Archivio mensile:gennaio 2017

Tortellini infagiolati

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…PASTA E FAGIOLI ….l’incontro del Grano e del Fagiolo …tutto nacque 2000 anni fa, il fagiolo e il grano duro.

I fagioli come molti altri legumi rappresentano uno degli alimenti più consumati al mondo.  Se nell’antico Egitto i “Dolichos” (fagioli dall’occhio) identificavano il cibo rituale dei sacerdoti, presso i Romani venivano consumati dal popolo e Virgilio li chiamava  “vilem phaseulum” perché troppo comuni e perciò indegni per le famiglie illustri.

Fu durante il Medioevo che questi prodotti della terra, dalle eccellenti proprietà nutritive simili alla carne, divennero simbolo cristiano di continenza e umiltà.

A seguito della scoperta dell’America, con l’arrivo dei “Phaseolus vulgaris” (borlotti, cannellini ecc.) si affermò una distinzione d’uso tra le tipologie americane e quelle locali. Se i fagioli dall’occhio erano il companatico della gente rozza, i “fagioli d’America” venivano considerati una merce preziosa per i potenti, adatti anche ai banchetti papali.  Alcuni testi li elencano nei regali di nozze offerti da Alessandro de’ Medici alla sorella Caterina. Ad ulteriore testimonianza di quanto fossero preziosi e ricercati i fagioli, ricordiamo la loro presenza nei ricettari del Messisbugo, cuoco italiano che nel 1500 lavorò alla corte di Alfonso I d’Este e poi di Ercole II d’Este.

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Stasera pasta e fagioli, quindi, ecco gli ingredienti (senza le dosi perchè sono andata ad occhio)….

  • fagioli già ammollati
  • passata di pomodoro (la mia)
  • croste di formaggio
  • rosmarino, erba cipollina, origano
  • scalogno
  • olio
  • parmigiano

Dopo aver fatto soffriggere lo scalogno nell’olio, ho aggiunto parte dei fagioli passati, il rosmarino e le altre erbette, la passata di pomodoro, del gomasio, poi ho aggiunto dell’acqua e fatto cuocere per circa 20 min.

Cinque minuti prima della fine cottura ho aggiunto i rimanenti fagioli interi e poi avrei dovuto aggiungere la pasta. Ma non avevo i maltagliati o “lavagrugni” come dicono in Emilia e allora mi è venuto in mente che avevo ancora dei tortellini in congelatore. Pronti, sono buonissimi con il brodo di fagioli, questo non lo è, però sono allora dei tortellini infagiolati.

Con un goccio di olio e una bella grattugiata di parmigiano è venuto un piatto molto gradevole, gustoso e ricco.

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Ristorante “Panpica”

Di ritorno da una passeggiata, domenica sera, cercavamo un ristorante per mangiare una pizza e abbiamo trovato “Panpica” a San Giorgio di Piano (Bo).

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Locale nuovo, accogliente, moderno senza strafare, luminoso e con la signora che ci ha accolto gentilissima.

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Abbiamo visto il menù delle pizze e non ce ne erano molte, ma la signora ha spiegato che danno delle indicazioni e poi lasciano libero il cliente di scegliere. La signora è napoletana, il pizzaiolo anche e quindi la pizza doveva essere una garanzia.

Infatti, sono arrivate due pizze, una napoletana e una pugliese, preparate con farina 1/2 e pasta madre arrivata direttamente da Napoli, con 60 anni di età. Leggere, ben condite senza esagerazioni e quindi molto gradite.

Pugliese con cipolle, olive e burrata

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Napoletana con acciughe

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Poi abbiamo preso una zuppa inglese, molto gradita da un fan molto critico e un tiramisu, ben presentato, leggerissimo.

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Hanno anche la possibilità di preparare la pizza senza glutine, cotta naturalmente in un forno a parte per evitare contaminazioni, domanda: il forno è elettrico? Quando mai..che la voglio uccidere? Risposta spontanea della signora..

Abbiamo guardato anche il menù della cucina ed è molto invitante anche questo, o carne o pesce, sempre su consigli della signora e richieste del cliente.

Quindi torneremo sicuramente per una buona pizza e per assaggiare la cucina, con pasta fatta in casa, quella fresca, da una sfoglina e la pasta secca di Gragnano, quindi la migliore.

Per la votazione vi rimando alla pagina “Ristoranti SI e NO”

 

Penne Nord / Sud

Volevo chiamare questo piatto di pasta, “penne profumo d’estate”, perchè i sapori ci sono e la voglia di caldo è tanta.

Ma siccome è risultato un connubio di vari ingredienti italiani, allora ho cambiato nome, e così è nata “penne Nord / Sud”.

Subito gli ingredienti, per capirci meglio:

  • pasta formato penne
  • pomodori della pianura emiliana
  • capperi di Pantelleria
  • acciughe del Mar Adriatico
  • aglio di Voghiera (Fe)
  • origano calabrese (originale, fatto in casa)
  • finocchietto siciliano
  • parmigiano reggiano
  • olio siciliano

e pane “cafone” e vino (fatti in casa) regalatoci direttamente da Salerno.

Più Nord/Sud di così……

Per prima cosa ho messo in una ciotola il pomodoro con l’aglio a pezzetti, acciughe, capperi, finocchietto e origano, lasciato macerare per poco più del tempo di cottura della pasta.

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poi ho fatto rosolare la mollica del pane cafone insieme all’olio e messo da parte.

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Ho quindi messo in padella il sugo e vi ho fatto saltare la pasta cotta, sulla quale ho messo le briciole di pane saltato. Ed ecco il piatto finito, al quale ho aggiunto del parmigiano e un filo d’olio. Naturalmente poi si è fatta la scarpetta con il pane.

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Direi, anche a sentire Mauro che ha fatto il bis, che l’integrazione dei sapori è veramente perfetta, anzi ci starebbe bene anche un po’ di peperoncino e qui c’è tutta l’Italia unita.

 

 

 

Costolette o Cotolette ???

Cotoletta o costoletta, questo è il dilemma, se sia più nobile..….mangiare, dormire..è questo lo scrupolo….allora? Lasciamo tranquillo Amleto al suo dilemma e pensiamo al nostro.

Dal macellaio, vorrei fare delle costolette alla milanese, no dice lui, cotolette, no dico io, costolette e via così. Alla fine lui esausto (perchè io non mollo) va bene, signora, costolette, ma vado ad informarmi !!!!!

Il Comune di Milano, con delibera della Giunta del 17 marzo 2008, ha assegnato “la denominazione comunale” alla COSTOLETTA alla MILANESE, con la seguente scheda di presentazione:

Delle costolette alla milanese “lombolos cum panitio” si parla in una lista di un pranzo offerto nel 1134 da un abate dei monaci di S. Ambrogio, riportato nella Storia di Milano del Verri.

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Ma c’è un altro quesito che ha appassionato gli storici ed i gastronomi per molto tempo: è quello sulla primogenitura del piatto, se cioè sia nata prima la “Cotoletta” alla Milanese oppure la somigliante (all’apparenza) wiener schnitzel austriaca che mostra però delle differenze sostanziali con la costoletta alla Milanese:

  • la wienner schnitzel è solitamente ricavata dal maiale e non dal vitello, come la costoletta alla milanese;
  • è senz’osso, quindi può essere ottenuta da vari tagli, per esempio dalla fesa o dalla noce e non dalla lombata come la “Milano”;
  • è sottilissima, larghissima e ben battuta, mentre la “Milanese” è alta quanto l’osso.

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Il termine Costoletta nel dizionario DEVOTO-OLI viene descritto come un taglio di carne con l’osso, quindi, ottenuto dalla lombata o dal carrè ,

Cotoletta, invece, come “fetta di carne, con o senz’osso, passata nell’uovo, impanata e fritta con olio o burro; lo stesso, ma oggi più comunemente usato che Costoletta: “derivata dal francese côtelette, dim. di côte = costa, costola”.
Cotoletta, dunque, trattandosi di carne impanata e cotta, sarebbe il nome di una preparazione.

Comunque fornita quindi delle mie…fette di carne, sono andata a casa per prepararle secondo gli insegnamenti di Luca Montorsino, cotte nel burro chiarificato (Ghee).

Ingredienti:

  • due costolette di lombata di vitello
  • pangrattato
  • farina
  • uova
  • burro

Prima di tutto pulire bene la carne dai bordi, togliendo quella parte che si arriccerebbe in cottura, poi tagliare la carne vicina all’osso, liberandolo per una parte. Raschiare bene l’osso, altrimenti in cottura la poca carne attaccata brucerebbe.

Non batterla con il batticarne, mai, perchè si sfibra, ma premere con la mano bene bene così da allargarla. Preparare intanto il burro chiarificato.

Tagliare il burro freddo in piccoli pezzi e metterlo a fondere a a fuoco bassissimo; una volta che il burro è completamente fuso, lasciarlo riposare per 10 minuti circa, quindi decantarlo in un’altra pentola dividendo dal siero che si sarà formato. Chiarificare il burro significa privarlo dell’acqua e della parte che, in cottura, brucia più facilmente: la caseina.

Così trattato, il burro può essere usato anche per eseguire cotture prolungate ed a temperature piuttosto elevate, il burro ha un punto di fumo a 176 gradi, il burro chiarificato a 190. Si può conservare in vasetti di vetro.

E’ chiamato Ghee in India e sembrerebbe avere effetti terapeutici nella medicina Ayurvedica.
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Quindi infarinare la costoletta, poi passarla nell’uovo non salato e poi nel pangrattato. Non salare prima perchè l’umidità del sale staccherebbe l’impanatura.

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Adagiarla quindi in una padella con il burro chiarificato e lasciarla cuocere da entrambe le parti, voltandola solo una volta.
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Poi metterla su carta assorbente e quindi nel piatto. Non mettere limone o altro, perchè deve sentirsi il sapore della carne e del burro.
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Sono rimasta soddisfatta perchè è finalmente venuta una vera e saporita costoletta alla milanese.

 

La Befana tutte le feste porta via…..

…..no, forse non è la frase giusta, ma rende l’idea.

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e anche quest’anno, così come è arrivata, la Befana se ne va, sperando che ci lasci  solo delle cose migliori dell’anno passato.

Per chiudere in bellezza le feste, ho preparato un pranzo invitando dei cugini, con i quali abbiamo passato una bella giornata e il menù è stato questo:

Antipasti:

scopette della Befana,

mousse di prosciutto e semi in barchette di insalata belga,

salame casalingo con cetriolini e olive di Guido, (nostro amico)

piccoli tomini piccanti (comperati)

Primo:

risotto alle verdure

Secondo:

scaloppine di tacchino all’arancia e curcuma

patate al rosmarino al forno

insalata di radicchio e verde con noci, pezzetti di scamorza e  crostini, condita con un mix di semi vari.

Dessert:

ananas con arancia e uvetta

torta di tagliatelle

ed anche pane fatto in casa, cioccolatini, nocino di Mauro.

Lo devo dire, hanno gradito tutti e, per la prima volta in casa nostra…mi hanno fatto gli applausi !!! Soddisfazione, vedere che gli ospiti sono stati contenti a quel punto.

Non ho tutte le foto delle ricette, perchè curare il pranzo,servire, parlare e intanto mangiavano, le foto…alcune sono saltate dentro ai piatti e quindi…

la tavola apparecchiata,

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le barchette di mousse:

– prosciutto cotto e crudo, ricotta, semi di sesamo e di papavero, un pizzico di sale, frullato il tutto assieme e messo nelle foglie di insalata belga.

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le scopette della Befana:

– sottilette tagliate per un pezzetto, inserito degli stick (quelli dell’aperitivo) e legato con erba cipollina.

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Il risotto è il classico, ho fatto stufare dei peperoni e delle zucchine in olio e burro e cipolla, poi messo il riso, il brodo e portato a cottura con il mio coperchio N.W. Cooker.

Invece sono interessanti e semplici le scaloppine all’arancia e curcuma. Immaginatele……

– scaloppine di tacchino infarinate, messe a rosolare in padella con burro, intanto ho grattugiato della curcuma (non uso mai la polvere perchè per me è più colorante che altro), spremuto un’arancia e ho fatto sciogliere la curcuma nel succo.

Giunte a cottura le scaloppine, veloci, ho messo il succo con la curcuma nella padella, a fuoco un po’ alto, fino a ridurlo. E’ venuto un piatto veramente invitante, colorato e saporito al punto giusto.

Il resto, normale e la torta di tagliatelle, portata dalla cugina, è una torta della tradizione emiliana, questa è bolognese.

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( foto di “chebonchebon.com”), ma è uguale alla nostra.

Ma non basta, la sera prima altri amici, ma è stata una cena semplice, con i passatelli in brodo e la sera dell’Epifania, altri amici ad aiutarci…a finire il pranzo del mezzogiorno.

Ora è meglio che vada in cucina a riordinare e Mauro dice che ora sembra una “cucina da incubo” !!!!

 

Natale è finito, ma….

…ma possiamo andare a rivivere la sua magia al Villaggio di Natale di Bussolengo (VR).

Siamo andati con nostra figlia, a curiosare e non solo, anche perchè ci sono i saldi…..C’è una marea di oggetti, luci, articoli vari e sembra di essere in un paese del nord. Sono 20 anni che c’è dal 2 novembre all’8 gennaio da Flover e occupa uno spazio di 7000 mq. e vale la pensa di andarci perchè è un luogo “dove nascono i sogni”…

all’ingresso

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zona alberi di Natale

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..anche questo.. da appendere al soffitto

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le casette degli gnomi

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sullo sfondo una delle sale apparecchiate

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poi ci sono degli stand dove degli artigiani, attraverso il loro lavoro, preparano delle palline dipinte a mano, oppure dei lavori in legno ecc.

qui le palline dipinte per l’albero

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qui l’artigiano del legno

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una tenerissima renna

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e fuori dal villaggio scende la neve…

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uno degli innumerevoli scaffali con ogni tipo di oggettistica per Natale

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accanto ad un bellissimo albero girevole con carillon

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da una stanza all’altra

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decorazioni splendide, tante idee..

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c’è anche la fabbrica dei giocattoli, dove gli gnomi preparano trenini, bambole e tutti i giocattoli che i bambini chiedono a Babbo Natale

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e qui la macchina impacchetta doni

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ma arriva mezzogiorno e allora andiamo a mangiare alla tavola calda del villaggio, sullo sfondo la poltrona di Babbo Natale, perchè ci sono tante manifestazioni ed eventi, uno dei quali è la cena con Babbo Natale.

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Siccome sembrava di essere nel nord Europa, allora si mangiano wursteln e crauti speziati e l’immancabile torta Sacher.

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e non si può non passare dallo spazio del cioccolato…

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usciamo poi all’aperto per andare a visitare la Casetta di Babbo Natale, prima però una sosta sulla sua slitta

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una splendida casetta tutta completa, anche di renna.

sala da pranzo

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cucina ben attrezzata

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camera da letto

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Babbo Natale in ufficio che parla con gli gnomi

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e così, ritorniamo dalla magia del Natale alla realtà di tutti i giorni.

 

 

Si ricomincia…..

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Il primo gennaio è il primo giorno dell’anno nel calendario gregoriano. Mancano 364 giorni alla fine dell’anno (365 negli anni bisestili) e domani 2 gennaio 2017 si ricomincia, passato capodanno, festeggiato chi più chi meno la sera del 30/12, oggi primo gennaio passato con amici a mangiare e giocare a carte, il resto può attendere…..

Domani si riprende a fare quello che abbiamo fatto fino ad ieri e non vedo cosa ci sia di particolamente diverso. Il capodanno per me porta sempre la speranza che qualcosa cambi in meglio, ovvio, e a questa speranza ci si aggrappa.

ma come dice  – Buddha Siddhārtha Gautama

Non inseguire il passato e non perderti nel futuro. Il passato non è più ed il futuro non è ancora arrivato.

ed ancora:
 Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, né del preoccuparsi del futuro, ma nel vivere il momento presente con saggezza e serietà. La vita può avere luogo solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L’amore nel passato è solo memoria. Quello nel futuro è fantasia. Solo qui e ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento, ti prendi cura di tutto il tempo.

Siddhārtha Gautama, meglio conosciuto come semplicemente Buddha, è stato un monaco, filosofo, mistico e asceta indiano, fondatore del Buddhismo, una delle più importanti figure spirituali e religiose dell’Asia.

Visse approssimativamente tra il 566 a.C. e il 486 a.C. e proveniva da una famiglia ricca e nobile.

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E così cercando di seguire questi pensieri, ci avviamo all’anno nuovo; quindi non perdiamo la speranza che la pace nel nostro animo e nel mondo possa avverarsi.

Auguri a tutti, grandi e piccoli, vicini e lontani, pelosetti e non.

 

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