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Branzino in sale e incoperchiato

Stasera ho provato a preparare dei branzini mettendoli nel sale, così come ho visto fare nella trasmissione GEO & GEO. E’ un programma molto ben fatto, condotto con garbo e interessante anche sotto l’aspetto delle ricette di cucina.

Naturalmente poi li ho fatti cuocere con il mio coperchio New wonder cooker, che mi soddisfa sempre di più.

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Il cuoco ha proposto di preparare un insieme di sale fine, sale grosso, albume e acqua e con questo ricoprire i pesci da cuocere.

Ingredienti:

  • due branzini
  • sale grosso e sale fine
  • albume
  • acqua q.b.
  • spezie: cumino,kummel, senape, fieno greco, finocchio
  • olio evo per condire.
  • carta da forno

Preparare in una scodella un insieme di sale grosso e fine in parti uguali, un albume e tanta acqua da formare come una crema, mettere in una padella della carta da forno e adagiare i branzini puliti ed asciugati, nei quali ho messo un cucchiaino di spezie.

Ricoprirli con questo miscuglio, io evidentemente non ne avevo fatto abbastanza, perchè devono praticamente essere chiusi.

Ho acceso il gas medio alto e ho coperto la padella con il coperchio, non li ho più toccati e dopo circa 8 minuti erano cotti.

La pelle è venuta via senza problemi e poi li ho sfilettati, messi nel piatto, con un filo di olio evo, niente sale e accompagnati da un buon purè.

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Sono venuti veramente buoni, leggermente profumati, inoltre la ricetta è molto semplice da eseguire.

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Merenda “çinoira”

La merenda çinoira (piemontese) è quello spuntino che si fa tra la merenda e la cena, prende quindi la merenda e la cena insieme.

Oggi ho preparato questi “tegolini ai semi” (ricetta TPW) e sono veramente buoni da abbinare al salame e alle cipolline che ha fatto Mastro Geppetto (alias Mauro).

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Ingredienti:

  • 1 albume
  • 50 gr farina bianca
  • 25 ml olio
  • un pizzico di sale

Copn queste dosi ne vengono fuori una decina, quindi si possono raddoppiare le dosi a piacimento. Inoltre si può usare la farina integrale o anche la farina gialla.

Radunare tutti gli ingredienti in una ciotola e mescolare bene fino a formare una specie di crema; posizionare dei mucchietti su una teglia fredda del forno. Schiacciare leggermente i mucchietti con il retro di un cucchiaio (dimenticato…). Io ho aggiunto sopra dei semi di sesamo, di papavero, di lino, di aneto, tanto per variare i gusti.  Quindi cuocerli nel forno preriscaldato a 180° per circa 13 min.

Freddi sono buonissimi, in questo caso con il salame e le cipolline, a noi piacciono così rustici, si possono fare anche più sottili mettendo meno impasto sulla piastra.

Quasi quasi con questa ricetta partecipo al contest de lastufaeconomica…ah già..sono io, però la metto in elenco perchè vale la pena di provare, sono veloci, semplici e gustosi.

Quanti modi di fare e rifare…pane allo zafferano

Questa volta,con tutte le Cuochine, siamo andati addirittura nel Gloucestershire per rifare una ricetta molto particolare di Euan, il pane allo zafferano.

Io penso sia  particolare perchè sono dei panini che si sposano bene con un buon the, almeno io ho provato così.

Ho voluto “rifarli” anch’io, ho fatto dei panini ed un pane intero, che è molto buono a fettine con del burro spalmato.

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questa è la sua ricetta, a fianco le mie modifiche:

  • Un pizzico grande di filamenti di zafferano ( 1 cucchiaino di curcuma)
  • 1 cucchiaio di acqua bollente (omesso)
  • 150ml di latte
  • 125 g di burro non salato (100 gr.)
  • 100 ml d’acqua
  • 600 g di farina bianca per pane (Manitoba)
  • 5 g di sale marino fine
  • 7g di lievito di birra secco di azione veloce (preferibile lievito di birra in panetto)
  • 85 g di zucchero semolato
  • 1 uovo medio
  • 200 g di uva passa (200 gr frutta secca mista)
  • 2 cucchiai di miele per la glassa (facoltativo) (albume)

Ho fatto scaldare il latte, poi ho sciolto il burro nel latte ed ho aggiunto la curcuma, ho fatto raffreddare, poi in una ciotola ho messo la farina, il lievito e lo zucchero, ho aggiunto il latte completo e il sale. Dopo aver impastato bene ho aggiunto la frutta secca mista.

Ho lasciato lievitare per un paio d’ore.

Poi ho diviso la pasta, metà ne ho fatto panini che ho messo sulla teglia del forno e l’altra metà l’ho messa in uno stampo rettangolare.

Ho spalmato dell’albume e aggiunto dei pezzetti di frutta secca sul pane intero.

Ho lasciato ancora lievitare, poi nel forno statico a 200° per circa 30 min.

Buoni per colazione e anche per spuntino.

Con questa ricetta partecipo a: “Quanti modi di fare e rifare”

per il mese di ottobre 2013

LA NOSTRA CUOCHINA

NON DIMENTICHIAMO LE “GIUGGIOLE”

Anche le giuggiole fanno parte dei “frutti  dimenticati”,  una volta, soprattutto in Romagna, piantavano gli alberi vicino alle case coloniche perché dicevano che portassero fortuna.

I frutti appartengono da sempre alla tradizione contadina ,un tempo venivano conservati per l’inverno e consumati principalmente dalle donne a “filò”. Nelle lunghe veglie invernali le filatrici abbisognavano di continua saliva per umettare le dita e tirare il filo da avvolgere. Una giuggiola in bocca era quel che serviva.

Il giuggiolo è noto anche come dattero cinese. Si ritiene che il giuggiolo sia originario dell’Africa settentrionale e della Siria, e che sia stato successivamente esportato in  Cina e in India dove viene coltivato da oltre 4000 anni. I romani lo importarono per primi in Italia, e la chiamarono Zizyphus.

Se colto quando non ancora maturo (colore verde uniforme), il frutto, la giuggiola, ha un sapore simile a quello di una mela. Con il procedere della maturazione tuttavia, il colore si scurisce, e il sapore diviene sempre più dolce, fino ad assomigliare a quello di un dattero.

Narra Omero nell’Odissea che Ulisse e i suoi uomini, portati fuori rotta da una tempesta, approdarono all’isola dei Lotofagi, nel nord dell’Africa. Alcuni dei suoi uomini, una volta sbarcati per esplorare l’isola, si lasciarono tentare dal frutto del loto che fece loro dimenticare mogli, famiglie e la nostalgia di casa. È probabile che il loto di cui parla Omero sia proprio lo Zizyphus, un giuggiolo selvatico, e che l’incantesimo dei Lotofagi non fosse provocato da narcotici ma soltanto dalla bevanda alcolica che si può preparare coi frutti del giuggiolo.

Pare che per gli antichi Romani il giuggiolo fosse il simbolo del silenzio, e come tale adornasse i templi della dea Prudenza e le giuggiole erano usate, dopo aver fermentato, per produrre un vino, le cui più antiche preparazioni risalgono a Egizi e Fenici.

Ad Arquà Petrarca comune veneto dove i giuggioli sono ancora piantati nei giardini di molte abitazioni, le giuggiole sono utilizzate per realizzare ottime confetture, sciroppi, e il famoso “brodo di giuggiole”  un antico liquore, inoltre sempre in quella cittadina, esiste ancora una festa, in ottobre,completamente dedicata alle giuggiole.

Ma la giuggiola, oltre ad essere tanto stuzzicante per il palato, ha anche ottime proprietà medicinali. Contiene soprattutto vitamina C. Infatti 10 giuggiole equivalgono a 2 arance. Alcune delle sue principali proprietà terapeutiche sono epatoprotettive, antinfiammatorie, emollienti ed espettoranti. Nella medicina popolare è considerata uno dei quattro frutti “pettorali” con fichi, datteri e uvetta. Viene usata in infuso o in decotto per prevenire e curare i sintomi da raffreddamento e le infiammazioni alle vie respiratorie, e contro la tosse.

 

Ho provato a preparare dei muffins alle giuggiole, ed ho utilizzato il Bimby, ma siccome l’impasto è semplice si può anche eseguire a mano.

Ingredienti:

Per l’impasto

  • 100 gr di giuggiole denocciolate,
  • 150 gr di latte
  • 100 gr di burro
  • 60 gr di zucchero
  • 2 uova
  • 300 gr di farina tipo 00
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • un pizzico di sale

Per la glassa reale:

  • 250 gr di zucchero
  • 1 albume
  • 1 cucchiaio di succo di limone

Preparazione dell’impasto:

Mettere le giuggiole nel boccale e tritarle per 15 sec. a vel.9, aggiungere il latte e scaldarlo per 2 min, 37°, vel 1.

Io ho lasciato le giuggiole tritate dentro, così si sono ammorbidite. Poi aggiungere il burro, lo zucchero e le uova, frullare per 20 sec. vel 4.

Unire la farina, il lievito e in un angolo il sale e impastare per 15 sec. vel 5.

Versare l’impasto in pirottini di stagnola, poi infornare in forno caldo a 180° per circa 20 min.

Lasciar raffreddare e poi coprirli con la glassa.

Preparazione della glassa:

Inserire nel boccale lo zucchero e farlo a velo (io ho usato quello già preparato da me e aromatizzato di vaniglia) vel. da 0 a turbo per 30 sec.

Unire l’albume e il succo di limone, 40 sec. vel.6

Poi li ho decorati con una giuggiola e qualche codette colorata.

Mentre ero intenta a fotografarli, nell’attimo dello scatto, si è inserita Montedison, curiosa come sempre.