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Quanti modi di fare e rifare …la “torta pasqualina”

Siamo in Liguria, una regione che non sempre viene valorizzata come si dovrebbe, è importante, Genova è stata una delle Repubbliche marinare e vanta un passato glorioso.

E oggi andiamo a casa di Carla, un’arbanella di basilico, che ci ospita per il consueto incontro mensile tra Cuochini e Cuochine per preparare la Torta Pasqualina, un classico della cucina ligure.

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Qui c’è la sua ricetta originale e questi sono i miei ingredienti:

per la pasta “matta” come la chiama Carla:

  • 600 gr di farina OO
  • 6 cucchiai di olio
  • 300 cc. di acqua
  • 12 gr di sale

per il ripieno:

  • 1 cipolla
  • 1 spicchio di aglio
  • 500 gr di erbette
  • 4 uova
  • 250 gr di ricotta
  • parmigiano reggiano grattugiato
  • spezie varie, sale, pepe, noce moscata

Ho impastato la pasta e lasciata lievitare, intanto ho messo in padella dell’olio, l’aglio e la cipolla, quando sono risultati morbidi ho aggiunto la verdura e l’ho fatta saltare. Poi ho aggiunto le uova sbattute con le spezie, il sale e pepe e noce moscata. Le ho versate nella padella e ho spento subito, rimescolando.

Ho preparato la pasta tirandola per fare delle sfoglie sottili (in totale ne ho fatte otto), poi ne ho messa una in una teglia oliata e dopo aver unto la sfoglia ho aggiunto la seconda, dopo ho aggiunto il ripieno e sopra la ricotta. Ho messo via via le altre sfoglie ungendole prima di passare alla successiva.

Ho fatto un cordoncino intorno e poi, come dice Carla, ho soffiato in un buchino della torta per farla gonfiare, ma ahimè si gonfiava da una parte e si sgonfiava dall’altra, ho risigillato bene, ma nulla, quindi, a corto di fiato, ho rinunciato. Mi sono detta, non avrà la caratteristica di questa torta, d’altra parte è stata fatta a Bologna, non a Genova….

Comunque l’abbiamo mangiata tiepida ed era molto buona, da rifare per Pasqua.

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Con questa ricetta partecipo all’iniziativa dei “quanti modi di fare e rifare”,  e ricordiamoci che

il 6 maggio 2014  prepareremo la  Mini quiche lorraine  di Dany
blog: Profumo di zenzero

Pesce spada “a sfinciuni”

Solo dal nome si capisce  che è una ricetta siciliana, l’ho preparata seguento le indicazioni di Giovanna (Le amiche del coperchio Wonder).

Questa è la mia ricetta, se non avete a disposizione i prodotti siciliani, vanno bene anche gli altri……però il piatto non avrà il profumo di Sicilia…..

Ingredienti:

  • quattro fette grandi di pesce spada
  • pomodorini (i miei preparati questa estate) una decina
  • una cipolla dorata
  • formaggio primo sale con i pistacchi (direttamente dalla Sicilia)
  •  pangrattato
  • olio siciliano
  • sale pepe

Naturalmente io ho usato il mio coperchio New Wonder Cooker e questo è il procedimento:

Disporre in un tegame capiente le fette di pesce spada, sopra mettere i pomodorini tagliati a metà, sale, pepe, la cipolla tagliata a fettine sottilissime, il formaggio, il pangrattato e l’olio, praticamente a strati.

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Mettere il coperchio e accendere la fiamma media, dopo 15 minuti spegnere e far riposare per 5 minuti.

E’ un piatto molto delicato e il formaggio si sposa benissimo con gli altri ingredienti. La foto della preparazione rende l’idea, perchè il piatto finito non è dissimile, è solo più amalgamato, e poi, sentito il profumo, lo avevano già diviso prima di fotografarlo.

Stufato di verza che non stufa…

…perchè lo si può mangiare come contorno, o con la salsiccia, o con le costine o con il fegato (cotto a parte), o con la polenta, insomma è molto versatile.

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Due notizie sulla verza. ( da santa Wikipedia)

La verza o cavolo verza (Brassica oleracea var. sabauda L.), detta anche cavolo di Milano è  simile al cavolo cappuccio, ma a differenza di questo presenta foglie grinzose, increspate e con nervature prominenti. Di origine antichissima, il cavolo verza è coltivato soprattutto nelle regioni centro-settentrionali d’Italia. Il suo utilizzo in cucina è diffuso in gran parte d’Europa e in molte regioni italiane.

Alcune preparazioni sono: il ris e verza cun custëini (risotto alla verza e costine di maiale, del Piacentino) e la zuppa ‘d pan e còj (zuppa di pane e cavoli verza) del Canavese. Le verze sofegae venete e la nota cassoeula lombarda. Nella cucina valtellinese è utilizzata per la preparazione dei famosi pizzoccheri. All’estero troviamo  i dolmades greci, il sarma della Romania, i Kohlrouladen dell’area germanica, e dall’Olanda la Boerenkool met worst.

Ingredienti:

  • 500 gr di verza
  • 250 gr di pezzetti di pomodoro
  • 1 cipolla – 2 spicchi di aglio
  • salamoia bolognese (la mia)
  • mix di timo, alloro, peperoncino rosso (poco)
  • olio e burro

Pulire bene la verza e tagliarla a filetti.

Far rosolare la cipolla tagliata grossolanamente insieme ai pezzetti di aglio in una casseruola un po’ alta con burro e olio.  Aggiungere i filetti di verza, coprire e mescolare ogni tanto, fino a che la verza sia calata, quindi aggiungere il pomodoro, la salamoia e il mix.

Lasciar cuocere ancora per circa 15 min, scoperto, mescolando.

Servire caldo.

Asparagi….in risotto

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L’ASPARAGO:   asparagus officinalis

Il termine asparago o asparagio (dal greco aspharagos, che è dal persiano asparag, ossia germoglio) può designare sia l’intera pianta che i germogli.

Nel caso di coltura forzata il turione si presenta di colore bianco mentre in pieno campo a causa della fotosintesi clorofilliana assume una colorazione verde. Diversamente da molte verdure, dove i germogli più piccoli e fini sono anche più teneri, gli steli più grossi dell’asparago hanno una maggiore polpa rispetto allo spessore della pelle, risultando quindi più teneri.

L’asparago fu coltivato e utilizzato nel Mediterraneo e dagli Egizi 2000 anni fa, così come in Spagna. Mentre i Greci non sembra che coltivassero gli asparagi, i Romani già nel 200 a.c. avevano dei manuali in cui minuziosamente  ne esponevano la coltivazione.  Agli imperatori romani gli asparagi piacevano così tanto, che sembra  abbiano fatto costruire delle navi apposite per andarli a raccogliere e che si chiamavano proprio come l’asparago (“asparagus”). Dal XV sec. è iniziata la coltivazione in Francia poi, nel XVI sec.anche in Inghilterra; solo successivamente fu introdotto inNord America.

Della stessa famiglia dell’aglio e della cipolla, l’asparago condivide con essi anche alcune proprietà positive (grazie all’effetto diuretico è un coadiuvante contro gotta, calcoli renali,reumatismi e idropisia). In particolare esso ha un ruolo attivo nella diminuzione di casi di eczema.

L’asparago per essere consumato viene prima lessato con acqua salata per breve tempo oppure cotto a vapore. Inoltre si può preparare per risotti, zuppe, ecc. Per preservarne il colore vivo gli asparagi verdi (cosi come per quasi tutte le verdure verdi) si possono raffreddare in acqua molto fredda immediatamente dopo la cottura.   (da Wikipedia)

Questo è il mio risotto, preparato con il Bimby TM31, ma, come sempre, si può fare anche in padella.

INGREDIENTI:

  • 250 gr di riso
  • 200 gr di asparagi
  • 1 pezzetto di cipolla
  • 20 gr di olio
  • mezzo misurino di vino bianco
  • 500 gr di acqua calda
  • burro – parmigiano – sale

Tagliare le punte degli asparagi e metterle da parte. Nel boccale olio, cipolla e i gambi degli asparagi, 2 min. 100° vel 3.

Aggiungere le punte degli asparagi, il riso e il vino, senza misurino 3 min. 100° vel 1, pulsante modalità antiorario.

Aggiungere l’acqua calda, aggiustare di sale e cuocere, senza misurino, 14/15 min. 100° vel 1, sempre antiorario, ultimata la cottura versarlo in una zuppiera, mantecare con il burro e il parmigiano, servire con lo stesso vino bianco usato per la cottura.

Buon appetito e speriamo che arrivi la primavera.

POLLO DEL BENGALA

Sto facendo l’inventario di tutto, compreso il frigorifero, il congelatore, la dispensa, il sottotetto e la cantina e ho trovato queste sopracoscie di pollo che era ora che le preparassi (io non amo molto il pollo).

Quindi  dovevo cucinare questi pezzi di pollo magari arrosto  al forno o  in padella o nel Bimby, ho preferito in padella.

Vi indico gli ingredienti e la sua storia dal momento che è stato tutto un inventare momento per momento.

pollo del Bengala (5)

Ingredienti

  • sette sopracosce di pollo
  • mezza cipolla
  • olio di oliva
  • farina bianca
  •  un bicchiere generoso di vino rosso dolce
  • un cucchiaino di spezie Panch Phoron Bengala di Orodorienthe

pollo del Bengala (3)

(oppsss. ma quella non è una tigre…) fa lo stesso.

Ho messo dell’olio e la cipolla a fette in padella, le ho lasciate appena colorire e poi ho aggiunto i pezzi di pollo infarinati, ho lasciato rosolare un po’ e poi ho aggiunto il vino……ma non quello, dice (urla) Mauro, capitato per caso in cucina, no, quello è dolce, è Fragolinoooooo.

Cielo e ora? Ma considerando che le spezie sono piuttosto sul dolce mi sono detta, sperimentiamo anche questa. Infatti ho sciolto le spezie in un cucchiaino di vino e lo ho verste sul pollo.

Non ho aggiunto altro, l’ho girato un paio di volte, incoperchiato e lasciato cuocere a fuoco basso per circa mezz’ora.

Il profumo e l’assaggio poi, hanno convinto Mauro e la mia amica Roberta, venuta a fare da cavia, che è nato un piatto “eccezionale”, grazie, grazie.

E loro sono due giudici…….va bè, lui è molto critico e lei odia il pollo (ma non lo sapevo..) perciò sono soddisfatta.

 

MINESTRONE CON RADICCHIO

Mi hanno regalato del bellissimo radicchio, il cespo era talmente grande che pensavo, visto nella sporta, che fosse un cavolo verza…

L’ho preparato in insalata, ne ho fatto un risotto e con le foglie esterne, troppo dure da mangiare crude, ne ho fatto un minestrone caldo caldo, giusto per queste giornate di nebbia.

minestrone con radicchio

Ingredienti:

  • foglie esterne di radicchio
  • zucca
  • patate
  • cipolla
  • brodo di verdura
  • pastina fatta in casa
  • sale e pepe
  • olio d’oliva
  • parnigiano reggiano e croste dello stesso.

Ho tagliato a pezzetti il radicchio e le altre verdure, le ho messe a freddo nel brodo di verdura, ho aggiunto un po’ di sale e pepe, qualche crosta di parmigiano pulita e tagliata a pezzetti e ho fatto cuocere il tutto per circa 30 min.

Poi ho aggiunto la pastina fatta di sfoglia e ho fatto cuocere ancora 10 min.

L’ho versata fumante nei piatti e ho aggiunto dell’olio di oliva e del parmigiano grattugiato.

minetrone con radicchio2

Con questa ricetta partecipo al contest di Sale e coccole – “In-zuppiamoci” –