Archivio mensile:novembre 2015

Spatzle alle foglie di carciofo

Questa è una ricetta che ho preso dal libro “Ecocucina” di Lisa Casali, ormai molto nota per la sua filosofia di azzerare gli sprechi in cucina. Infatti questi sono spatzle composti da gambi e foglie esterne dei carciofi, insomma da alcune parti di carciofo che normalmente vanno buttate.

IL CARCIOFO – i primi carciofi che derivavano dal progenitore selvatico si coltivarono in Sicilia a partire dal I sec. circa.

La pianta chiamata Cynara era già conosciuta dai greci e dai romani. Nel secolo XV il carciofo era già consumato in Italia. Venuto dalla Sicilia, appare in Toscana verso il 1466.

La tradizione dice che fu introdotto in Francia da Caterina de’ Medici, che lo portò dall’Italia in Francia quando si sposò con il re Enrico II di Francia. Luigi XIV era pure un gran consumatore di carciofi. Gli olandesi introdussero i carciofi in Inghilterra: abbiamo notizie che nel 1530 venivano coltivati nel Newhall nell’orto di Enrico VIII. I colonizzatori spagnoli e francesi dell’America introdussero il carciofo in questo continente nel secolo XVIII, rispettivamente in California e in Louisiana.

Il carciofo è una di quelle verdure il cui scarto commestibile si aggira sul 60/66 %, tra foglie, foglie esterne e gambo, e siccome il carciofo ha proprietà depurative, digestive e diuretiche, è ricco di potassio, fosforo e manganese in tutte le sue parti, ecco che seguendo i consigli di Lisa Casali possiamo preparare delle gustose preparazioni anche con queste parti.

Oggi ho preparato gli “SPATZLE ALLE FOGLIE DI CARCIOFO ”

Ingredienti:

  • le foglie esterne e i gambi di 4 carciofi
  • 200 gr di farina di semola
  • 2 uova
  • noce moscata

per il condimento:

  • 100 gr di burro
  • 4 foglie di salvia
  • sale pepe
  • parmigiano reggiano

Ho cotto le foglie esterne e i gambi in una pentola a pressione con poca acqua per 20 min. (40 in pentola normale),

spatzle carciofi (2)

dopo aver scolato il tutto, tenendo l’acqua della bollitura, li ho passati al passaverdura ottenendo una crema.

Poi ho mescolato la crema di carciofo con la farina, le uova, la noce moscata il sale fino ad avere un composto omogeneo, tipo  crema. In una pentola ho filtrato l’acqua di cottura e ne ho aggiunta dell’altra, appena bolliva, con l’apposito attrezzo, ho fatto cadere dentro gli spatzle, raccogliendoli con la schiumarola non appena venivano a galla.

Ho preparato il condimento, mettendo in una padella del burro e la salvia, poi vi ho mescolato gli spatzle, finiti con una spolverata di parmgiano.

spatzle carciofi (3)

Si possono condire anche con pomodoro e burro, oppure far soffriggere della pancetta, aggiungere pomodoro e saltare gli spatzle nella padella.

spatzle carciofi (1)

 

 

 

 

 

Confettura di ” Diospyros Kaki “

Mi piacciono i nomi scientifici delle piante, le rendono più importanti, e oggi  parliamo del diospyros ovvero dei  cachi, quei bellissimi frutti giallo arancione, che occhieggiano dalle piante spoglie delle foglie, che sembrano quasi dei rami decorati con delle palline.

  foto di Biodiversipedia

Ma avete notato come la natura esplode di colori anche in autunno, quasi a farsi perdonare il cielo grigio e le nebbie. Vediamo cosa sono i cachi, frutti ottimi che durano poco, ma che possiamo conservare per l’inverno preparando delle confetture, delle mousse, delle torte  o essiccandoli.

I CACHI:

l Diospyros Kaki è una delle più antiche piante da frutta coltivate dall’uomo, conosciuta per il suo uso in Cina da più di 2.000 anni.  La sua prima descrizione botanica pubblicata risale al 1780. Il nome scientifico proviene dall’unione delle parole greche diós (Dio) e pyrós (frutto), letteralmente ‘frutto degli dei’.

È originario della zona centro-meridionale della Cina, è detto anche Mela d’Oriente e fu definito dai cinesi l’Albero delle sette virtù: vive a lungo; dà una grande ombra; dà agli uccelli la possibilità di nidificare fra i suoi rami; non è attaccato da parassiti; le sue foglie giallo-rosse in autunno sono decorative fino ai geli; il legno dà un bel fuoco; la ricchezza in sostanze concimanti per la caduta dell’abbondante fogliame.

Dalla Cina si è esteso nei paesi limitrofi, come la Corea e il Giappone, intorno alla metà dell’Ottocento fu diffuso in America e Europa. I primi impianti specializzati in Italia sorsero nel Salernitano, in particolare nell’Agro Nocerino, a partire dal 1916, estendendosi poi in Emilia.

Il kaki apporta circa  65 kcal per 100 g. È composto da circa 18% di zuccheri, il 78,20% di acqua, lo 0,80% di proteine, lo 0,40% di grassi oltre ad una ragionevole quantità di vitamina C. È ricco di beta-carotene e di potassio. Ha proprietà lassative e diuretiche ed è sconsigliato a chi soffre di diabete o ha problemi di obesità. Se consumato acerbo il frutto risulta astringente a causa della notevole quantità di tannino.

Il kaki è oggi considerato “l’albero della pace”, perché alcuni alberi sopravvissero al bombardamento atomico di Nagasaki nell’agosto 1945. (Wiki)

Me ne hanno regalato parecchi, quest’anno c’è stata una grande produzione di cachi e gli alberi sono stracarichi, quindi procediamo con la prima confettura.

Ingredienti:

  • gr.  500 di cachi
  • gr. 500 di mele
  • gr. 350 di zucchero di canna
  • 1 limone
  • 1 pezzetto di zenzero
  • 1 bustina di pectina

Sbucciare i cachi e metterli in una pentola di acciaio, unire le mele non sbucciate e tagliate a pezzi piccoli, unire la pectina e far bollire per un minuto. Unire lo zucchero e far bollire a fuoco vivace per 8 minuti mescolando. Poi passare il tutto in un passaverdure o nel mixer, aggiungere il succo di limone e lo zenzero grattugiato e rimettere a bollire per circa altri 4 minuti.

Togliere dal fuoco e mettere la confettura in vasetti sterilizzati, quindi capovolgerli.

conftt cachi mele

Ed ecco pronta una buona, sana e allegra confettura per la prima colazione.

 

 

Gnocchi di zucca e ‘zola

Nei giorni passati ho preparato dei “mangiari” normali, complice un mal di schiena che mi ha tolto ogni velleità, quindi non ho ritenuto pubblicare qualcosa, ma oggi invece, dal momento che ho qualche zucca vagante, ho deciso di preparare gli gnocchi, che a noi piacciono tanto.

Intanto vediamo cosa sono gli gnocchi, ho voluto capirne di più.

gnocchi sono una preparazione di cucina estremamente diffusa in molti paesi del mondo e presentano differenze notevoli da un tipo all’altro sia per forma che per ingredienti.

Gli gnocchi sono un cibo antichissimo, preparato con farine differenti: farina di frumento, di riso, di semola, con patate, pane secco, tuberi o verdure varie; quelli più diffusi in Italia oggi sono preparati con le patate, molto diffusi sono anche quelli preparati con un semplice impasto di acqua e farina. Quelli preparati con il semolino vengono soprannominati alla romana; altri ancora utilizzano la farina di mais.

La storia degli gnocchi di patate ha inizio quando vennero importate in Europa le prime patate provenienti dal continente americano. Gli altri tipi di gnocchi comparvero dapprima nei banchetti rinascimentali della Lombardia; venivano impastati con mollica di pane, latte e mandorle tritate e venivano chiamati zanzarelli. Per preparare gli zanzarelli venivano utilizzati ingredienti particolari che ne determinavano la differente colorazione: ad esempio vi erano gli zanzarelli verdi, impastati con bietola e spinaci  e gli zanzarelli gialli, realizzati con l’aggiunta di zucca o di zafferano. C’erano poi malfatti bianchi, impastati con carne di pollo tritata, ed arancioni, quando venivano preparati con carote. Nel Seicento invece subirono un lieve cambiamento nel nome e nella preparazione. Venivano chiamati malfatti e invece delle mandorle e del pane veniva aggiunta farina, acqua e uova.

Nella città di Roma gli gnocchi rappresentano il piatto tradizionale del giovedì, seguendo il detto “Giovedì gnocchi, Venerdì pesce (o anche “ceci e baccalà”), Sabato trippa”. Ancora sopravvivono antiche osterie e trattorie dove si segue la tradizione. Noto è il detto “Ridi, ridi, che mamma ha fatto li gnocchi”.

In Campania dove vantano una antichissima tradizione, vengono anche detti strangulaprievete. Il giorno tradizionale in questo caso è la domenica; conditi con ragù napoletano e mozzarella e successivamente gratinati al forno, danno luogo alla ricetta degli “Gnocchi alla sorrentina“.

A Verona un piatto di gnocchi al pomodoro (o più raramente con burro e salvia) viene tradizionalmente consumato il “Venardì Gnocolàr”, giorno della sfilata dei carri di Carnevale. E Papà del Gnoco è il nome della principale maschera del carnevale scaligero, di qui anche l’usanza di mangiarli il venerdì.

Anche a Castel Goffredo (Mantova), in occasione del carnevale locale, la tradizionale maschera di Re Gnocco offre ai propri sudditi gnocchi e vino il venerdì gnoccolaro. (Wiki)

Bene, ora che so che è un piatto tradizionale e diffuso in tutta Italia passiamo agli ingredienti dei miei gnocchi, al ‘zola, perchè sono conditi con il gorgonzola.

INGREDIENTI:

per gli gnocchi:

  • 800 gr di zucca
  • 300 gr di farina n° 1
  • 1 uovo
  • sale

per il condimento:

  • gorgonzola dolce
  • panna da cucina
  • sale q.b.
  • erba cipollina fresca

Prima di tutto ho fatto cuocere la zucca, questa volta al forno, coperta con un foglio di alluminio per circa 30 minuti a 180°. L’ho passata allo schiacciapatate e messa sul tagliere infarinato, aggiunto la farina, l’uovo e il sale; bisogna avere l’accortezza di impastare quel poco che basta: impastarla prolungatamente porta ad avere gnocchi più morbidi. Anche la pezzatura influisce sul risultato finale: più vengono preparati di dimensioni elevate e più saranno morbidi. Ho ricavato dall’impasto dei cilindri, tagliati a pezzetti e passati sull’apposito attrezzino per rigarli,

poi li ho messi sulle mie retine (opera di Mastro Geppetto)

gnocchi zucca crudi

Mentre l’acqua bolliva ho preparato il condimento, tanto semplice quanto gustoso.

Ho messo in una padellino il gorgonzola, la panna e il sale, quando si è amalgamato bene il tutto ho aggiunto l’erba cipollina fresca a pezzettini. Ho scolato poi gli gnocchi e conditi con questa salsina, spolverati di parmigiano reggiano ed è risultato un buon abbinamento.

gnozzi zucca gorgonzola

Ho avuto una nomina…….

…..e per questo ringrazio Samanta del blog Samanta’s pastry.

che vuole condividere anche con me questo Tag.

Il titolo è : La valigia sul letto

la-valigia-sul-letto

 

 

Ha voluto pensare a me e ne sono felice, perchè fa sempre piacere vedere nominato il mio blogghino, semplice, ma vissuto in ogni sua parte, cucina, viaggi, avventure, avvenimenti familiari che amo condividere con i miei lettori.

si tratta di:

1. citare il creatore del Tag  https://amoriecrisi.wordpress.com/

2. citare chi vi ha nominato Samanta’s pastry.

3. Il tema è: mi trasferisco! In che Paese vorreste andare a vivere? E cosa mettereste assolutamente in valigia?
4. Nominare almeno altri 5 blog e avvisarli della nomina

Bene, comincio con il dire che amo viaggiare, se non posso farlo materialmente lo faccio sull’atlante, cioè ogni scusa è buona per scoprire dove sono i tali posti che sento nominare, è bellissimo girare il mondo così e poi approfondire le ricerche.

Torno al tema: in quale paese vorreste andare a vivere…..non ho esitazioni e, nonostante tutto, voglio vivere in Italia, preparare la valigia e girarla tutta, in ogni sua parte e non basterebbero le sette vite dei gatti per terminare il viaggio. Capisco che i giovani facciano fatica ad accettare la situazione che c’è in Italia, ma non credo che all’estero ci siano poi così tante opportunità, sono pochi quelli che veramente arrivano. Vorrei dire loro, tenete duro, restate e cercate di migliorare voi le situazioni che ci sono qui, è difficile, ma è una bella sfida.

In valigia io metterei (ed è quello che metto di norma) scarpe comode, felpe, un abitino elegante (nel caso a lui venisse voglia di portarmi fuori a cena….), occhiali, la Settimana Enigmistica, la penna per scrivere le cartoline. Valigia mezza vuota per riempirla di “ricordi”, tipo specialità gastronomiche dei luoghi, libri di cucina del posto, magneti per il mio frigo nuovo.

Ed ora nomino altri cinque blog:

1 – Maccaroni reflex

2- L’irresistibile desiderio di viaggiare per il mondo

3 – Un viaggio in cucina

4 – Nonsolononna

5 – Libera…mente Popof1955

Loro perchè amano cucinare, viaggiare e fotografare, loro perchè mi sono venuti di getto.

grazie ancora Samanta, a presto.