è unfesta popolare di carattere locale e cadenza annuale; le sagre nascono tradizionalmente da una festa religiosa,  per commemorare un santo (in genere il santo patrono), ma sono anche sfruttate per festeggiare il raccolto o promuovere un prodotto gastronomico locale.

Le feste popolari e le sagre dell’antichità venivano celebrate davanti ai templi o, in epoca cristiana, alle chiese (da cui deriva il termine sagrato delle chiese). I vari momenti dell’anno (l’inverno, la primavera, la mietitura, la vendemmia) venivano celebrati con feste religiose, ad esempio, per ringraziare la divinità o per propiziarsi la bella stagione.

Durante le feste dell’antichità venivano spesso effettuati sacrifici animali, oppure offerte di prodotti della terra, che venivano poi consumati dalla comunità intera. Questo rito simbolico originario rimane come traccia anche oggi nelle diverse sagre gastronomiche che ruotano attorno a un piatto tradizionale regionale o locale. (da Wikipedia)”

Oggi si chiamano sagre tutte le occasioni per fare festa, di paese, politiche, mercatini ecc. Questa di Reno centese è un’occasione (un’altra!) per andare a mangiare assieme, però non si può più chiamare sagra nel termine festa popolare, perchè è praticamente come andare al ristorante. Locale molto pulito, ben areato, tovaglie di stoffa e runner di stoffa/carta, curati i tavoli, posate nelle buste, il servizio effettuato dai ragazzi della Polisportiva, molto disponibili, sorridenti e veloci. Che bello vedere dei giovani che occupano delle sere e la domenica per fare questo servizio, ci fosse così in tanti ristoranti.

Questo è stato il nostro menù:

Tortelloni con gorgonzola e noci, con un ripieno di ricotta che scoppiava, il formaggio che naturalmente li deve imbiancare è parmigiano di qualità, non da tutti. E le noci? finalmente un piatto che se dice con noci le noci ci sono.

naturalmente tortellini in brodo, con il parmigiano in bustina (molto igienico), in un brodo “con gli occhi” come il vero tortellino comanda. Faccia felice vero? Lui ama i tortellini…. il vino, in una simpatica brocca con il logo della festa e dietro una ragazzina addetta al “servizio”, gentilissima.

 

Poi per lui, “salama da sugo con purè”- Non se la lascia mai scappare….

La salama da sugo è un insaccato di carni di maiale tipico della provincia di Ferrara,   preparazioni casalinghe del prodotto a volte prevedono, anche se raramente, l’aggiunta di  spezie come chiodi di garofano e cannella, come richiamo alla prima ricetta della salamina che si conosce, quella risalente al Settecento di Don Domenico Chendi parroco di Tresigallo.La concia dell’impasto termina con l’aggiunta abbondante di vino rosso robusto,  che, oltre ad aromatizzare l’insaccato, caratterizza in modo determinante la stagionatura, l’impasto così ottenuto viene insaccato nella vescica del maiale stesso, in una caratteristica forma rotondeggiante. Dopo qualche giorno d’iniziale essiccatura, la stagionatura continua per circa un anno in adeguati ambienti con un clima da cantina. (da Wikipedia)

Pensare che c’è anche un “Campionato mondiale della salama da sugo” che si tiene nella seconda metà di febbraio a Fiscaglia  (Fe) e c’è pure  un monumento alla salama da sugo, a Madonna Boschi (Fe)

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torniamo a noi, al nostro menù, ecco la salama con il purè, ha detto…ottima….e se lo dice lui…

 

ed arriviamo ai dolci, anche qui, finalmente Mauro ha potuto gustare la zuppa inglese con la menta. Storia anche per lei……Questo dolce al cucchiaio è presente nella tradizione pasticcera di varie regioni italiane, ma nel caso specifico lo scenario è la corte degli Estensi, che nel Cinquecento intrattenevano rapporti diplomatici con l’Inghilterra elisabettiana. Fu proprio un ambasciatore, di ritorno da Londra, a intessere le lodi del ‘trifle’, un dolce di tradizione popolare composto da una base di pasta molto soffice, inzuppata di vino dolce e quindi farcita con panna, confettura e amaretti. Seguendo questo esempio nasceva la zuppa inglese in chiave padana, con il pandispagna o i savoiardi bagnati di alchermes e rum, alternati a strati di crema pasticcera, semplice e al cioccolato. Tra le tante le varianti locali, Finale Emilia ne vanta una ‘risorgimentale’, – bianca, rossa e verde, – ideata all’indomani dell’Unità d’Italia, ma tuttora in auge soprattutto a livello familiare.( Trattoria La Fefa, Finale Emilia)

Piaciuta tanto, anche perchè io non la preparo mai, se non quando vengono amici che, dopo averla mangiata, si portano via il resto…

io invece una coppa di crema chantilly con sfogliata e frutti di bosco, delicatissima e leggera.

 

Dopo questo lungo racconto, per me indispensabile per far comprendere a chi non è emiliano, le eccellenze e le specialità di questa regione, non resta che fare i complimenti a tutti quelli della “sagra”, organizzatori, preparatori, ragazzi e non,  per il lavoro che svolgono. Ci rivediamo presto.

Naturalmente riporto tutto nella mia pagina – Ristoranti sì e no – per dare il mio voto che non può essere che 5/5.

 

Ristorante Postierla, Castrocaro Terme

Questo ristorante si trova nella parte vecchia di Castrocaro Terme, provincia Forlì ed è vicino alla Fortezza.

E’ stato ricavato nelle cantine del vecchio monastero (1200) ed è molto rustico, mantenendo le pareti in sasso. Ma anche affascinante, mi piacciono i posti dove si sente la storia passata.

 

Il proprietario è di Terra del Sole e lei è siciliana, chissà perchè io, senza saperlo, sono attratta da posti dove ci sono dei siciliani. Sarà perchè amo la Sicilia.

Un bel menù, molto invitante e noi abbiamo scelto:

L’ antipasto Postierla (in due) visto che era abbondante.

tre bruschette con salsa ai funghi, ai peperoni e melanzane, prosciutto e melone, cestino con squacquerone, fetta di arrosto con aceto balsamico e mandorle, frittatina alle erbe….

Poi come primi:

cappellacci di ricotta con funghi, pomodoro tirati con un poco di panna e uvetta,

(la foto è un po’ sfocata…ma era la fame..)

io  gnocchetti alla Norma con melanzane e parmigiano…troppo buoni. Il secondo non ci stava e per finire..no il dolce no grazie, ma davanti all’offerta del crème caramel…non abbiamo saputo resistere. Finalmente in un ristorante un crème caramel fatto come Dio comanda, cioè perfetto.

( per i proprietari, un consiglio, usate piatti totalmente bianchi, non con bordi colorati, per esaltare al massimo le preparazioni). Abbiamo mangiato molto bene, porzioni abbondanti, (ottimo per noi che non amiamo le presentazioni striminzite della nouvelle cusine ) in un locale particolare con Alessia, che ci ha serviti, e i proprietari molto disponibili e gentili. Torneremo e lo consigliamo.

Quindi il mio voto è un convinto 5/5

Il mio tiramisù

Il tiramisù è un dolce al cucchiaio, uno dei più conosciuti nel mondo della pasticceria, ma la sua ricetta non è presente nei libri di cucina precedenti gli anni ’60 del XX secolo, quindi è un dolce abbastanza recente.

L’Accademia italiana della cucina ne identifica l’origine veneta, dibattuta se Trevigiana o Friulana. Il nome del dolce in veneto è “tiramesù”, poi italianizzato in “tiramisù”, e sarebbe stato adottato per le sue capacità nutrizionali e ristoratrici, anche se altri affermano che il nome sia dovuto a presunti effetti afrodisiaci.

Questo è l’originale:

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preparato con savoiardi, mascarpone, uova, zucchero, cacao e caffè.

Io invece ho fatto a modo mio, cioè forse non è proprio un tiramisù, però ne è venuto un dolce al cucchiaio servito in un bicchiere, gradito perchè fresco. Dopo la cassoeula non potevo presentare qualcosa di più pesante, per cui ho inventato sfruttando un panettone, dell’albume ecc. qui gli ingredienti:

  • panettone
  • albumi
  • mascarpone
  • crema
  • granella di pistacchio

Per prima cosa ho preparato la crema, ricetta del Bimby, classica, e l’ho lasciata raffreddare. Poi ho separato gli albumi dai tuorli di quattro uova e li ho montati a neve con un poco di zucchero. Piano piano ho inserito del mascarpone, mescolando dal basso verso l’alto, così fa formare un’ulteriore crema morbida.

Ho tagliato a pezzetti del panettone (acquitato ancora in promozione) e l’ho messo sul fondo dei bicchieri, poi sopra della crema e infine sopra la crema di mascarpone, completato con granella di vero pistacchio di Bronte, che una mia carissima amica mi ha inviato dalla Sicilia. Così oltre che di sapore, perchè quello vero SA di pistacchio, anche un piccolo tocco di colore.

Parliamo un attimo del pistacchio, chiamato anche ” Oro verde” per il suo alto valore commerciale. Il Pistacchio verde di Bronte è a Denominazione di origine protetta ed anche Presidio Slow Food,

 

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In siciliano il frutto è chiamato frastuca e frastucara la pianta, mentre a Bronte, la pianta di pistacchio è chiamata “scornabecco” che deriva dallo spagnolo “cornicabra” (corno di capra).

La pianta di pistacchio fu introdotta in Sicilia dagli Arabi durante il periodo della loro dominazione, nei secoli VIII e IX.

Nel territorio di Bronte, in oltre 2600 Ettari di terreno, c’è l’80 % della produzione Siciliana (2500 tonnellate nel 2012) e rappresenta lo 0,25 % della quantità prodotta nel mondo. La mia amica dice che se tutti i pistacchi che ci sono in giro fossero di Bronte, come normalmente viene detto, tutta la Sicilia dovrebbe esssere sommersa dalle piante di pistacchio…. Il pistacchio di Bronte viene coltivato ad un’altitudine dai 300 ai 900 mt in terreni vulcanici (le sciare) e deve avere, nel disciplinare DOP, colore verde intenso e sapore aromatico forte.

Ha numerose proprietà nutrizionali: contiene vitamina A ed è ricco di ferro, fosforo ed elementi che favoriscono il potenziamento delle difese e il benessere dell’organismo.

A Bronte si producono un’infinita varietà di prodotti derivati dalla lavorazione del pistacchio, come il famoso “pesto di pistacchio” per il condimento della pasta, il gelato al pistacchio, i biscotti di pistacchio, la crema di pistacchio, il cioccolato al pistacchio e molti altri.

Quindi attenzione, leggere bene l’etichetta quando si acquista il pistacchio ed anche se quello originale di Bronte costa di più, ne vale la pena, perchè oltre ad avere un prodotto autentico aiutiamo la produzione  di un’altra eccellenza italiana.

 

 

Immagine correlata

Ristorante “Panpica”

Di ritorno da una passeggiata, domenica sera, cercavamo un ristorante per mangiare una pizza e abbiamo trovato “Panpica” a San Giorgio di Piano (Bo).

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Locale nuovo, accogliente, moderno senza strafare, luminoso e con la signora che ci ha accolto gentilissima.

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Abbiamo visto il menù delle pizze e non ce ne erano molte, ma la signora ha spiegato che danno delle indicazioni e poi lasciano libero il cliente di scegliere. La signora è napoletana, il pizzaiolo anche e quindi la pizza doveva essere una garanzia.

Infatti, sono arrivate due pizze, una napoletana e una pugliese, preparate con farina 1/2 e pasta madre arrivata direttamente da Napoli, con 60 anni di età. Leggere, ben condite senza esagerazioni e quindi molto gradite.

Pugliese con cipolle, olive e burrata

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Napoletana con acciughe

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Poi abbiamo preso una zuppa inglese, molto gradita da un fan molto critico e un tiramisu, ben presentato, leggerissimo.

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Hanno anche la possibilità di preparare la pizza senza glutine, cotta naturalmente in un forno a parte per evitare contaminazioni, domanda: il forno è elettrico? Quando mai..che la voglio uccidere? Risposta spontanea della signora..

Abbiamo guardato anche il menù della cucina ed è molto invitante anche questo, o carne o pesce, sempre su consigli della signora e richieste del cliente.

Quindi torneremo sicuramente per una buona pizza e per assaggiare la cucina, con pasta fatta in casa, quella fresca, da una sfoglina e la pasta secca di Gragnano, quindi la migliore.

Per la votazione vi rimando alla pagina “Ristoranti SI e NO”

 

Ristorante ” Dorio 1865″ Vigodarzere (Pd)

Vigodàrzere è in provincia di Padova, in Veneto. Il toponimo significa “villaggio sull’argine” (o anche “villaggio fortificato”, dal latino agger) con evidente riferimento alla posizione del paese sul fiume Brenta. E’ posta immediatamente a nord della città di Padova e proprio a causa di questa posizione veniva considerato l’ultimo avamposto a protezione della sottostante città.

Molto interessante è La Certosa di Vigodarzere, monastero certosino edificato nel corso del XVI secolo.

La costruzione fu decisa dopo che nel corso del cosiddetto “guasto delle mura” (la distruzione ordinata dalla Repubblica di Venezia di tutti gli edifici che circondavano le mura cinquecentesche di Padova) fu abbattuto il vecchio monastero certosino.

I dintorni sono protetti dal regolamento del Parco del Brenta e pertanto sono quasi intatti: alberi secolari e suggestivi scorci del fiume rendono gradevoli le passeggiate che portano alla Certosa.

Ma a Vigodarzere abbiamo scoperto anche questo ristorante, “Dorio 1865”. Si trova in via Roma 26/A – tel 049 700854

Il Ristorante Dorio 1865 si distingue per l’eccellenza della sua cucina di pesce e per la sua storia che affonda le radici molto lontano nel tempo, attraversa i secoli e racconta di cuochi, piatti della casa, ricette segrete e gusti alimentari che si sono evoluti nel tempo. Il locale è storico, ma  rimodernato in sintonia con le nuove richieste della clientela e i nuovi stili di vita. Infatti l’interno è molto curato, i tavoli sono disposti in modo che ci sia sempre un po’ di privacy, il personale è accogliente, solare e premuroso.

Particolare

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Ma passiamo al menù, e a sorpresa, coccola della casa, è arrivata una deliziosa

– crema di cannellini prima soffritti con gambero cotto al vapore e olio d’oliva –

crema cann soff gamb vapore

poi come antipasto abbiamo scelto

-shacker di scampi siciliani e gamberi rossi al pomodoro e arancio su pane abbrustolito –

viene presentato nel vasetto e miscelato bene per poi essere versato sul piatto dove il pane lo aspetta fragrante. Molto originale ed il pesce freschissimo.

shaker di gambscam pom succo ar basil pane

poi…”Ciccheto de Venesia”, cioè baccalà mantecato e gamberi in saor, mai mangiati e unici come sapore, equilibrato, agrodolce, favolosi. E poi la presentazione è molto curata, piacevole anche agli occhi….

gamb saor baccal mantec

non c’era la tartare di tonno ed allora abbiamo preso quella di dentice, ottima, sullo sfondo i panini e la focaccia della casa.

tartare di dentice

come primi piatti – risotto di mare classico – delicato, ma ricco di pesce, molto ben mantecato

risotto frutti di mare

e tortellini ripieni di scampi e gamberi rossi, al burro e bottarga su crema di rapa rossa. Da fare il bis, particolari, sapori ben assortiti.

tort sc gamb rossi burro bottarga crema rapa ros

poi diciamo basta perchè le porzioni erano assolutamente sufficienti, ma su consiglio del cameriere ci siamo lasciati tentare da una frittura di calamari, scampi e mazzancolle e verdure pastellate. Fatto bene, perchè era una frittura leggera e non unta, ce la siamo divisa diciamo, equamente…

fritto misto

ma e le capesante che a me piacciono tanto? Dai è la tua festa, ordinale, ed ecco che arrivano anche quelle piccole, gratinate in maniera eccellente, non ricoperte come normalmente le servono, sparite…

piatto capesante grat

vista la presentazione con i germoglietti era un peccato rovinare il piatto, ma il gusto nel mangiarli è stato più forte.

Finiamo naturalmente io con un dolce – zuppa ai frutti di bosco e fragole con gelato alla vaniglia e lastrine di cioccolato – una crema di frutti veramente ben fatta, dolce al punto giusto

zuppa bosco gelato vaniglia ciocc

e gli altri con un sorbetto al limone, sì, non il solito, ma mantecato con la vodka al tavolo. In questo caso l’ha preparato la dolcissima camerierina Giorgia, premurosa e sorridente

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sorb mantec al tavolo vodka

Dopo il caffè ci siamo decisi ad alzarci da tavola, dopo aver mangiato molto bene, con piatti particolari che erano perfettamente adatti alla festa. Il costo è adeguato alla qualità del pesce molto fresco e al servizio,sicuramente è un locale dove tornare con famiglia, amici o per una cenetta a due….

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Il mio voto per questo ristorante è sicuramente 5/5, sia per il locale, il personale e il cibo.

 

Ristorante “La Tentazione” -Verbania Pallanza

 

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Qui siamo a Verbania Pallanza, una bella cittadina sul Lago Maggiore.

Il Lago Maggiore o Verbano è un lago prealpino di origine fluvioglaciale, il secondo per superficie in Italia. Il suo nome “Maggiore” deriva dal fatto che era il più esteso dei laghi prealpini. Le sue rive sono condivise tra Svizzera e Italia.

E’ il lago delle mie vacanze da bambina, quando andavo a casa della nonna e lì passavo tutte le estati, con tanti bei ricordi vissuti in un ambiente sereno e in un luogo che a tutt’oggi, dopo anni, ha conservato quell’aria un po’ demodè, tranquilla. Davanti ci sono le isole Borromee, una più bella dell’altra e poi Stresa, bella cittadina con una splendida vista, ma diventata molto turistica e commerciale.

……e questo è un ristorante dove abbiamo mangiato più di una volta, veramente bene, davanti al lago, con un ambiente familiare e il cuoco ha, oltre all’abilità, molta fantasia.

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Il menù è vario, con pesce fresco appena pescato, il pane e i dolci fatti in casa e il personale sempre pronto a soddisfare ogni desiderio e pronto a consigliare il menù migliore.

Ecco qualche piatto che abbiamo gustato

Lasagnette aperte con gamberi, zucchine e pecorino”

lasagnetta aperta gamberi zucchine e pecorino

ripieni di patate viola, crema di latte di bufala, confit essiccati, pinoli e parmigiano”,

semplicemente deliziosi, delicati e allo stesso tempo saporiti

ripieni di patate crema di latte confit essiccati pinoli eparmigiano

“spaghetti allo scoglio – La Tentazione” , gli spaghetti sono sotto….

spaghetti allo scoglio La Tentazione

misticanza pomodori, ceci, farro e salmone affumicato”, sapori perfettamente equilibrati e piatto unico.

misticanza pomodori ceci farro salmone affumicato

ombrina”

ombrina

“ombrina impiattata”, delicata e cottura perfetta.

ombrina sfilettata

pesce persico del lago” – specialità

pesce persico del lago

“filetto di scottona alla brace e al sale rosa” – cottura perfetta

filetto di scottona alla brace e sale rosa himalaya

crème caramel al vapore” – troppo buona

creme caramel al vapore

“panini della casa”

panini della casa

…e ci sarebbero tante altre ricette, ma vi invito ad andare in questo ristorante a provare tutte le altre specialità.

Vale la pena di andare a fare una gita sul lago Maggiore a Verbania Pallanza per godere di questo meraviglioso lago, fare una gita in battello e rilassarsi, mettendo i piedi sotto ad un tavolo del ristorante “la Tentazione” sotto all’Hotel Novara.