“SERMON DA NADAL
I m’han mess adèss al mond
d’ pasta bòna, zall e tònd,
èl zerval ed pein…….l’é pein
e i m’han mess per nom – TURTLEIN – ”
(da una cartolina di A. Majani)
” SERMONE DI NATALE
Mi hanno messo adesso al mondo
di pasta buona, giallo e tondo,
il cervello di ripieno…..è pieno
e mi hanno messo per nome TORTELLINO.
Ed eccoli qua i tortellini di Natale in collaborazione con Mauro e la mitica signora Antonietta, le cui mani scorrono veloci per chiuderli ad arte.

Con la collaborazione dell’Accademia Italiana della Cucina ecco la vera storia del tortellino.
“La prima traccia, con fondamento storico, di una ricetta di ripieno a base di carne che si avvicina a quella attuale, la si trova nel libro “De arte coquinaria” di maestro Martino, cuoco personale del Camerlengo Patriarca di Aquileia, verso la metà del XV sec.
La sua ricetta prevede, oltre all’abbondanza di spezie (molto in uso in quell’epoca) la carne di maiale, di vitello, del formaggio invecchiato e precisa la dimensione – “non siano maiori di mezza castagna” e debbono essere cotti in “brodo di cappone e carne buona”.
Questi invece i miei ingredienti.
- lombo di maiale gr. 300
- prosciutto crudo gr. 300
- mortadella gr. 300
- parmigiano reggiano gr. 450
- 3 uova
- noce moscata
Ho tritato insieme la mortadella, il prosciutto e la carne

poi ho impastato il tutto con le uova, il formaggio e la noce moscata.
Quando è stato ben amalgamato l’ho lasciato riposare per tutta la notte.
Il giorno dopo ho preparato la sfoglia: (in due volte)
- 500 gr di farina 0
- 500 gr di farina 00
- 8 uova
- 2 cucchiai di olio
Poi ho steso la sfoglia, Mauro l’ha tagliata e insieme alla signora Antonietta (più lei di noi) ha preparato i tortellini, che distesi sulle famose retine sono stati messi in congelatore, nell’attesa di finire a Natale nei piatti delle voraci nipotine.
Vi svelo un segreto: per evitare che i tortellini si attacchino al tagliere o nel piatto o sulle retine vanno messi con il ripieno rivolto verso l’alto.

come il tortellino di destra e non come quello di sinistra. Perchè essendo la pasta con il ripieno un poco umida questo per evitare che non asciughino bene o che ne resti un pezzetto attaccato alla base.
Ora sono pronti per essere cotti in un brodo preparato con un pezzo di cappone, della polpa di manzo, carote, cipolle e mezzo limone, per sgrassarlo un po’.
Con questa ricetta partecipo alla raccolta “da così a così, la cucina passo passo” del blog: Mani Amore e Fantasia.