Archivio mensile:dicembre 2016

Presepio magico

Voglio farvi vedere questo magnifico presepio allestito nel cortile d’onore del Palazzo d’Accursio a Bologna (sede del Comune). Entrando nel cortile si trova a destra in un angolo.

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Lo hanno chiamato “presepio contemplativo” ed è della scultrice Grazia Sarcina di Bologna.

E’ realizzato in terracotta con figure a grandezza naturale ed ogni figura rappresenta un simbolo. E’ chiamato contemplativo e veramente sprigiona qualcosa di magico, guardandolo ci si sente estraniati dal clamore della città e da tutti i pensieri che scorrono nella mente.

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Stupore e contemplazione traspaiono dai volti, dagli sguardi, dalla quieta calma delle mani, ma anche dalla tensione delle figure che sembrano trattenere il respiro. Maria e Giuseppe che accolgono il Bambino, che dorme tranquillo nelle braccia della mamma, il cui volto è dolcissimo.

L’acqua portata dalla donna allude all’acqua Battesimale, la pastorella seduta in raccoglimento rappresenta tutti i pastori e il gatto, presenza insolita nei presepi (ma non nel mio) entrò nella capanna e fece sorridere il Bambino.

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Se capitate a Bologna non perdetelo, è un’esperienza emozionante.

E arriva un altro anno

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Certo il tempo passa, si lamentava qualcuno ed io dico sempre, meno male, perchè l’alternativa sarebbe peggiore. Quindi siamo in prossimità del 2017  e non farò il solito augurio di buona salute, buona armonia ecc.ecc.

Perchè questi auguri non dovrebbero essere fatti a capodanno, ma dovrebbero essere una prassi per tutto l’anno.

Dobbiamo fare bilanci, consuntivi e di previsione? Nooo, consuntivo mette malinconia, quanti soldi potevo non spendere? Quanti “amici” si sono persi per strada? Quante persone ci hanno lasciato veramente? Quanto non è stato fatto nel mio piccolo e nel mondo? No, no ormai il 2016 tra poco se ne andrà e grazie per il bello che ci hai dato e pazienza per il meno bello che è capitato.

Previsioni per il 2017? Ma và,  non so se domani nevicherà o no, cosa penso di prevedere per il nuovo anno? Nulla, cercherò di comportarmi come mi suggerisce l’istinto, riflettendo su quanto c’è stato di positivo o negativo e andare avanti con un’unica certezza, la mia piccola famiglia, lui e la gatta. Il resto si vedrà.

Ricordati però che se continui a fare quello che hai sempre fatto, continuerai ad ottenere ciò che hai sempre avuto.
Nel fare gli auguri, quest’anno non voglio dimenticare i “pelosetti” e animali in genere, perchè ci fanno compagnia, alle volte sono più umani di certi umani e a Capodanno, per colpa di qualche ottuso imbecille, si spaventeranno con i famigerati “botti”. E allora faccio mio l’invito di  GREENME, “NO ai botti, SI’ ai biscotti”, leggete questo

https://www.greenme.it/informarsi/animali/18809-botti-capodanno-croce-rossa

e Montedison collabora:

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 auguri a tutti per un nuovo anno più sereno.

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Marika

Buon Natale…….davvero?

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Buon Natale a tutti, ma che tristezza un Natale così, con tutti questi drammi, questi atti terroristici che colpiscono persone inermi in un momento di serenità, quale può essere un mercatino di Natale. Questi problemi irrisolti perchè non ci vogliono mettere mano; con tutta questa gente che fugge dalle loro case per una guerra voluta da gente lontana da loro; per la nostra gente che deve convivere con una terra che trema e che invece non tremano le coscienze delle persone che non hanno fatto il proprio dovere.

Ma sì,cerchiamo un regalo da mettere sotto al nostro albero, almeno nelle nostre case lasciamo per un attimo i problemi fuori, ma non dimentichiamoli. Soprattutto se ci sono bambini non dobbiamo far vedere loro che perdiamo la speranza, ma aiutarli a crescere in un mondo che ha perso ogni dignità.

E a loro raccontiamo ancora la favola di Babbo Natale, magari servirà a farci sentire un po’ meglio.

Non dimentichiamo pure i “pelosetti” nostri amici che ci fanno compagnia e che anche per loro non è sempre Natale.

Allora

BUON NATALE

a tutti voi, alle vostre famiglie e amici di blog e non. E si aggiunge anche Montedison…

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Tronchetto salato

In una delle mie cene natalizie ho preparato questo tronchetto salato come antipasto, originale, buono e simpatico.

Il tronchetto di Natale (Bûche de Noël), è un dolce tipico della tradizione natalizia francese, è fatto a forma di ceppo di legno, simbolo Natalizio di numerosi paesi del Nord Europa; un tempo quando ci si scaldava con la legna veniva preso un ceppo dalla parte più grossa dell’ albero e conservato nella legnaia in attesa della vigilia di Natale, e quindi veniva messo nel camino dal capofamiglia , un simbolo per riscaldare il bambin Gesù.

Poiché il ceppo doveva ardere fino a Capodanno, si estraeva da alberi come la quercia o il castagno, che assicuravano una lenta combustione.

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Le sue origini in realtà sono pagane, era un rito con cui si propiziava la fertilità di tutti gli alberi da frutto e con le ceneri del ceppo, durante l’anno si compivano riti propiziatori atti a proteggere il raccolto e la famiglia dalla negatività.
E questa tradizione si è trasformata in cucina nella creazione di un ceppo fatto di pasta morbida di biscotto arrotolato e ripieno di crema di cioccolata oppure, come nel mio caso, in un tronchetto salato.

INGREDIENTI:

per la pasta brisè:

  • 250 gr di farina n° 1
  • 100 gr di burro morbido a pezzetti
  • 70 gr di acqua fredda
  • un pizzico di sale

per la farcitura:

  • due etti di speck
  •  100 gr di crema di formaggio emmenthal (il mio)
  • semi si sesamo
  • semi di papavero
  • patè di funghi

crema di formaggio:

far sciogliere a basso fuoco in un pentolino, del formaggio emmenthal a fettine sottili con un po’ di panna, aggiungere, quando sarà diventato cremoso, i semi di sesamo e di papavero. Lasciar raffreddare.

patè di funghi:

ho fatto rinvenire dei funghi secchi misti, poi li ho messi in un pentolino con dell’alloro, due spicchi di aglio, del prezzemolo e li ho fatti trifolare, aggiungendo, se occorre, del vino bianco. Quando si sono intiepiditi li ho frullati e messi da parte.

Preparazione:

Per prima cosa impastare la pasta brisè e prima di utilizzarla, avvolgerla in un tovagliolo e lasciarla riposare per circa 15 min. in frigorifero.Poi stenderla con il matterello in un rettangolo, appoggiarla su un foglio di carta stagnola e farcirla con le fette di speck e sopra con la crema di formaggio.

Arrotolarla bene con la carta stagnola, quindi farla cuocere in forno per circa 25 min.

Quando sarà fredda, togliere la stagnola. Tagliare l’inizio e la fine per traverso e un pezzo per fare il fianco del tronchetto.

Unire il pezzetto di fianco e ricoprire il tutto con il patè di funghi, poi decorare a piacere.

Ecco il risultato:

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Si presenta bene e, soprattutto, è un ottimo antipasto.

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Master’s degree di Alexandra

E così Alexandra ce l’ha fatta anche questa volta, conseguendo il master’s degree in letteratura comparativa e criticismo alla Goldsmiths, University Of London.

E’ appassionata di studi ed ora è già iscritta al Dottorato di ricerca. Dove arriverà?

Oggi c’è stata la consegna del diploma post laurea a Londra ed è stata una grande soddisfazione per mia figlia Roberta e per noi che siamo felici dei risultati conseguiti da Alexandra, che mentre studia, lavora, quindi doppio impegno.

E’ stata una giornata piena, anche di sole, di allegria, di amici che le facevano le congratulazioni e il sorriso di Alexandra che ripaga di tante fatiche. Non ho ancora le foto della cerimonia, ma questa è lei, la nostra splendida “Cucciola”

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Auguri Alexandra, che la vita ti doni sempre questo sorriso e tante soddisfazioni.

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Finiamo il panettone?

Quest’anno, per ora, le persone che sono venute a trovarci ci hanno portato ciascuna un panettone, cosa fai, per cortesia lo apri e lo mangi insieme, magari con una tazza di the oppure dopo pranzo, anche se hai preparato già un dolce.

Ma naturalmente ne avanza e allora, con tre mezzi o quasi panettoni ho preparato un dolce. Come lo chiamo? Panetton-crem.

Intanto vediamo come è nato il panettone.

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Il panettone, è un tipico dolce milanese, associato alle tradizioni gastronomiche del Natale e ampiamente diffuso in tutta Italia. A Milano fino al 1900 erano in moltissimi tra fornai e pasticceri a produrre il panettone, oggi però le grandi ditte industriali di panettoni sono dislocate in tutta Italia, mentre a Milano rimangono ancora tanti artigiani che producono un panettone secondo la ricetta tradizionale.

Una delle leggende circa il nome del panettone è questa: Il cuoco al servizio di Ludovico il Moro fu incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale a cui erano stati invitati molti nobili del circondario, ma il dolce, dimenticato nel forno, quasi si carbonizzò. Vista la disperazione del cuoco, Toni, un piccolo sguattero, propose una soluzione: «Con quanto è rimasto in dispensa – un po’ di farina, burro, uova, della scorza di cedro e qualche uvetta – stamane ho cucinato questo dolce. Se non avete altro, potete portarlo in tavola». Il cuoco acconsentì e si mise a spiare la reazione degli ospiti. Tutti furono entusiasti e al duca, che voleva conoscere il nome di quella prelibatezza, il cuoco rivelò il segreto: «L’è ‘l pan del Toni». Da allora è il “pane di Toni”, ossia il “panettone”.

Un’altra curiosità è questa: A Milano, è tradizione conservare del panettone mangiato durante il  Natale, per poi mangiarlo raffermo a digiuno il 3 febbraio, festa di san Biagio, come gesto propiziatorio contro i mali della gola e raffreddori,  In questo giorno i negozianti per smaltire l’invenduto vendono a poco prezzo i cosiddetti panettoni di san Biagio, gli ultimi rimasti dal periodo festivo.

Ed ora ecco il mio panetton-crema:

Ingredienti:

  • panettone avanzato
  • crema
  • liquore all’arancia (il mio)
  • fettine di arancia
  • zucchero a velo

per la crema: (nel Bimby)

  • 100 gr di zucchero (io di canna)
  • 500 di latte
  • 2 uova
  • 40 gr di farina n° 1
  • un cucchiaio di liquore all’arancia

Mettere nel boccale lo zucchero, il latte, le uova e la farina, cuocere per 7 min 90° vel 4. In ultimo ho aggiunto il liquore mescolando bene.

Poi ho tagliato a fette i panettoni rimasti e ne ho fatti degli strati alternati con la crema, messo dello zucchero a velo e guarnito con fettine di arancia, ecco pronto un nuovo panettone, o un panetton-crema.panettone-arancia

 

Finocchi e curcuma

Foeniculum vulgare

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Il finocchio può essere selvatico o orticolo, il finocchio selvatico è una pianta spontanea, perenne, alta fino a 2 m. Possiede foglie che ricordano il fieno (da cui il nome foeniculum), del finocchio selvatico si utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti (impropriamente chiamati “semi”).
Il finocchio coltivato (o dolce) è una pianta annuale o biennale con radice a fittone. Raggiunge i 60–80 cm di altezza. Si consuma la grossa guaina a grumolo bianco che si sviluppa alla base.

Il finocchio è ampiamente coltivato negli orti per la produzione del “Grumolo”, una struttura compatta costituita dall’insieme delle guaine fogliari, che si presentano di colore biancastro, colore  dato dalla tecnica dell’imbianchimento.

In fitoterapia, come tisana fatta con i semi del finocchio, è utilizzato per chi ha difficoltà digestive e nell’allattamento per ridurre le coliche d’aria nei bambini.

Risultati immagini per finocchio semi (foto di Macrolibrarsi)

In cucina si possono usare tutte le parti del finocchio. Il grumolo bianco (erroneamente ritenuto un bulbo) del finocchio coltivato si può mangiare crudo nelle insalate oppure lessato e gratinato e si può aggiungere agli stufati.

Io utilizzo anche le parti superiori con le foglioline, che, ridotte a pezzetti, finiscono nel minestrone.

Curiosità

L’espressione “lasciarsi infinocchiare” deriva dall’abitudine dei cantinieri di offrire spicchi di finocchio orticolo a chi si presentava per acquistare il vino custodito nelle botti. Il grumolo infatti contiene sostanze aromatiche che rendono gustoso anche un vino di qualità scadente o prossimo all’acetificazione.

Io ho preparato il finocchio con la curcuma, è semplice, di effetto e gustoso.

Ingredienti:

  • quattro finocchi freschi
  •  curcuma
  • panna
  • un po’ di latte
  • semi di finocchio
  • burro q.b.
  • sale q.b.

Ho pulito i finocchi, mettendo via le parti con le foglie per riutilizzarle e li ho tagliati a pezzi in lunghezza, poi li ho messi in una casseruola con del burro, sopra la panna e ho grattato una radice di curcuma, semi di finocchio, sale.finocchi-curcuma

Infornati a 180 ° per circa 20 minuti, dopo circa dieci minuti ho aggiunto un po’ di latte.

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Certo i finocchi non hanno un sapore deciso, ma si possono cucinare con spezie o altro che li renda un po’ più saporiti.