
Questa è la mia cotognata finita, di quando la facevano che ero bambina e che, come oggi, ne mangiavo una dietro l’altra.
LA COTOGNATA
E’ un dolce di origine spagnolo, portoghese, italiano (qui esportato quando il meridione del paese era governato dal regno diAragona), è molto diffusa anche in America Latina e in Israele. E’ una gelatina semisolida in piccoli pezzi, è famosissima nel “Ragusano“, nell’area dell’Etna e nel Basso Lodigiano, soprattutto a Codogno. Tanto per dire che anche qualcosa di dolce unisce il Nord al Sud.
COTOGNO
È una delle più antiche piante da frutto conosciute, ma ormai quasi dimenticata,era coltivato già 4.000 anni fa dai Babilonesi, tra i Greci era considerato frutto sacro ad Afrodite e in epoca romana era ben noto venendo citato da Catone, Plinio e Virgilio.
Ma la mela cotogna vanta un passato letteralmente leggendario, si narra che la mela cotogna rappresentò l’emblema di Venere, simbolo di buon auspicio e fecondità nei banchetti matrimoniali al tempo degli Dei
Le varietà con i frutti a forma di mela sono dette meli cotogni, mentre quelle con i frutti più allungati sono dette peri cotogni.
Trattandosi di specie ben definita, pur avendo il frutto a pomo che può assumere diverse forme, il cotogno è una pianta da frutto distinta da meli e peri.
Oggi è diffuso principalmente nell’area occidentale del Mediterraneo ed in Cina; un tempo molto diffuso anche in Italia, dagli anni ’60 ad oggi si è verificata un calo della produzione dato che non è commestibile da crudo.
Data la limitata dimensione le piante di cotogno,i cotogni sono ancora coltivati in orti e frutteti domestici.
Non è possibile il consumo dei frutti allo stato fresco, perchè hanno la polpa dura anche a maturità, pochissimo dolce ed astringente. Il frutto è usato per la preparazione di confetture, gelatine, mostarde, distillati e liquori.
La condizione di limitata dolcezza della polpa non significa assenza di zuccheri, ma con la cottura la polpa assume una dolcezza intensa, e la liberazione di un profumo di miele. L’elevato contenuto di pectina produce un veloce addensamento della confettura o della gelatina, limitando i tempi di cottura. In epoca precedente la diffusione dello zucchero raffinato, la confettura semisolida di cotogne era con il miele (costosissimo) uno dei pochi cibi dolci facilmente disponibili e soprattutto ben conservabili.
Un liquore digestivo a base di Cotogna, denominato sburlon, viene prodotto nel parmense vicino a Roccabianca (PR).
I frutti possono anche essere messi negli armadi e nei cassetti per profumare la biancheria.
Quindi questo frutto non molto conosciuto ha molte proprietà, è molto gradevole come confettura o cotognata e si presta ad essere conservato.
In questo caso io l’ho preparato e confezionato pronto per fare dei regalini di Natale, per ora la conservo in una scatola di metallo della mia collezione, sperando che arrivi a Natale, non perchè si guastino, ma perchè….spariscono prima.

Ingredienti:
- 1 kg mele cotogne
- 3 limoni
- 750 gr di zucchero
Pulire bene le mele cotogne strofinandole con un panno umido, metterle in una casseruola, non di alluminio, con tanta acqua da coprirle e i limoni, appena si saranno ammorbidite togliere dall’acqua, farle raffreddare, poi sbucciarle e passarle al passaverdure o con un frullatore ottenendo una purea.
In un tegame abbastanza largo mettere lo zucchero con un bicchiere d’acqua e cuocere a fuoco lento fino a quando lo zucchero non comincia ad attaccarsi alle pareti del tegame. A questo punto unire la purea di mele cotogne, togliere il tutto dal fuoco e mescolare fino a quando i due ingredienti non si siano perfettamente amalgamati. Rimettere nuovamente il tutto sul fuoco moderato e portare ad ebollizione sempre continuando a mescolare. Appena raggiunto il bollore tenete la marmellata sul fuoco per non più di 5 minuti.
Poi versare la cotognata in una forma, lasciarla asciugare e poi toglierla.

Tagliarla a quadretti e lasciarla asciugare ancora per un giorno, poi rotolarla nello zucchero e quindi incartarla se la si vuole regalare, altrimenti chiudere bene la scatola a prova di mani leste.