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Quanti modi di fare e rifare il “Panpapato”

Ultimo mese dell’anno, ultima ricetta dell’anno, pronti per ripartire con altre novità l’anno prossimo con la Cuochina e le amiche di “quanti modi di fare e rifare”.

Oggi festeggiamo insieme il Natale, anche se in anticipo, ma sapete i fusi orari….nella cucina addobbata a festa di “Un castello in giardino” con la ricetta del panpapato di Ferrara. Per la sua storia vi rimando qui, dove viene spiegata molto bene, per capire l’origine di questo dolce, prettamente natalizio.

Io l’ho rifatta nel modo tradizionale, quello classico della cucina ferrarese.

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INGREDIENTI:

  • 500 gr di farina OO
  • 300 gr di zucchero
  • 200 gr di mandorle
  • le scorze di un’arancia, di un mandarino e di un limone
  • 60 gr di frutta candita mista
  • 100 gr di cacao amaro
  • 2 chiodi di garofano pestati e un poco di noce moscata
  • mezzo litro di acqua

per la glassatura – 250 gr di cioccolato fondente

In una piccola casseruola far sbollentare per pochi minuti le scorze degli agrumi tagliate sottili, scolarle e tritarle finemente. Far tostare le mandorle al forno per 5/6 minuti. Poi per impastare ho usato il mio Ken, mettendo la farina, lo zucchero, le mandorle tostate, il trito di agrumi, la dadolata di frutti canditi, il cacao e un po’ di noce moscata e i chiodi di garofano. Ho impastato usando l’acqua nella quale ho sbollentato gli agrumi, perchè hanno lasciato il loro profumo, lavorando fino ad ottenere un impasto uniforme e discretamente sodo.

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Ho disposto i panpapati a cupoletta sulla placca del forno con il mio tappetino, a 160° per circa 45 minuti.

Intanto ho sciolto il cioccolato e, quando i panpapati si sono raffreddati, ho spennellato la superficie con un pennello. Ed ora sono pronti da gustare, ma… non arrivano a Natale.

Con questa ricetta partecipo al quanti modi di fare e rifare del mese di dicembre 2013.

                                           BUON NATALE A TUTTI

RICICLO CON CREMA ALLE BUCCE D’ARANCE

Dovevo finire la famosa colomba da due chili e mezzo, altrimenti mi restava fino a ferragosto e allora ho pensato di fare questo dolce.

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INGREDIENTI:

  • avanzo di colomba
  • buccia di arancia grattugiata
  • crema
  • marsala
  • mandorle

Prima di tutto tritare molto finemente la buccia di due arance

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per la crema: io ho usato il Bimby, ma si  può fare facilmente anche a mano.

  • 100 gr di zucchero (il mio alla cannella)
  • 2 cucchiaini abbondanti di scorza d’arancia grattugiata
  • 500 gr di latte
  • 2 uova
  • 50 gr di farina

Mettere gli ingredienti nell’ordine indicato, cuocere 7 min. 90° vel 4.

Travasare poi in una ciotola a raffreddare. Intanto tagliare l’avanzo di colomba e sistemarlo nel fondo di un piatto dai bordi rialzati, bagnare leggermente con il marsala, poi ricoprire il tutto con la crema.

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Decorare a piacere e servire, vi assicuro che è piaciuto molto, il sapore della scorza di arancia mitigato dallo zucchero ci sta a pennello.

E poi il marsala assieme all’arancia mi piace molto perchè mi ricorda la mia adorata Sicilia.

 

A..come Auguri AURORA per i tuoi 13 anni

Questa  e-mail  mi è stata mandata da WALLY che ringrazio e rinnovo gli auguri ad AURORA per i suoi splendidi 13 anni.

Ecco finalmente sono riuscita a scaricare le foto della mia ricetta per partecipare al tuo contest, titolo – A..come Auguri Aurora per i tuoi 13 anni-

La torta è pura cioccolata, di seguito la ricetta:

  • 250 gr di cioccolata fondente
  • 200 di burro
  • 50 gr di mandorle sgusciate e spellate
  • 4 uova
  • sale

La procedura per la preparazione è la seguente:

tritare nel mixer le mandorle con due cucchiai di zucchero, che serve ad assorbire l’olio che emettono le mandorle, evitando che si formi un impasto.

Spezzettare il cioccolato e scioglierlo a bagnomaria o nel microonde ( 3 min. 800 watt) insieme al burro ridotto a tocchetti. Incorporare lo zucchero rimasto, le mandorle macinate, le uova leggermente sbattute, (non montarle troppo altrimenti il dolce prenderà un effetto croccante-meringato in superficie) e un pizzico di sale.

Versare il composto in una tortiera di 24 cm. imburrata e infarinata (io ho usato la maizena perchè avevo ospite al compleanno una ragazzina celiaca) livellare la superficie cuocere in forno preriscaldato aa 175° per mezz’ora.

In allegato alcune foto e spero possa piacere alle tue amiche artiste della cucina. Io partecipo per la soddisfazione di venire citata nel tuo super-blog.”

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Con questa ricetta Wally partecipa al contest “A..come abbraccio”.

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QUANTI MODI DI FARE E RIFARE I SOCKERBULLAR

cioè i Bomboloni al forno di Barbara del blog “My Italian smorgasbord”.

Sì, perchè oggi siamo nella sua cucina, un salto all’estero, in Svezia per preparare insieme questi dolci tradizionali.

Diciamo che i suoi sono perfetti, i miei sono i fratelli maggiori dei miei primi “baci di dama” del mese scorso…..

Forse ho sbagliato la chiusura dei dolci, però  vorrei che si potesse sentirne il sapore, veramente buono, diverso dai nostri, non solo perchè sono al forno anzichè fritti, ma la doppia lievitazione ed il burro li rendono molto particolari.

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INGREDIENTI: (ho usato circa metà delle dosi della sua ricetta originale ed ho preparato una crema alle mandorle)

per il preimpasto:

  • 250 gr di latte
  • 40 gr di lievito di birra
  • 15 gr di zucchero semolato
  • 300 gr di farina 00

Nella planetaria ho sciolto il lievito con il latte tiepido e lo zucchero, ho aggiunto la farina e ho impastato a bassa velocità per circa cinque minuti. Ho coperto la ciotola con della pellicola e l’ho messa a lievitare per 45 minuti.

crema alle mandorle e cioccolato: (preparata con il Bimby, ma facilmente si può fare anche a mano)

  • 100 gr di zucchero
  • 60 gr di mandorle
  • 100 gr di cioccolato fondente a pezzetti
  • 10 gr di latte
  • 70 gr di burro

Mettere nel boccale lo zucchero e le mandorle, polverizzare 20 sec vel 10.

Unire il cioccolato, tritare 20 sec. vel 8. Aggiungere latte e burro, 6 min. 50°

vel 3, versare in un vasetto e conservare in frigo.

impasto finale:

  • tutto il preimpasto
  • 100 gr di burro
  • 75 gr di zucchero semolato
  • 20 gr di zucchero vanigliato
  • tuorli d’uovo, due grandi e uno piccolo
  • 300 gr di farina 00

Ho preriscaldato il forno a 220°.

Nella planetaria ho aggiunto al preimpasto tutti gli ingredienti, meno il burro, ho impastato a bassa velocità per circa 5 minuti, poi ho unito a pezzetti il burro e ho impastato altri 10 min. a velocità media.

Ho lasciato lievitare in una ciotola unta con un poco di olio per 30 minuti, dopo di che ho messo l’impasto sul tagliere e l’ho diviso in quattro pezzi, ho preso un pezzo e l’ho diviso in panetti da circa 60 gr l’uno.

E’ subentrato Mauro per stendere con il matterello (senza sgonfiare l’impasto) ogni panetto, poi ho messo un cucchiaino di crema al cioccolato nel mezzo e poi…..”si deve chiudere bene e arrotondare il bordo, no, bisogna metterne un altro sopra, così diventa rotondo e si può chiudere, ma no, la ricetta dice……FACCIO IO…..” al che ho dovuto lasciar fare, quindi ha steso un panetto, ho messo la crema, poi sopra ha messo un altro panetto steso, quindi ogni bombolone ha due panetti. (scusa sai Barbara, ma è un altro modo di farli!!!).

Ho allineato i bomboloni sulla teglia del forno, ma ho fatto due infornate, perchè li ho distanziati e ho cotto 5 minuti a 220° e altri 5 minuti a 200°. Poi, estratti dal forno, li ho pennellati con burro fuso e zucchero semolato.

Ne sono venuti ventuno, a fine serata ne erano rimasti …dieci, gli amici hanno gradito!

Grazie a Barbara dell’ospitalità e a Anna e Ornella, ideatrici di “Quanti modi di fare e rifare”.

 

QUANTI MODI DI FARE E RIFARE I “BACI DI DAMA”

E questi chiamiamoli “Baci di Dama” con buona pace di quelli piemontesi.

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Ho provato, erano bellissimi in forno, suona il telefono – aspetta una attimo che spengo il forno, sì va bene, sì, un attimo, arrivo….bene, sopra marroncini arrabbiati, sotto carbonella. Almeno ho il coraggio di dirlo, acc. Ma avevo un residuo di impasto e ho detto, va bè li faccio, così li butto via tutti insieme.

Invece dopo essere stata attaccata al forno come un condor sulla spalla, sono venuti abbastanza normali. Certo la forma è fatta a modo suo, li ho ricoperti di zucchero alla cannella solo per coprire le ulteriori magagne, però gli altri cinque che hanno fatto sparire in un attimo erano perfetti, buoni, cotti al punto giusto. Ho salvato giusto questi per fare la foto.

Meno male che non devo partecipare ad un concorso, questi sono per il – fare e rifare – della Cuochina (mi perdonerai, vero?), altrimenti mi darebbero un premio fuori concorso, ma molto fuori.

Comunque ecco gli ingredienti:

  • 250 gr.  tra nocciole, arachidi, mandorle
  • 300 gr. di farina bianca 00
  • 250 gr. di zucchero semolato
  • 180 gr. di burro
  • 2 cucchiai di latte
  • Nutella
  • zucchero di cannella

Ho tritato finemente la frutta secca, poi l’ho impastata con il burro fuso al microonde, con la farina, lo zucchero e il latte, formando un impasto consistente.

Ho preparato delle palline e le ho affiancate sulla lastra del forno, tenendole un po’ distanziate perchè crescono.

In forno a 170° per 20 min., poi le ho messe sulla griglia a raffreddare.

Per unire le due palline ho usato la Nutella, anzichè il cioccolato fuso, perchè ho ancora in giro le nipoti nutellose e, prima che rientrino alle loro università, le ho fatte contente ancora una volta.

Poi le ho cosparse (i baci di dama, non le nipoti…) del mio  zucchero alla cannella,  ma credetemi ho fatto giusto in tempo a fare la foto che sono finite.

Con questa…ricetta, partecipo al “quanti modi di fare e rifare” del mese di Gennaio 2013, nella cucina di “La casa di  Artù” che ringrazio per la disponibilità, insieme alla Cuochina che  si impegna sempre tanto per questa iniziativa.

CONIGLIO DE’ CORTIGIANI

Riguardando i miei album delle foto, ho scovato in un viaggio in Umbria del 1988, un foglio di un programma di un evento, con la ricetta.

Io faccio sempre i miei album foto, soprattutto quelli dei viaggi, attaccando anche i vari biglietti dei treni, aerei, conti dei ristoranti o alberghi, fogli di manifestazioni e tutto quanto può ricordare in modo completo un viaggio.

Qui si strattava di un evento a Urbino, nel corso della manifestazione – il Rinascimento in cucina: “il piatto del duca” – Coniglio de’ cortigiani.

Nel 2010 è stata riproposta questa manifestazione e Daniela Storoni, consulente storico gastronomica dell’iniziativa ed esperta di gastronomia rinascimentale, spiega che: “Proporre una contesa sulla cucina rinascimentale in una città come Urbino è sicuramente una sfida interessante, un arricchimento culturale della proposta turistica enogastronomica del territorio del Montefeltro. L’obiettivo è quello di dare, per quanto è possibile, un’idea della gastronomia rinascimentale italiana. L’alta cucina del Rinascimento, si contraddistingue sia per la ricchezza degli ingredienti che per la complessità e diversità dei metodi di preparazione. I grandi cuochi del ‘500 erano rivolti alla ricerca di un sapere culinario universale. La ricerca della perfezione, del bello, dell’equilibrio, accomuna tutte le arti del Rinascimento compresa quella culinaria. Con questa iniziativa si è cercato di valorizzare la professionalità dei cuochi, chiedendo loro di cimentarsi con delle preparazioni insolite ricche di sapori speziati e agrodolci, con una forte attenzione alla qualità degli ingredienti usati”.

Questi gli ingredienti:

  • un coniglio a pezzi
  • 1 cipolla e 1 scalogno
  • 2 cucchiai di farina,
  • brodo,vino, olio
  • sale, pepe, timo e spezie varie (?), chiodi di garofano
  • 1 limone
  • qualche patata
  • prezzemolo
  • mandorle tostate

” A fuoco vivo fate dorare i pezzi di coniglio e, quando questi avranno preso colore, gettate l’olio.

Tenendo il tegame caldo, ma non sul fuoco, mescolate i pezzi di carne, il trito di cipolla e scalogno; dimenate il tutto finchè il coniglio abbia ad insaporirsi.

Rimettete sul fuoco cospargendolo di farina e solo quando questa avrà preso colore, bagnate con il brodo caldo e il vino, salate, pepate e aromatizzate con il timo e le spezie.

Fate cuocere a fuoco basso per una mezz’ora.

Dopo aver tolto i pezzi di coniglio e averli sistemati in uno scaldavivande, sgrassate il fondo, trinciate il limone in buona quantità e in fette sottii, e fate stufare in pochi minuti con l’odore dei chiodi di garofano.

Versate poi la sala sulla carne e servite ben caldo con un contorno di patate saltate nel burro e spolverate di prezzemolo.

Un tantino di mandorle tostate, tritate o portate a cottura nella salsa, ricorderà meglio il sapore antico.

Servire con vino bianco.”

Questa è la ricetta originale che ho seguito passo passo, eliminando però i chiodi di garofano (non graditi al marito) e come spezie varie ho aggiunto delle foglie di salvia, maggiorana, un pizzico di cannella  e qualche grano di ginepro.

Ho messo in una casseruola i pezzi di coniglio con dell’olio, li ho fatti dorare e poi ho messo da parte l’olio cotto (mai buttarlo nel lavandino, ma metterlo in un contenitore da portare poi all’isola ecologica).

Ho spento il fuoco ed ho aggiunto il trito di cipolle e scalogno, ho “dimenato” il tutto fino a che si è insaporito bene, poi ho aggiunto due cucchiai di farina, l’ho lasciata colorire, girando di tanto in tanto, poi ho aggiunto il vino e l’ho fatto evaporare, poi il brodo bollente, le spezie, sale e pepe, ho incoperchiato e ho cotto per mezz’ora a fuoco basso, voltando ogni tanto e aggiungendo un po’ di brodo bollente quando si asciugava troppo.

Poi ho spento, tolto il coniglio dalla pentola e al fondo ho aggiunto delle fettine di limone e delle scaglie di mandorle. Ho lasciato stufare per qualche minuto, nel frattempo, in una pentolina andiaderente ho fatto tostare altre scaglie di mandorle.

Ho preparato anche delle patate (prima bollite nel microonde) e poi fatte saltare in padella con il prezzemolo e del sale.

Alla fine ho composto il piatto, mettendo il coniglio e sopra la sua salsa, e le scaglie di mandorle tostate, accompagnato dalle patate.

Dagli apprezzamenti mi sono sentita proprio come una duchessa che ha deliziato i suoi ospiti.

OSSA DA MORDERE

No, non è uno scherzetto di Halloween, perchè io non lo “festeggio”, lo trovo inutile, dispendioso e poi non ci appartiene.

Queste ossa da mordere in dialetto lombardo si dicono “oss de mord” e sono dei buonissimi biscotti, molto particolari. Sono anche chiamati, in maniera errata, “oss de mort” perchè si preparano per il due novembre.

Io li ho fatti, invece, per il primo novembre per festeggiare tutti i Santi e, a questo proposito faccio gli auguri a tutti, anche a quelli che hanno il nome senza il santo corrispondente e quindi non festeggiano l’onomastico.

Ho trovato la ricetta su uno dei libri della mia collezione di ricette tradizionali, La cucina  lombarda di A. Molinari Prandelli. Fa parte di una serie di libri di ricette tradizionali e sono molto interessanti.

INGREDIENTI – in rosso le mie modifche

  • 100 gr di farina 00
  • 250 gr di mandorle – 200 gr di mandorle spellate
  • 200 gr di zucchero
  • 1 albume
  • la scorza di un limone
  • due cucchiai di latte

Tritare grossolanamente le mandorle insieme allo zucchero. Unire alla farina, le mandorle e lo zucchero tritati, la buccia grattugiata del limone, l’albume montato a neve e il latte.

Mescolare bene fino ad ottenere un panetto che si metterà sul tagliere.

Allungare l’impasto a salame, affettarlo (spessore circa 1 cm.) e disposrlo sulla placca del forno.

Mettere in forno già caldo a 170° e cuocere per circa mezz’ora.

Diventeranno dei biscotti un po’ duri, ma friabili dentro.

Lasciarli raffreddare e conservarli in un contenitore, dureranno a lungo (se non si mangiano prima).

Con questa ricetta partecipo al contest

 “La mandorla” del  blog – Un tavolo per quattro –