Primo maggio festa dei lavoratori…..per chi ha il lavoro, gli altri comunque fanno sempre festa loro malgrado.
Noi diciamo “già dato”, però non possiamo non pensare a tutti quelli che faticano a trovare un lavoro o a mantenerlo. Sì perchè parlano di aumento dei posti di lavoro….grazie, sono tutti a tempo determinato e poi?
Il primo maggio noi siamo andati a spasso per la campagna, fuori dalle code verso il mare o i colli, fuori dai ristoranti pieni, fuori…. nel silenzio.
Questo è un viale meravigliosamente alberato da vecchie quercie, e questo è il traffico che abbiamo trovato, salvo un trattore in transito.

e questi sono i campi coltivati che si perdono all’infinito, con le vecchie cascine.

andando a spasso senza una meta siamo giunti a Malacappa, e dov’è?

Malacappa si trova a pochi km. da Argelato, un paese della pianura bolognese ed è una piccola borgata stretta tra gli argini del fiume Reno, dove sembra che il tempo si sia fermato. Poche case, una trattoria, il bar con i vecchietti che giocano a carte…Un tuffo in un passato non così lontano che ancora ha qualcosa da insegnarci.
Malacappa è collocata vicino ad un alto argine del fiume Reno, fiume che ha avuto una storia travagliata. Il Reno è il più importante fiume dell’Emilia-Romagna dopo il Po;

nasce in Toscana in provincia di Pistoia e si getta nel mare Adriatico presso Casal Borsetti, frazione di Ravenna. Ma non sempre è stato così, Durante l’Alto Medioevo il Reno era un affluente del Po, nel corso del Basso Medioevo, il susseguirsi delle sue disastrose piene causò un disalveamento e un impaludamento nelle campagne ferraresi. Intorno al 1460, si iniziò a deviare il corso del Reno ad oriente, e arrivando nel 1526 al Po. Naturalmente a quell’epoca non esistevano scavatori e quindi il lavoro venne compiuto dagli uomini.
Già da allora levavano la terra a mano e la trasportavano su rudimentali carriole. Il lavoro di arginare il fiume in varie località è continuato fino all’800 e gli operai venivano chiamati “gli scariolanti”.
Hanno scritto una canzone popolare, che si riferisce al reclutamento della manovalanza : la mezzanotte della domenica il caporale suonava il corno e i braccianti correvano con le carriole verso il podere. I primi ad arrivare venivano assunti per tutta la settimana, gli altri dovevano aspettare disoccupati sino alla domenica successiva.
“A mezzanotte in punto, lerà,
si sente una tromba suonar:
sono gli scariolanti, lerà,
che vanno a lavorar.
Volta, rivolta
e torna a rivoltar,
noi siam gli scariolanti, lerì, lerà,
che vanno a lavorar.
A mezzanotte in punto, lerà,
si sente un gran rumor:
sono gli scariolanti, lerà,
che vanno a tribolar.”

Torniamo a Malacappa dove c’era una “festa”, qualche banchetto, bandiere e un luogo dove mangiare le “crescentine”, troppo pieno e allora siamo entrati nell’unico ristorante gestito da due sorelle gemelle: appunto il “ristorante Malacappa”. Un menù tradizionale bolognese che cela dietro le quinte una super nonna in cucina!
Tagliatelle tirate a mano freschissime e ottime, condite con il classico ragù bolognese, poi la faraona al forno, “come una volta” ricorda Mauro, patate al forno, tagliate a mano. Nulla di speciale, ma talmente buono il tutto che mi sono dimenticata di fotografare, troppo intenta a gustare dei piatti semplici, ma genuini.

e questo è quello che si vede arrivando al ristorante, una distesa di tovaglie e tovaglioli ad asciugare al sole…come “una volta…..