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Torta versata di ricotta (Martolina docet)

Questa è una delle tante meravigliose ricette di Martolina in cucina.

Lei l’ha preparata a pezzettini nei pirottini dicendo che si può anche congelare, io l’ho preparata intera, pensando che, se avanzava, avrei fatto così anch’io…sìììììì…è sparita tutta ed eravamo in quattro…

E’ veramente facile, molto gustosa e soprattutto da rifare.
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Pane “Tumminia”

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Ecco, questo è il mio primo esperimento con un’altra farina dei Molini del Ponte Drago di Castelvetrano

La farina Tumminia, un po’ di storia:

La Timilia (detta anche nelle forme dialettali tumminia, timminia, trimminia) è una farina che era coltivata già nel periodo greco ed è una varietà antica di grano duro a ciclo breve che veniva seminata a marzo, come ringrano o quando le annate piovose non consentivano la semina nel periodo autunnale. Il pane di Tumminia che ne deriva è scuro e particolarmente profumato, con un buon apporto nutrizionale.  La Farina di Timilia è ottenuta dal lento sfregamento delle macine a pietra, è una farina integrale leggermente burattata. Essa contiene quindi gli oligoelementi del germe di grano e un po’ di crusca. Questa farina è indicata per la panificazione, infatti è ingrediente principale del prodotto tipico “pane nero di Castelvetrano”, ha una colorazione grigiastra e il pane che ne deriva ha colore scuro ed un gusto dolce. Non subisce trattamenti chimici.

Avevo assaggiato questo pane a Castelvetrano e, avendo acquistato la farina, dovevo provare a prepararlo.

Certo per il vero pane di Castelvetrano va preparato con due tipi di farina, va cotto nel forno a legna scaldato con rami di ulivo, va preparato con il lievito madre, ma era tanta la voglia di provare che…mi sono buttata. Poi non ho fatto la forma “a vastedda”, cioè quella tipica della pagnotta siciliana, ma ne ho fatto tre pezzi con semi vari (papavero, lino e aneto…lo so..lo so che ci vorrebbe il sesamo..).

Insomma come primo esperimento sono abbastanza soddisfatta, anche se dovrebbe venire più alveolato, riproverò seguendo pari pari la ricetta e anche se non ho il forno con l’ulivo, pazienza, vorrà dire che tornerò a Castelvetrano per mangiare quello vero.

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Questa è la mia ricetta:

INGREDIENTI

  • 15 gr di lievito fresco
  • 300 ml di acqua tiepida
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 450 gr farina Tumminia
  • 1 cucchiaino di sale
  • semi di lino, papavero, aneto

Ho sciolto il lievito con lo zucchero e metà acqua, poi ho impastato con l’impastatrice, versando la farina e il sale nel recipiente. Ho incorporato poi il lievito sciolto e l’acqua rimanente fino ad ottenere un impasto morbido ed omogeneo. Ho lasciato lievitare l’impasto fino al raddoppio, poi l’ho rilavorato e ho fatto una seconda lievitazione.

Ho messo le pagnotte in forno caldo a 200 ° per circa 30 minuti, l’ho tolto quando ha assunto un bel colore dorato, non ho voluto aspettare e l’ho assaggiato caldo. Certo non ha tutto il sapore di quello vero, ma è molto buono (da migliorare, sicuro).

 

I “Madonita”

Li ho chiamati così perchè li ho preparati con la farina integrale “MADONITA” dei MOLINI DEL PONTE di Castelvetrano (TP) .

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brioches Madonita

Prima di tutto due  parole su questi “Molini del Ponte” di Filippo Drago.

Sono andata a visitarli, accompagnata da Giovanna e Pino, e ho conosciuto questi giovani, entusiasti del loro lavoro che stanno riscoprendo le farine prodotte con grani antichi. Farine molite a pietra naturale, in ambiente assolutamente pulito, in ordine e moderno e Filippo è stato così gentile da spiegarmi tutto, insomma mi ha fatto una lezione da università.

io e Filippo

 

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Qui è Filippo orgoglioso di mostrare il suo grano antico.

Ho scoperto molte cose e soprattutto che dobbiamo rifarci ai prodotti naturali, non per moda, ma per la nostra salute. Potete contattarlo per avere maggiori informazioni e soprattutto possono spedire le farine dove volete.

Oggi ho provato a fare questi dolcetti con la farina Madonita,

INGREDIENTI:

  • 400 gr di farina integrale MADONITA
  • 100 gr di burro morbido
  • 100 gr di latte
  • 1 uovo
  • 1 bustina di lievito
  • 2 cucchiai di zucchero
  • un pizzico di sale
  • crema di nocciole (mia)
  • zucchero a velo

Ho mescolato bene tutti gli ingredienti e poi ho lasciato lievitare in luogo caldo per circa 30 min. Poi ho diviso l’impasto e tirato bene con il matterello, ho preparato dei cerchi e diviso in otto parti, su ogni parte ho messo un cucchiaino di crema alle nocciole, poi li ho arrotolati partendo dalla base per formare delle piccole brioches.

Ho cotto in forno per 15 min a 180° e non appena si sono raffreddati li ho cosparsi di zucchero a velo. Non sono dolcissimi, ma sono buoni e friabili.

 

 

 

 

 

 

Panorsetto

Ecco qui il mio panorsetto, cioè un panino e prosciutto fatto ad orsetto, preparato anche per partecipare ad un contest, una simpatica parata degli orsetti del blog “Sweet and that’s it”.

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Ingredienti:

  • 400 gr di farina  o
  • 100 gr di acqua
  • 100 gr di latte
  • 20 gr di lievito di birra in panetto
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 2 cucchiaini di sale
  •  20 gr di burro morbido

Dopo aver impastato bene tutti gli ingredienti, accendere il forno a 250° per circa due minuti, poi spegnere, in modo da creare una camera di lievitazione.

Intanto formare l’orsetto su una teglia e inserirlo nel forno spento, dopo circa mezz’ora, quando sarà lievitato, senza toglierlo dal forno, accendere a 200° e cuocere per circa 30/40 minuti.

Lasciarlo raffreddare e poi tagliarlo a metà e farcirlo a piacere, io ho usato il prosciutto crudo, ma si può mettere la mortadella, formaggio, sottaceti. Ho decorato il mio orsetto con olive per occhi e mazzetto di erba cipollina e fiori per augurare a tutti un buon inizio di primavera.

Con questo orsetto partecipo al contest – La parata degli orsacchiotti – del blog Sweet and that’s it –

“Un lampone nel cuore”

Con questa iniziativa, i food blogger che aderiscono a “unlamponelcuore” intendono far conoscere il progetto “lamponi di pace” della Cooperativa Agricola Insieme (http://coop-insieme.com/),nata nel giugno del 2003 per favorire il ritorno a casa delle donne di Bratunac, dopo la deportazione successiva al massacro di Srebrenica, nel quale le truppe di Radko Mladic uccisero tutti i loro mariti e i loro figli maschi. Per aiutare e sostenere il rientro nelle loro terre devastate dalla guerra civile, dopo circa dieci anni di permanenza nei campi profughi, è nato questo progetto, mirato a riattivare un sistema di microeconomia basato sul recupero dell’antica COLTURA DEI LAMPONI e sull’organizzazione delle famiglie in piccole cooperative, al fine di ricostruire la trama di un tessuto sociale fondato sull’aiuto reciproco, sul mutuo sostegno e sulla collaborazione di tutti. A distanza di oltre dieci anni dall’inaugurazione del progetto, il sogno di questa cooperativa è diventato una realtà viva e vitale, capace di vita autonoma e simbolo concreto della trasformazione della parola “ritorno” nella scelta del “restare”.

Ed ecco che anch’io ho deciso di partecipare a questa iniziativa, dedicando una mia ricetta a questo frutto saporito, rosso come il sangue versato da tanti innocenti, ma rosso anche come la passione che queste persone mettono per ritornare a vivere.

“PINZA BOLOGNESE AI LAMPONI”

è una vecchia ricetta, semplice, ma molto buona che ricorda quando le nonne la facevano per la colazione o la merenda; invece di usare la mostarda bolognese all’interno della ricetta classica, ho usato la marmellata di lamponi.

Ingredienti:

  • 500 gr di farina OO
  • 3 uova
  • 300 gr di zucchero
  • una bustina di lievito per dolci
  • latte q.b. per amalgamare
  • granella di zucchero
  • marmellata di lamponi
  • lamponi freschi

Disporre la farina e mettere le uova, il lievito e lo zucchero, impastare in modo da ottenere un amalgama liscio, spianare con il matterello. Stendere su questa sfoglia la marmellata di lamponi, arrotolarla su se stessa e chiuderla ai lati.

Bagnare leggermente la superficie e  mettere sopra la granella di zucchero.

Mettere in forno caldo a 180° per circa 30 min. Quando è fredda decorarla con i lamponi freschi.

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Biscotti Regina, o meglio Principessa

biscotti regina

Mi hanno portato dalla Sicilia questi biscottini al sesamo, mi sono piaciuti tanto e mi dispiaceva finirli, ma ecco che, miracolo, spunta una ricetta di questi biscotti Regina dal blog Pasticci e Pasticcini di Mimma.

Ho provato a rifarli, non ho osato chiamarli Regina, ma Principessa perchè non sono venuti tutti uguali ai suoi, ma il sapore è lo stesso di quelli siciliani, quindi io sono molto soddisfatta. Sono biscotti profumati, morbidi dentro, vanno benissimo con un bel passito siciliano o anche con il Marsala.

Ecco la ricetta di Mimma: (fatta pari pari)

  • 250 gr farina OO
  • 250 gr farina di semola rimacinata
  • 80 gr di strutto morbido
  • 150 gr di zucchero (il mio vanigliato)
  • 1 uovo intero
  • un pizzico di sale
  • 1 cucchiaio di cannella macinata
  • mezza bustina di lievito per dolci
  • mezza bustina di ammoniaca per dolci
  • mezzo cucchiaio di vanillina (omessa)
  • 50 gr di acqua
  • 300 gr di sesamo

Ho impastato tutti gli ingredienti aggiungendo l’acqua per ottenere un impasto morbido, ma lavorabile sul piano, ho staccato dei pezzetti di impasto e ho fatto dei rotolini come per fare gli gnocchi. Li ho assottigliati con le mani leggermente umide, fatto dei pezzettini e rotolati nel sesamo.

Messi in forno ventilato a 180° per circa 15 min. Tolti, lasciati raffreddare e…mangiati.

Ottimi, grazie Mimma.

Torta di ricotta e amaretti

La RICOTTA, parliamo un po’ di questo “formaggio” che non si può definire tale in quanto è un latticino. E’ prodotta non dal latte, ma dal suo siero, che è un residuo della lavorazione del formaggio. Il nome ricotta deriva dal fatto che il trattamento termico del siero è una seconda cottura, per cui il siero viene appunto ri-cotto.

La storia della ricotta è molto antica, sembra che venisse già prodotta ai tempi dei Sumeri e degli Egizi, era molto usata ai tempi dei Greci e dei Romani, ma la sua massima espansione ci fu nel Medioevo.

In commercio si possono trovare molti tipi di ricotta , con caratteristiche  molto diverse. A seconda del tipo di siero utilizzato infatti, c’è la ricotta di pecora, di vacca o di capra. Anche la consistenza può essere diversa. In Sardegna ad esempio, oltre alla ricotta fresca, si produce anche quella stagionata, molto compatta e consistente tanto da poterla grattugiare. Di consistenza molto simile è quella romana, asciutta e a forma di cono; ancora diverse sono quella toscana e quella calabrese dal gusto più delicato.

Viene prodotta in Sardegna, Sicilia, Basilicata, Abruzzo,Puglia, Calabria e Campania ed è usata grattugiata sulla pasta asciutta ed in particolare sulla ricetta siciliana della pasta alla Norma. La ricetta abruzzese tradizionale degli anellini alla pecorara, prevedeva l’utilizzo di ricotta essiccata. Infatti era una ricetta che i pastori preparano durante la transumanza quando cioè non era possibile reperire prodotti freschi. Nelle valli valdesi, in provincia di Torino, viene prodotto un particolare tipo di ricotta stagionata nel fieno che si chiama saras del fen.

Fuori dall’Italia si produce ricotta nei paesi mediterranei europei: Francia (sérac, brocciu corso), Grecia (myzíthra, anthótyros), Spagna (requeson) e Malta (rikotta). (Wikipedia)

A Buscemi in provincia di Siracusa la prima domenica di aprile si svolge la Sagra della ricotta. La mattina all’alba i produttori preparano il latte in enormi pentole di rame,iniziando così la preparazione della ricotta. Il tutto si svolge nel quartiere medievale del paese, proprio per rendere più caratteristica la sagra e ritrovarsi immersi in un tempo che ormai non ci appartiene più.

Con la ricotta si possono preparare tanti gustosi piatti, dolci o salati, naturalmente deve essere freschissima. Ogni regione italiana ha la sua specialità, sia preparata con la ricotta dolce, salata, fresca o secca, dai primi ai dolci.

Io ho preparato questa torta ed ho aggiunto degli amaretti, tanto per cambiare…

Ingredienti:

  • 500 gr. di ricotta
  • 150 gr di zucchero
  • 50 gr di farina
  • 50 gr di latte
  • 1 uovo
  • 1 pizzico di sale
  • buccia di limone grattugiata (io ho usato un poco della mia seccata)
  • 1 bustina di lievito in polvere.
  • 5 amaretti, sbriciolati a mano

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Mescolare bene la farina con la ricotta, lo zucchero, il latte, l’uovo, il sale e la buccia di limone. Poi aggiungere il lievito e amalgamare molto bene il tutto. Sbriciolare sopra degli amaretti, facendone penetrare un po’ nell’impasto. Versare il composto in una teglia e cuocere in forno statico, già caldo, a 160/180° per 45 minuti.

Era bella gonfia e dorata, ma ho avuto l’inavvertenza di aprire un pochino il forno e….la mia torta si è seduta……ma era buona lo stesso, infatti l’abbiamo mangiata in un bel pomeriggio….piovoso e ventoso……..tra una partita di carte e l’altra.

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