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Stufato di verza che non stufa…

…perchè lo si può mangiare come contorno, o con la salsiccia, o con le costine o con il fegato (cotto a parte), o con la polenta, insomma è molto versatile.

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Due notizie sulla verza. ( da santa Wikipedia)

La verza o cavolo verza (Brassica oleracea var. sabauda L.), detta anche cavolo di Milano è  simile al cavolo cappuccio, ma a differenza di questo presenta foglie grinzose, increspate e con nervature prominenti. Di origine antichissima, il cavolo verza è coltivato soprattutto nelle regioni centro-settentrionali d’Italia. Il suo utilizzo in cucina è diffuso in gran parte d’Europa e in molte regioni italiane.

Alcune preparazioni sono: il ris e verza cun custëini (risotto alla verza e costine di maiale, del Piacentino) e la zuppa ‘d pan e còj (zuppa di pane e cavoli verza) del Canavese. Le verze sofegae venete e la nota cassoeula lombarda. Nella cucina valtellinese è utilizzata per la preparazione dei famosi pizzoccheri. All’estero troviamo  i dolmades greci, il sarma della Romania, i Kohlrouladen dell’area germanica, e dall’Olanda la Boerenkool met worst.

Ingredienti:

  • 500 gr di verza
  • 250 gr di pezzetti di pomodoro
  • 1 cipolla – 2 spicchi di aglio
  • salamoia bolognese (la mia)
  • mix di timo, alloro, peperoncino rosso (poco)
  • olio e burro

Pulire bene la verza e tagliarla a filetti.

Far rosolare la cipolla tagliata grossolanamente insieme ai pezzetti di aglio in una casseruola un po’ alta con burro e olio.  Aggiungere i filetti di verza, coprire e mescolare ogni tanto, fino a che la verza sia calata, quindi aggiungere il pomodoro, la salamoia e il mix.

Lasciar cuocere ancora per circa 15 min, scoperto, mescolando.

Servire caldo.

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Sparus Aurata…ma sì Orata ai pomodorini secchi.

26 aprile 2013 049

L’orata (Sparus aurata) è un pesce osseo di mare e di acque salmastre, appartenente alla famiglia Sparidae.
Il nome deriva dalla caratteristica striscia di color oro che il pesce mostra fra gli occhi. (da Wikipedia)

A queste bellissime orate, fresche acquistate al mare, ho voluto aggiungere dei pomodorini secchi, che piacciono perchè sono molto versatili. Inoltre a differenza di quelli freschi, non sono acquosi e sprigionano meglio il loro profumo e sapore.

INGREDIENTI:

  • due orate ( freschissime)
  • alcuni pomodorini secchi
  • fette di limone
  • timo, pepe, sale
  • olio

Dopo aver pulito bene le orate, le ho messe in una casseruola con i pomodorini, alcune fette di  limone, le spezie e un poco di sale.       Le ho coperte e fatte cuocere in forno per circa 30 min.

Le ho servite accompagnate da pomodori al gratin, per sottolineare il sapore dei pomodori.

26 aprile 2013 050

CONIGLIO ARROSTITO CON CIPOLLE

coniglio arrostito

Sì, arrostito proprio, ma tanto buono, perchè dentro è rimasto bianco e vi spiego come.

INGREDIENTI

  • un coniglio tagliato a pezzetti
  • cipolla bianca
  • olio
  • spezie  (aglio, timo, origano, paprika, pepe di Cayenna, alloro spezzettato)
  • succo di mezzo limone
  • mezzo bicchiere di vino bianco

da contorno – bocconcini di polenta grigliati.

Mettere in una padella i pezzi di coniglio e la cipolla con olio, tutto a freddo.

Far cuocere per circa 10 minuti fino a che sia rosolato bene, aggiungere il vino, far sfumare, mettere poi le spezie e il succo di limone.

Incoperchiare e lasciar cuocere per altri 20 min.

Alla fine, tolto il coperchio, lasciare scottare a fuoco alto, in modo da formare una crosticina che, quando si taglia il coniglio, si stacca, lasciando la carne bianca e profumata.

Ho grigliato della polenta a bocconcini e sta benissimo con la cipolla.

Desiderio d’estate

Nevica e vorrei l’estate, è grigio e vorrei il sole, è ora di preparare il pranzo e vorrei andare al ristorante di Vissani…

Portata a miglior ragione vado nel mio frigo, tre zucchine crude  avanzate dalla minestra di verdura di ieri, una mozzarella che mi implora, guarda che domani scado e i miei vasi di pomodori estivi in bella mostra.

Ma sì, metto sul gas una padella, olio e aglio e naturalmente il desiderio di andare da Vissani viene messo nell’angolo dei miei desideri segreti, perchè quando sono in cucina, non esisto per nessuno, non voglio nessuno (lo si vede dalla mia porta…)

porta cucina (3)

porta cucina

e quello che combino lo so solo io…

Allora ho messo tutto insieme in questo modo.
INGREDIENTI:

  • 3 zucchine verdi
  • un vaso di pomodori a pezzettoni
  • 1 mozzarella
  • aglio
  • olio
  • salamoia bolognese, timo, pepe, un goccio di latte.

Ho fatto scaldare l’olio con l’aglio tagliato a pezzetti, poi ho aggiunto le zucchine tagliate a dadolini, le ho lasciate appassire un po’ e poi ho aggiunto i pomodori, la salamoia, tre rametti di timo fresco (ne ho ancora..) un poco di pepe e l’ho fatto tutto stufare.

zucchine mozzarellate

Ho incoperchiato e lasciato cuocere per circa 10 min, poi ho tolto il coperchio e aggiunto la mozzarella a fettine.

zucchine mozzarellate2

L’ho lasciata sciogliere, aggiungendo un poco di latte, mescolando bene e poi l’ho servita.

zucchine mozzarellate3

Magari è un piatto un po’ estivo, ma almeno è colorato e mi ha risollevato il morale e ho potuto guardare la neve che cadeva con altri occhi.

CONIGLIO DE’ CORTIGIANI

Riguardando i miei album delle foto, ho scovato in un viaggio in Umbria del 1988, un foglio di un programma di un evento, con la ricetta.

Io faccio sempre i miei album foto, soprattutto quelli dei viaggi, attaccando anche i vari biglietti dei treni, aerei, conti dei ristoranti o alberghi, fogli di manifestazioni e tutto quanto può ricordare in modo completo un viaggio.

Qui si strattava di un evento a Urbino, nel corso della manifestazione – il Rinascimento in cucina: “il piatto del duca” – Coniglio de’ cortigiani.

Nel 2010 è stata riproposta questa manifestazione e Daniela Storoni, consulente storico gastronomica dell’iniziativa ed esperta di gastronomia rinascimentale, spiega che: “Proporre una contesa sulla cucina rinascimentale in una città come Urbino è sicuramente una sfida interessante, un arricchimento culturale della proposta turistica enogastronomica del territorio del Montefeltro. L’obiettivo è quello di dare, per quanto è possibile, un’idea della gastronomia rinascimentale italiana. L’alta cucina del Rinascimento, si contraddistingue sia per la ricchezza degli ingredienti che per la complessità e diversità dei metodi di preparazione. I grandi cuochi del ‘500 erano rivolti alla ricerca di un sapere culinario universale. La ricerca della perfezione, del bello, dell’equilibrio, accomuna tutte le arti del Rinascimento compresa quella culinaria. Con questa iniziativa si è cercato di valorizzare la professionalità dei cuochi, chiedendo loro di cimentarsi con delle preparazioni insolite ricche di sapori speziati e agrodolci, con una forte attenzione alla qualità degli ingredienti usati”.

Questi gli ingredienti:

  • un coniglio a pezzi
  • 1 cipolla e 1 scalogno
  • 2 cucchiai di farina,
  • brodo,vino, olio
  • sale, pepe, timo e spezie varie (?), chiodi di garofano
  • 1 limone
  • qualche patata
  • prezzemolo
  • mandorle tostate

” A fuoco vivo fate dorare i pezzi di coniglio e, quando questi avranno preso colore, gettate l’olio.

Tenendo il tegame caldo, ma non sul fuoco, mescolate i pezzi di carne, il trito di cipolla e scalogno; dimenate il tutto finchè il coniglio abbia ad insaporirsi.

Rimettete sul fuoco cospargendolo di farina e solo quando questa avrà preso colore, bagnate con il brodo caldo e il vino, salate, pepate e aromatizzate con il timo e le spezie.

Fate cuocere a fuoco basso per una mezz’ora.

Dopo aver tolto i pezzi di coniglio e averli sistemati in uno scaldavivande, sgrassate il fondo, trinciate il limone in buona quantità e in fette sottii, e fate stufare in pochi minuti con l’odore dei chiodi di garofano.

Versate poi la sala sulla carne e servite ben caldo con un contorno di patate saltate nel burro e spolverate di prezzemolo.

Un tantino di mandorle tostate, tritate o portate a cottura nella salsa, ricorderà meglio il sapore antico.

Servire con vino bianco.”

Questa è la ricetta originale che ho seguito passo passo, eliminando però i chiodi di garofano (non graditi al marito) e come spezie varie ho aggiunto delle foglie di salvia, maggiorana, un pizzico di cannella  e qualche grano di ginepro.

Ho messo in una casseruola i pezzi di coniglio con dell’olio, li ho fatti dorare e poi ho messo da parte l’olio cotto (mai buttarlo nel lavandino, ma metterlo in un contenitore da portare poi all’isola ecologica).

Ho spento il fuoco ed ho aggiunto il trito di cipolle e scalogno, ho “dimenato” il tutto fino a che si è insaporito bene, poi ho aggiunto due cucchiai di farina, l’ho lasciata colorire, girando di tanto in tanto, poi ho aggiunto il vino e l’ho fatto evaporare, poi il brodo bollente, le spezie, sale e pepe, ho incoperchiato e ho cotto per mezz’ora a fuoco basso, voltando ogni tanto e aggiungendo un po’ di brodo bollente quando si asciugava troppo.

Poi ho spento, tolto il coniglio dalla pentola e al fondo ho aggiunto delle fettine di limone e delle scaglie di mandorle. Ho lasciato stufare per qualche minuto, nel frattempo, in una pentolina andiaderente ho fatto tostare altre scaglie di mandorle.

Ho preparato anche delle patate (prima bollite nel microonde) e poi fatte saltare in padella con il prezzemolo e del sale.

Alla fine ho composto il piatto, mettendo il coniglio e sopra la sua salsa, e le scaglie di mandorle tostate, accompagnato dalle patate.

Dagli apprezzamenti mi sono sentita proprio come una duchessa che ha deliziato i suoi ospiti.