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Svuota frigo

Capita di avere dei cibi in frigo che languono, o che sono rimasti in pochi o che non si hanno idee o che bisogna rinnovare…..

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Quindi oggi ho preparato una cosa semplice, con pochi prodotti, ma almeno non sono andati a male.

Si può fare uno svuota frigo con tutto, farne delle torte salate con un poco di verdura cotta e formaggio, con affettati o carne trita, tutto ciò che viene in mente e se ne realizzano delle cose nuove e buone.

Il mio stavolta è semplice, pane integrale, mozzarella, prosciutto cotto, mezzo finocchio bollito e salamoia bolognese…..

 

 

un piatto che sembra…..nuovo, creato apposta, bello croccantino.

Cipolla..luminosa ampolla..in zuppa

Cipolla 
luminosa ampolla, 
petalo su petalo 
s’è formata la tua bellezza 
squame di cristallo t’hanno accresciuta 
e nel segreto della terra buia 
s’è arrotondato il tuo ventre di rugiada. 
Sotto la terra 
è avvenuto il miracolo 
e quando è apparso 
il tuo lento germoglio verde… 

ecc.ecc.

la poesia di Pablo Neruda ha celebrato la cipolla in tutto il suo splendore. Ed ecco che un ortaggio sempre creduto povero si è innalzato  ad un altro livello.

la cipolla è:

CIPOLLA: 

Cipolla, proprietà nutritive, benefici per la salute e controindicazioni

Questo ortaggio economico e comune  è fondamentale per dare sapore a preparati di ogni tipo, sia crudi che cotti, solo che ha il problema che “fa piangere” quando la si taglia ed allora un trucco per evitarlo c’è.  Bisogna mettere la cipolla in congelatore per un quarto d’ora, prima di tagliarla e non si piangerà più.

Sembra che le cipolle siano state coltivate sin dall’età del bronzo per le proprietà nutritive, ma anche  gli antichi egizi attribuivano loro  proprietà divine; negli anelli concentrici che le formano vedevano un rimando all’eternità e per questo lasciavano delle cipolle anche nelle tombe dei faraoni. I romani e i greci invece le associavano alla forma fisica.

Ci sono molti tipi di cipolle:

ROSSA aromatica e delicata, dal sapore persistente. Da usare nelle preparazioni a crudo.

RAMATA pungenti e saporite, dal sapore intenso. Si adattano bene a diversi tipi di cottura, sono perfette anche per tutti i piatti a lunga cottura, come minestre, ragù e stufati. Il loro sapore così intenso però non le rende ideali da consumare a crudo.

BIANCA un poco pungente, molto versatile, per soffritti, per i bolliti e le focacce, ma il meglio lo esprimono nelle zuppe.

CIPOLLOTTO  il sapore è tenue e delicato, dolce nei rossi e più pungente nei bianchi. Il cipollotto non è una specie a parte, ma una cipolla raccolta prima che diventi pienamente matura, per questo il sapore rimane molto meno forte ed usato nelle ricette delicate, con il pesce e soffritti delicati.

SCALOGNO sapore delicato e aromatico, con una punta d’aglio, strettissimo  parente della cipolla, lo scalogno è un bulbo piccolo, dal sapore molto meno pungente. Per questo motivo va molto bene per le vellutate, oppure aggiunto ai brodi per aumentarne l’aroma. Bisogna stare attenti a usarlo nei soffritti,  perché tende a diventare amarognolo se lo si lascia rosolare troppo.

(informazioni prese dal sito “Fatto in casa da Benedetta”)

Ma ora parliamo della mia zuppa di cipolle, preparata però con la cipolla ramata, anche se la migliore è la bianca, ma a me non piace molto.

La zuppa di cipolle o soupe à l’oignon è una ricetta tipica francese, nata come un piatto povero che si è evoluta fino a diventare un piatto di alta cucina. Il vero successo della zuppa di cipolle ci fu quando iniziò ad essere servita alla corte del re di Francia Luigi XV. La leggenda narra che fu il re stesso ad inventarsela quando, una notte, affamato, scese in cucina e la preparò con i primi ingredienti che trovò a portata di mano: burro, cipolle e champagne.

Ecco la ricetta preparata con il Bimby, ma che si può adattare anche per farla in pentola.

INGREDIENTI:

  • 500 gr di cipolle
  • 80 gr di burro
  • 40 gr di farina
  • 1 litro di brodo vegetale
  • 100 gr di groviera
  • sale pepe

Affettare sottilmente le cipolle e inserirle nel boccale con il burro, 1 minuto a 90° velocità 1 antiorario, poi passare a 100 ° per 8 minuti velocità 1 antiorario.

Inserire la farina 30 secondi velocità 2, poi il brodo bollente e cuocere per 20 minuti a 100° velocità 2 antiorario. Impiattare ed aggiungere sopra il groviera grattugiato. Volendo si può mettere la zuppa sotto al grill a gratinare.

Per accompagnare la zuppa l’ideale sono i crostini o fette di pane regolari che fanno bella figura, ma io ho preparato la zuppa di cipolle per utilizzare del pane avanzato, infatti si vedono dei pezzi di pane grossi, non saranno scenografici, ma sono molto buoni lo stesso.

Senza aggiungere il pane viene una bella e buona vellutata di cipolle, provare per credere.

 

 

 

Crumble di mele slow

Sempre nella mia slow cooker ho voluto provare a fare il crumble di mele. Non l’avevo mai fatto neppure nel forno perchè non mi ispirava molto. Invece mi sono dovuta ricredere. E’ un dolce delizioso, veloce e ottimo per la prima colazione o come dessert a fine pranzo.

Si può aggiungere sopra, in inverno, della crema pasticcera calda e in estate del gelato alla vaniglia.

E’ un dolce tipico della tradizione inglese (Apple Crumble), una base di mele a pezzetti profumate di cannella ricoperte da briciole croccanti, cioè un impasto sbriciolato tipo frolla.

Nasce durante la seconda guerra mondiale, quando il cibo scarseggiava e non si potevano permettere la classica Apple Pie, ricca di ingredienti. Ma il crumble  si rivelò talmente buono che divenne un dolce classico, da preparare non solo con le mele, ma con tutti i tipi di frutta. Per esempio ora che è stagione di fragole, da provare.

INGREDIENTI:

  • 180 gr di farina  semintegrale
  • 120 gr di burro
  • 75 gr di zucchero di canna
  • 75 gr di zucchero semolato
  • un pizzico di sale

Per il ripieno:

  • 3 mele
  • 60 gr di zucchero semolato
  • 2 cucchiai di succo di limone
  • 1 cucchiaio di amido di mais
  • mezzo cucchiaino di cannella in polvere

Sbucciare le mele e tagliarle a tocchetti, mescolarle in una ciotola con il limone, lo zucchero, l’amido di mais e la cannella e mettere da parte.

Preparare il crumble versando tutti gli ingredienti in un’altra ciotola  e mescolare con la punta delle dita fino ad ottenere una frolla granulosa.

Imburrare la pentola Slow Cooker, versare sul fondo le mele e distribuirle uniformemente, sbriciolare il crumble sopra le mele.

Coprire con un foglio di carta da forno la pentola appoggiandoci sopra il coperchio, per evitare che la condensa ricada sul dolce.

Cuocere su High per un’ora e mezza. Togliere il coperchio e la carta forno e far cuocere per un altra ora e mezza circa.

Si può servire caldo o freddo, volendo si può conservare in frigo e scaldarlo prima di servirlo.

Piace molto perchè ha un gusto particolare e si può servire in ciotoline.

 

Ristorante “Le Corderie”

Il ristorane “Le Corderie” si trova a Crocetta del Montello provincia di Treviso. E’ un bel locale moderno totalmente ristrutturato da un antico Canapificio.

Queste sono le vicende del celebre opificio di Crocetta del Montello. 

L’avventura industriale era cominciata nel 1883 con l’inaugurazione dello stabilimento di 7000 mq, costruito a tempo di record, in poco più di un anno, e con un investimento di 1.500.000 vecchie lire.

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ANTICA STRUTTURA

I terreni erano incolti, il canale Brentella, già derivato dal Piave nel 1400 per opera della Serenissima, sarebbe stato fonte di energia a sufficienza, la rete ferroviaria stava arrivando lì vicino. Quanto a manodopera, l’area del Montello pullulava di disoccupati, i bisnenti, due volte privi di ogni mezzo (né arte, né parte) e, paradossalmente la prima meccanizzazione dell’agricoltura stava alimentando questa schiera di salariati precari. Alcuni di loro erano già sulla via dell’emigrazione. I risultati non mancarono: furono centinaia le persone assunte e la produzione di filati di canapa e cordami di ogni tipo raggiunse i 120 q.li giornalieri. 
 Nella corderia si producevano corde e cordami impiegate soprattutto in marina.
Le operaie e gli operai vennero anche da altri paesi e per risolvere il problema dell’alloggio, della mensa e di tutte le altre necessità del mondo dei lavoratori si provvide con la costruzione della casa operaia (dormitorio per le ragazze) e successivamente con delle vere case a schiera (140 abitazioni circa), tutte dotate di energia elettrica. Si delineò così il villaggio operaio, tipico di molte realtà tessili dell’alta Italia. Il “padrone” costruì l’asilo per i figli dei dipendenti, la cooperativa per i generi di prima necessità, il forno per il pane, le villette per i dirigenti, il campo sportivo, il circolo culturale, la chiesetta di S. Teresa in onore della moglie e allo scopo di consentire l’assolvimento del precetto domenicale alle maestranze; fece coltivare l’orto per dare la verdura a tutti i suoi dipendenti. 
Poco lontano sorse magnifica ed austera la villa del padre padrone. 

Il lavoro crebbe, aumentarono i dipendenti fino alla soglia dei tremila e nel novembre del 1908 venne celebrato il XXV° del Canapificio in concomitanza con la nomina a Cavaliere del Regno di Andrea Antonini. Poi le vicende della guerra e l’avvento della plastica fecero crollare la produzione. L’ultimo atto è del dicembre 1968. A Milano viene deliberata l’incorporazione del Canapificio Veneto Antonini & Ceresa Spa nel Linificio & Canapificio Nazionale. La collaborazione col Linificio Nazionale risaliva agli anni 20. Gli impianti verranno smantellati e lo stabile sarà venduto a pezzi. 

Tiziano Biasi, l’autore dell’articolo, scrive :

” Recentemente ho incontrato un’anziana signora che entrò in Canapificio nel 1937. La madre l’aveva scortata alla portineria sussurrandole: “…sei fortunata, perché avrai da vivere per sempre…” Poco lontano un grammofono diffondeva la canzone “se potessi avere mille lire al mese”.
La giovinetta aveva 15 anni ed era felice delle sue tre lire al giorno
.”

Ora al  posto del canapificio c’è uno stabile moderno, al piano terreno appunto il ristorante “Le  Corderie” in ricordo del canapificio. Al primo piano un auditorium e di fronte un museo molto interessante, la Tipoteca che racchiude molte interessanti macchine da tipografia e dei pezzi da composizione.

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una parete del ristorante adornata con i vecchi cassetti per le composizioni tipografiche.

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Siamo stati accolti nel ristorante molto gentilmente, da una cameriera di sala, cordiale e per nulla invadente, così come il proprietario. Ci siamo lasciati consigliare e per antipasto abbiamo preso della porchetta trattata e condita da loro e per gli amici vegetariani dell’insalata mista.

il pane di grano duro, fatto da loro e i grissini naturalmente con la farina di canapa.

uno dei primi: gnocchi ripieni di baccalà con broccoletti, un connubio perfetto

i bigoli con il sugo di anatra muta, delicati. I bigoli sono un tipo di pasta lunga, simili agli spaghetti, ma ruvidi per cui trattengono bene i vari sughi.

 

e gli arancini (il proprietario è di origine siciliana) ma preparati con il miglio, strepitosi.

 

e poi dei dolci (mangiati no foto…) decisamente belli a vedersi e ottimi.

Torneremo per gustare altre specialità.

Il mio voto quindi è senza dubbio 5/5, per il locale, l’accoglienza e il cibo.

 

 

Fuorifrigo

Fa freddo, ma c’è il sole, però questo non invoglia ad uscire ed allora facciamo come quelli che vivono negli igloo e consumano quello che hanno “in casa”.

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Aperto il frigo ho messo insieme, delle fette di pan carrè, finocchi, avanzi di prosciutto cotto, mozzarelline  tre uova….

Ho fatto bollire i finocchi, o meglio le parti esterne e qualche pezzetto avanzato, poi in una teglia, in fondo, dopo averla imburrata bene, ho messo delle fette di pan carrè, sopra i finocchi, listerelle di prosciutto cotto, mozzarelline a pezzi (così sembravano di più…), ho sbattuto le uova e condito il tutto con la mia salamoia e qualche fiocchetto di burro. In forno a 180° giusto il tempo per rosolare il tutto.

 

questo è il piatto finito, con una bella insalata prima, ecco pronto il mio piatto (gourmet) per la cena.

Consumato in casa al caldo e non in un albergo on ice come ci sono nel Nord Europa.

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Ristorante Osteria Nova Este (Pd)

Proprio vicino al Castello Carrarese di Este si trova questa Osteria Bottega,

http://www.ostarianovaeste.it/

in una strada laterale e tranquilla. Noi abbiamo pranzato fuori, il tempo era bello e abbiamo scelto:

come antipasti il tris veneziano – baccalà mantecato, sarde in saor e alici marinate

e il crunch dell’Ostaria: pane sfogliato all’olio con erbette selvatiche, pancetta affumicata e formaggio morbido

Come primi oltre ai bigoli alla carbonara di asparagi, molto originali

i cappellacci con mazzancolle e asparagi di mare (salicornia)

ma soprattutto io e Mauro abbiamo voluto assaggiare gli gnocchi alla veneta conditi con parmigiano, burro chiarificato fuso, cannella, zucchero e uvetta, condimento tipicamente Rinascimentale.

per me sono stati una scoperta fantastica, dolci, con un ottimo condimento. Chiaramente è un piatto che dopo non richiede null’altro, ma dopo un buon antipasto il pranzo può dirsi concluso.

Tutto ben preparato, ben dosato e nulla da invidiare ai piatti dei ristoranti blasonati.

Solo un appunto per il caffè, va bene nel bicchierino, ma….il bastoncino di plastica tipo sagra, quello no. Non è una bella presentazione e poi così si butta via altra plastica e bisogna invece limitarla.

Il mio voto è 4/5 per via del bastoncino per il caffè, anche se come detto nel loro sito -“ La nostra cucina utilizza materie prime fornite da produttori e agricoltori locali e segue il ritmo delle stagioni.” e questo non è facile da trovare. I piatti comunque sono molto ben preparati.

 

 

Pasticcio pane e asparagi

Gli asparagi:

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ASPARAGUS OFFICINALIS

Fu coltivato e utilizzato nel Mediterraneo dagli Egizi e in Asia Minore 2000 anni fa, così come in Spagna. Mentre non sembra che gli antichi Greci coltivassero gli asparagi, i Romani già dal 200 a.C. avevano dei manuali in cui ne esponevano la coltivazione.  Agli imperatori romani gli asparagi piacevano così tanto, che sembra abbiano fatto costruire delle navi apposite per andarli a raccogliere, navi che avevano come denominazione proprio quella dell’asparago (“asparagus”).

Dal XV secolo è iniziata la coltivazione in Francia, per poi, nel XVI secolo, giungere all’apice della popolarità anche in Inghilterra; solo successivamente fu introdotto in Nord America. I nativi americani essiccavano gli asparagi per successivi usi officinali.

Della stessa famiglia dell’aglio e della cipolla, l’asparago condivide con essi anche alcune proprietà positive (grazie all’effetto diuretico è un coadiuvante contro gotta, calcoli renali, reumatismi e idropisia). In particolare esso ha un ruolo attivo nella diminuzione di casi di eczema.

si distinguono:

  • L’asparago bianco, che germogliando interamente sotto terra (e quindi in assenza di luce) ha un sapore delicato.
  • L’asparago violetto, dal sapore molto fruttato, è in realtà un asparago bianco che riesce a fuoriuscire dal suo sito e, vedendo la luce,quindi a sua volta attuando la fotosintesi,acquista un colore lilla abbastanza uniforme. Ha un leggero gusto amaro.
  • L’asparago verde che germoglia alla luce del sole come quello violetto, ha però un sapore marcato e il suo germoglio possiede un gusto dolciastro.

Lisa Casali di Ecocucina insegna come tagliare gli asparagi: occorre prendere in mano le due estremità, flettere l’asparago e dove si spezza arriva la parte fibrosa, quindi il resto si può mangiare tutto.

Visto che ora è iniziata la stagione, ho acquistato degli asparagi in campagna, appena raccolti e quindi molto profumati. Ne ho preparati alcuni lessati, poi sopra ho aggiunto del burro fuso, delle uova al tegamino e parmigiano reggiano. Con altri asparagi ho cucinato questo pasticcio:

Ingredienti:

  • un mazzo di asparagi
  • del pane raffermo
  • 2 uova
  • 300 ml di latte
  • 150 gr di pecorino
  • 1 cipolla
  • sale pepe
  • olio – burro

tritare la cipolla e soffriggerla in una padella con olio, dopo aver ben pulito gli asparagi unirli al soffritto, bagnare con un mestolino di acqua calda e far cuocere 5/6 minuti. In una terrina sbattere le uova con il latte, il sale e pepe. Inzuppare il pane tagliato a tocchetti. Grattugiare con i fori grossi il pecorino.

In una teglia da forno fare uno strato di pane inzuppato, poi coprire con gli asparagi e infine il formaggio. Mettere dei fiocchetti di burro e cuocere in forno caldo a 200° per 15 minuti.

 

ecco il risultato, gli asparagi sopra sono per decorazione, insieme ad altri li ho poi usati per un risotto.

 

è venuto gustoso e nutriente, quello avanzato, il giorno dopo, era buono anche tiepido.

E prima una bella insalata mista, con tarassaco, cipollotti e radicchio. “il pranzo è servito”.