Archivio mensile:gennaio 2020

Vellutata di punte di finocchio

Foeniculum vulgare, cioè semplicemente finocchio, ma come sembra importante come verdura con il suo nome altisonante….

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Il finocchio è una pianta erbacea mediterranea, conosciuto fin dall’antichità per le sue proprietà aromatiche, la sua coltivazione orticola sembra che risalga al XVI secolo.

Da esso è derivato il termine infinocchiare, senso di “truffare, imbrogliare”, in quanto deriva dalla pratica di utilizzare il finocchio come antipasto per ingannare il gusto del cliente nei confronti di un vino di scarsa qualità, sia di utilizzarne i semi per alterare il gusto del vino imbottigliato.

Si dice che il finocchio sia una verdura poco importante, “non sa di niente”, invece  è noto soprattutto per le sue proprietà digestive. Ha infatti la capacità di evitare la formazione di gas intestinali e contiene anetolo, una sostanza in grado di agire sulle dolorose contrazioni addominali. Il finocchio ha, inoltre, proprietà depurative, in particolare a carico del fegato e del sangue. Ha, inoltre, potere antinfiammatorio. È composto principalmente d’acqua; tra i minerali il più presente è il potassio; contiene vitamina A, vitamina C e alcune vitamine del gruppo B.

A noi piace perchè è fresco, croccante e io ne utilizzo tutte le parti. La parte centrale, crudo in mille insalate, le parti esterne per preparare qualcosa al forno o cotte al vapore, sì ma non mi dire che usi anche i rametti e le foglioline, ebbene sì, proprio stasera ho preparato una deliziosa vellutata.

INGREDIENTI:

  • rametti e foglioline dei finocchi
  • 450 gr acqua
  • una confezione piccola di panna
  • olio di oliva
  • sale pepe

Prima di tutto ho cotto a vapore i rametti apicali e le foglioline,

dopo io ho usato il Bimby, ma si può usare un frullatore per tritare, direi omogeneizzare il finocchio. Poi si mette a cuocere per circa 20 min. con acqua, panna, olio, sale e pepe.

Servito con crostini di pane (avanzato) ne è risultata una deliziosa vellutata, profumata.

 

Gamberetti all’arancia

Per la vigilia di Natale, trascorsa tranquillamente a casa ho preparato questi gamberetti, in modo originale.

I gamberetti erano congelati, che io preferisco a quelli freschi perchè sono più sicuri e li ho lasciati scongelare in frigorifero.

Questi sono gamberetti rossi, ma esistono anche i gamberetti di fiume  (Austropotamobius pallipes) che una volta popolavano tutti i fiumi, quando questi avevano acque chiare e pulite. Oggi sono praticamente estinti o in forte pericolo di estinzione per la presenza di Crostacei esotici  introdotti dalle attività umane, in particolare sfuggiti ad allevamenti. Per l’introduzione di malattie sconosciute alla specie autoctona e quindi molto meno tollerate. In particolare con i Gamberi “americani” ha fatto la sua comparsa anche un fungo  che ha causato un’elevata moria dei gamberetti di fiume. Altro grave fattore è rappresentato dall’inquinamento organico che diminuisce il tenore di ossigeno nelle acque,  e l’inquinamento inorganico dovuto principalmente ai metalli pesanti contenuti negli anticrittogamici.

Teniamo conto che la loro presenza è un indicatore molto attendibile della salubrità e integrità dell’ambiente. Quindi continuiamo a fare finta di niente, che tutto va bene?

Torniamo alla mia ricetta:

INGREDIENTI:

  • 400 gr di gamberetti o gamberoni se si preferisce
  • 20 gr di burro
  • 2 arance
  • liquore grand marnier o cointreau
  • sale
  • erba cipollina

tagliare l’arancia e ricavare delle fette. far fondere il burro in padella e unire le fette di arancia

(sfocata per colpa del calore….)

Mettere poi le fette di arancia in un piatto, (tenerle al caldo) aggiungere in padella i gamberetti, sfumare con il liquore, aggiungere il succo di arancia, salare e lasciar cuocere.

Mettere nei piatti le fettine di arancia. adagiarvi sopra i gamberetti e decorare con erba cipollina.

 

Non occorre aspettare il prossimo Natale per ripeterli perchè sono veramente buoni e profumati.

Gnocchi con polenta avanzata

Dopo le feste, e comunque sempre,  non bisogna buttare via il cibo, ma cercare di ridargli nuova vita.

Per questa ricetta mi sono ispirata al libro : In cucina non si buttava niente:

 

ricette insolite di ieri e di oggi per non sprecare cibo e denaro.

Per necessità economica e per virtù sostenibile anche noi oggi dovremmo recuperare le soluzioni di creare cibi con avanzi (magari dimenticati in frigorifero) e i cosiddetti “scarti”, parti meno nobili, e destinati alla pattumiera.

Avevo della polenta e questo libro mi è venuto in aiuto con una originale e semplice ricetta.

INGREDIENTI:

  • 250 gr di polenta avanzata
  • 200 gr di farina 00 (io farina 1)
  • 4 cucchiai di parmigiano grattugiato (io pecorino sardo)

Ho frullato la polenta e l’ho mescolata alla farina e al formaggio, ottenendo un composto omogeneo e piuttosto sodo. Ho ricavato dei cilindretti che poi ho tagliato a pezzetti, premendoli con il pollice per poter meglio prendere il sugo.

 

Ho fatto bollire dell’acqua salata e li ho tuffati poco alla volta. Man mano che salivano li ho raccolti e messi nei piatti dove li ho conditi con un buon ragù alla bolognese e, naturalmente, con una spolverata di parmigiano reggiano.