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Vellutata patate e porro

Ancora caldo, anche se alla sera, visto che il sole tramonta presto, comincia a fare freschino e allora una bella vellutata non ci sta male. Solo il nome, vellutata, dà l’idea di qualcosa di coccoloso,  e poi si possono preparare con molti tipi di verdure: zucca, carote, patate, asparagi, ecc. ecc. sì perchè la vellutata, alla fine, va bene in tutte le stagioni.

Stasera l’ho preparata di patate e porro, condita con un po’ di olio di oliva e una fetta tostata.

Ho fatto cuocere due patate e due porri con un po’ di sale in un brodo di verdura, poi ho frullato il tutto, aggiunto l’olio e una fetta di pane tostato. Si possono fare anche dei crostini saltati in padella con del burro, oppure aggiungendo anche dello speck tostato, ma questa sera volevo sentire il gusto del porro, che a noi piace.

 

semplice, veloce e confortante.

Riso e patate

Minestra di riso e patate,  ricetta della tradizione povera napoletana, ma buonissima in inverno per scaldarsi un po’.  Infatti in questo inverno, dei 18 gradi, di margherite fiorite, di gemme che premono per uscire dai rami, di sole caldo, cosa c’è di meglio di una buona minestra corroborante.

Non posso certo preparare una caprese o una pasta fredda, e questa estate cosa faccio, la polenta e ragu’. Pazzesco le stagioni si sono capovolte, il corpo reagisce in maniera strana, non fa freddo e quindi accelera e il metabolismo va a farsi friggere. Dicono che non ci sia nulla da fare, ma non credo, l’uomo ha combinato il disastro e l’uomo deve rimediare.  La Natura non è una cosa astratta, ma qualcosa che fa parte di noi e dovremmo trattarla bene per stare bene anche noi.

Torniamo alla mia minestra invernale, ma tiepida è ottima.

INGREDIENTI: (molto semplici perchè già le patate non sono leggere)

  • riso
  • patate
  • prezzemolo
  • acqua
  • dado granulare di verdure (il mio) o dado di verdure
  • sale
  • parmigiano reggiano

In una pentola di acqua mettere il sale e il dado granulare. Inserire le patate tagliate a pezzettoni e far bollire. Quando le patate sono quasi cotte, frullarle con un minipiper lasciando però qualche pezzo intero.

Unire il riso  e, coperto, lasciar cuocere il tempo necessario perchè resti del brodo e non diventi un risotto. Unire poi alla fine il prezzemolo.

Impiattare e cospargere con il parmigiano reggiano. E se avanza, il giorno dopo sarà più compatta quindi adatta per farne delle gustose frittelle.

La mia nuova friggitrice ad aria

Ebbene sì, un altro piccolo elettrodomestico è entrato nel mio parco macchine da cucina. E’ andato ad unirsi al Bimby, alla planetaria Kenwood (completa di tutti o quasi gli accessori), all’essiccatore, all’affettatrice (in Emilia, patria dei prosciutti, non si può non avere) all’estrattore, alla vaporiera, allo spremiagrumi, al tostapane, a quello per fare la schiuma al latte  (vengono certi cappuccini da leccarsi i baffi…) e poi….

Insomma è la friggitrice ad aria, frigge senz’olio, provata e riprovata, funziona davvero e si possono fare tantissime cose. La mia è di medio prezzo, perchè non sapendo come funziona non ho voluto azzardare a prenderne una di marca e spendere più di 200 euro….

 

Ho preparato le classiche polpette,

ho messo sopra un goccio di olio e via in friggitrice. Il risultato…perfette come fossero fritte, ma senz’olio.

 

non solo, ma stasera ho preparato, per la seconda volta, un arrosto, l’ho “massaggiato” (come usa dire oggi) con olio e le mie erbe essiccate e tritate fini. Poi l’ho messo nella friggitrice, 20 min. cotto perfettamente.

 

ho preparato anche fish and chips, perfetti come quelli che si mangiano in Inghilterra.

Risultati immagini per fish and chips

Insomma è molto comoda perchè si ungono i cibi e basta, li si mette nella friggitrice e fa tutto lei, imposti la temperatura e il tempo e via. Suona e tutto fatto.

E’ vero sono una patita, Mauro sospira, ma siccome amo la cucina e non faccio shopping, allora mi butto lì.

 

 

Pesto vegano

Questa è una ricetta tratta dal blog: http://ricetteperprincipianti.blogspot.com/-

Mi è piaciuta, non tanto perchè  io sia vegana, amo troppo il latte, derivati e formaggi, ma perchè è diversa dal solito pesto ed è priva di latticini.

La componente principale del pesto è naturalmente il basilico.

Risultati immagini per basilico

Il basilico (Ocimum basilicum, ) è originario dell’India, ed è utilizzato tipicamente nella cucina italiana e nelle cucine asiatiche per via del marcato profumo delle sue foglie, che a seconda della varietà può essere più o meno dolce o pungente.

Il suo nome deriva dal latino medievale basilicum, con origine dal greco basilikon  (“pianta regale, maestosa”), da basileus “re”.

L’etimologia è incerta: alcune interpretazioni ritengono sia così chiamato perché usato per produrre profumi per il re, o in riferimento all’utilizzo sacro delle antiche popolazioni Hindu; Il nome è stato probabilmente confuso con quello del basilisco, la creatura mitologica greca descritta come un serpente dal veleno letale, col potere di uccidere con lo sguardo. Il basilico ne sarebbe stato l’antidoto.

Sono state classificate circa 60 varietà e cultivar di O. basilicum, che si differenziano per l’aspetto e l’aroma. Il basilico deve essere utilizzato fresco e aggiunto alle pietanze all’ultimo momento. La cottura ne attenua velocemente il sapore fino a neutralizzarlo, lasciando poco del suo profumo. Quando essiccato, perde completamente il suo sapore . Lo si può pestare in un mortaio per rompere le cellule che contengono l’olio essenziale, liberandone l’aroma. In frigorifero si può conservare per qualche giorno,  Le foglie congelate conservano, invece, il sapore per diversi mesi.”

INGREDIENTI:

  • 20 foglie di basilico
  • 15 mandorle pelate
  • uno spicchio di aglio ( se piace più aromatico anche due)
  • un poco di sale grosso
  • olio di semi
  • (due cucchiai di semi di lino dalla ricetta) io ho messo due cucchiaini del trito di semi misti ( lino, canapa, papavero ecc.) che uso per condire le insalate.

Ho pulito bene le foglie di basilico e l’aglio, poi li ho messi nel barattolo del frullatore ad immersione con le mandorle spezzettate, l’aglio schiacciato, i semi e l’olio. Durante la preparazione se ne può aggiungere. Poi ho aggiunto il sale.

Frullato bene in modo da renderlo una crema.

 

E’ veramente ottimo, nulla da invidiare al pesto tradizionale e l’ho provato su una bruschetta, perfetto. Anche come condimento della pasta, da aggiungere all’insalata di patate bollite o per mischiarlo a dei pomodorini frullati.

Ora è pronto per andare in congelatore ed essere usato alla prima occasione.

Ristorante La Quercianella Volta Reno (Bo)

Come dicevo, oggi abbiamo voluto provare questo ristorante, La Quercianella, situato in mezzo alla campagna bolognese, in un bel casolare ristrutturato, tranquillo, con un giardino a disposizione, tanti giochi per i bimbi in un’area riservata e pavoni, tacchini e altri animali.

Un bel locale ristrutturato con un bel colore giallo ocra e situato nelle stalle, con tante scritte sul muro in romanesco.

“Mejo faccia tosta che panza moscia”…..me piace

Abbiamo ordinato: maccheroni al torchio all’amatriciana, con il guanciale e una spolverata di prezzemolo, buoni buoni

poi abbacchio scottadito (e lecca pure le dita), cotto molto bene, con contorno di patate al forno

io…coda alla vaccinara, mi piaceva molto a Roma e questa non aveva nulla da invidiare, ricetta classica anche con i pinoli, ma senza cacao finale, meno male perchè nè a me nè alla proprietaria (romana) piace questa aggiunta. Contorno cicoria all’agro.

per finire una panna cotta con salsa di fragole, freschissima (no foto, mangiata)

Va bene, pranzo non in linea con il detox, ma……

parole sante…….

Il mio voto è un 5/5 pieno, per il posto, il cibo e la gentilezza dei proprietari.

 

Gita del 1° maggio

Primo maggio festa dei lavoratori…..per chi ha il lavoro, gli altri comunque fanno sempre festa loro malgrado.

Noi diciamo “già dato”, però non possiamo non pensare a tutti quelli che faticano a trovare un lavoro o a mantenerlo. Sì perchè parlano di aumento dei posti di lavoro….grazie, sono tutti a tempo determinato e poi?

Il primo maggio noi siamo andati a spasso per la campagna, fuori dalle code verso il mare o i colli, fuori dai ristoranti pieni, fuori…. nel silenzio.

Questo è un viale meravigliosamente alberato da vecchie quercie, e questo è il traffico che abbiamo trovato, salvo un trattore in transito.

e questi sono i campi coltivati che si perdono all’infinito, con le vecchie cascine.

andando a spasso senza una meta siamo giunti a Malacappa, e dov’è?

Il Borgo di Malacappa - Orizzonti di Pianura

Malacappa si trova a pochi km. da Argelato, un paese della pianura bolognese ed è una piccola borgata stretta tra gli argini del fiume Reno, dove sembra che il tempo si sia fermato. Poche case, una trattoria, il bar con i vecchietti che giocano a carte…Un tuffo in un passato non così lontano che ancora ha qualcosa da insegnarci.

Malacappa è collocata vicino ad un alto argine del fiume Reno, fiume che ha avuto una storia travagliata. Il Reno è il più importante fiume dell’Emilia-Romagna dopo il Po;

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nasce in Toscana  in provincia di Pistoia e si getta nel mare Adriatico presso Casal Borsetti, frazione di Ravenna. Ma non sempre è stato così, Durante l’Alto Medioevo il Reno era un affluente del Po, nel corso del Basso Medioevo, il susseguirsi delle sue disastrose piene causò un disalveamento e un impaludamento nelle campagne ferraresi. Intorno al 1460, si iniziò a deviare il corso del Reno ad oriente,  e arrivando nel 1526 al Po. Naturalmente a quell’epoca non esistevano scavatori e quindi il lavoro venne compiuto dagli uomini.

Già da allora levavano la terra a mano e la trasportavano su rudimentali carriole. Il lavoro di arginare il fiume in varie località è continuato fino all’800 e  gli operai venivano chiamati “gli scariolanti”.

Hanno scritto una canzone popolare, che  si riferisce al reclutamento della manovalanza : la mezzanotte della domenica il caporale suonava il corno e i braccianti correvano con le carriole verso il podere. I primi ad arrivare venivano assunti per tutta la settimana, gli altri dovevano aspettare disoccupati sino alla domenica successiva.

A mezzanotte in punto, lerà,
si sente una tromba suonar:
sono gli scariolanti, lerà,
che vanno a lavorar.

Volta, rivolta
e torna a rivoltar,
noi siam gli scariolanti, lerì, lerà,
che vanno a lavorar.

A mezzanotte in punto, lerà,
si sente un gran rumor:
sono gli scariolanti, lerà,
che vanno a tribolar.”

Torniamo a Malacappa dove c’era una “festa”, qualche banchetto, bandiere e un luogo dove mangiare le “crescentine”, troppo pieno e allora siamo entrati nell’unico ristorante gestito da due sorelle gemelle: appunto il “ristorante Malacappa”. Un menù tradizionale bolognese che cela dietro le quinte una super nonna in cucina!
Tagliatelle tirate a mano freschissime e ottime, condite con il classico ragù bolognese, poi la faraona al forno, “come una volta” ricorda Mauro, patate al forno, tagliate a mano. Nulla di speciale, ma talmente buono il tutto che mi sono dimenticata di fotografare, troppo intenta a gustare dei piatti semplici, ma genuini.

e questo è quello che si vede arrivando al ristorante, una distesa di tovaglie e tovaglioli ad asciugare al sole…come “una volta…..

Gnocchi viola

Veramente oggi ho preparato il purè con le patate viola e ne ho avanzato, volevo fare le crocchette, ma le farò domani.  Allora ho unito un po’ di farina e mi sono detta, provo a fare dei gnocchi.

Detto fatto, al limite farò un pastone di patate, ma no, sono venuti belli e molto buoni.

La Vitelotte noire, è una varietà di patata che ha la particolarità di avere la buccia e la polpa di colore violetto ed un sapore dolciastro, molto simile alla castagna, con retrogusto di nocciola. Si tratta di una varietà originaria del Perù.  Trattandosi di una qualità molto antica, la patata viola non ha subito alcuna modificazione dal punto di vista genetico, perciò conserva intatte tutte le sue proprietà organolettiche. In particolare, il colore viola di queste patate è associato alla forte presenza di antiossidanti, che hanno un ruolo fondamentale per mantenere in salute il nostro organismo.

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Sono poco caloriche,  e zero grassi. Tre patate viola contengono inoltre il 55% della dose giornaliera raccomandata di vitamina C e il 7% di ferro. Esse sono, inoltre, molto ricche di potassio, minerale fondamentale per regolare la pressione sanguigna e mantenere in salute muscoli ed ossa.

INGREDIENTI

  • patate viola ridotte a purè
  • farina 1
  • poco sale

per il condimento:

  • cipolla e radicchio viola
  • burro
  • parmigiano reggiano

Ho impastato il purè e la farina sul ripiano leggermente infarinato, ho fatto il solito salamino e tagliato a tocchetti, e dopo averli passati sull’apposito attrezzino, li ho messi a riposare sulle retine.

Mentre bolliva l’acqua ho preparato il condimento, facendo sciogliere il burro in una padella, poi ho aggiunto la cipolla e l’ho fatta stufare con l’aggiunta di un poco di acqua calda, appena ammorbidita ho aggiunto il radicchio e ho finito la cottura.

Ho fatto cuocere gli gnocchi e, in trepida attesa, appena sono venuti a galla li ho tolti con la schiumarola e messi in padella con il condimento.

Nel piatto, con una spolverata di parmigiano eccoli pronti per darci la nostra razione di preziose proprietà per la nostra salute.

Immagine correlata foto: www.perledellatuscia.it

Ecco questa foto è di questo sito, gentilmente concessami, e sono uguali a quelli fatti da me. Solo che, come spesso accade, la foto finita è finita chissà dove…..e allora ne approfitto della cortesia degli altri.