Archivio mensile:luglio 2018

Pesto vegano

Questa è una ricetta tratta dal blog: http://ricetteperprincipianti.blogspot.com/-

Mi è piaciuta, non tanto perchè  io sia vegana, amo troppo il latte, derivati e formaggi, ma perchè è diversa dal solito pesto ed è priva di latticini.

La componente principale del pesto è naturalmente il basilico.

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Il basilico (Ocimum basilicum, ) è originario dell’India, ed è utilizzato tipicamente nella cucina italiana e nelle cucine asiatiche per via del marcato profumo delle sue foglie, che a seconda della varietà può essere più o meno dolce o pungente.

Il suo nome deriva dal latino medievale basilicum, con origine dal greco basilikon  (“pianta regale, maestosa”), da basileus “re”.

L’etimologia è incerta: alcune interpretazioni ritengono sia così chiamato perché usato per produrre profumi per il re, o in riferimento all’utilizzo sacro delle antiche popolazioni Hindu; Il nome è stato probabilmente confuso con quello del basilisco, la creatura mitologica greca descritta come un serpente dal veleno letale, col potere di uccidere con lo sguardo. Il basilico ne sarebbe stato l’antidoto.

Sono state classificate circa 60 varietà e cultivar di O. basilicum, che si differenziano per l’aspetto e l’aroma. Il basilico deve essere utilizzato fresco e aggiunto alle pietanze all’ultimo momento. La cottura ne attenua velocemente il sapore fino a neutralizzarlo, lasciando poco del suo profumo. Quando essiccato, perde completamente il suo sapore . Lo si può pestare in un mortaio per rompere le cellule che contengono l’olio essenziale, liberandone l’aroma. In frigorifero si può conservare per qualche giorno,  Le foglie congelate conservano, invece, il sapore per diversi mesi.”

INGREDIENTI:

  • 20 foglie di basilico
  • 15 mandorle pelate
  • uno spicchio di aglio ( se piace più aromatico anche due)
  • un poco di sale grosso
  • olio di semi
  • (due cucchiai di semi di lino dalla ricetta) io ho messo due cucchiaini del trito di semi misti ( lino, canapa, papavero ecc.) che uso per condire le insalate.

Ho pulito bene le foglie di basilico e l’aglio, poi li ho messi nel barattolo del frullatore ad immersione con le mandorle spezzettate, l’aglio schiacciato, i semi e l’olio. Durante la preparazione se ne può aggiungere. Poi ho aggiunto il sale.

Frullato bene in modo da renderlo una crema.

 

E’ veramente ottimo, nulla da invidiare al pesto tradizionale e l’ho provato su una bruschetta, perfetto. Anche come condimento della pasta, da aggiungere all’insalata di patate bollite o per mischiarlo a dei pomodorini frullati.

Ora è pronto per andare in congelatore ed essere usato alla prima occasione.

Mestieri di una volta

Oggi abbiamo i centri commerciali nei quali troviamo di tutto,  e ci muoviamo come formiche. Tante offerte che sembra che regalino i prodotti.

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o ancora di più, le vendite on-line.

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Comodo certo, da casa, senza code o fatica, ma isola dal resto del mondo, anche se sembra che l’uso del computer ti dia l’illusione del contrario.

Invece ” una volta “, anche solo nel secolo scorso e in campagna c’erano i mestieri e le vendite”ambulanti”. Tutti in bicicletta……. L’ho scoperto visitando una mostra, molto interessante, perchè dà la misura della semplicità, del rapporto umano che si creava tra le persone.

Il venditore di stoffe, con tanto di metro in legno.

il venditore di animali da cortile (notare la bilancia appesa)

la parrocchia portatile del prete, con tanto di cappello e messale.

 

andiamo a mietere, con il fido fiaschetto appeso…

il lattaio, non sapeva più dove appendere i contenitori…(ammaccati per l’uso)

” Donneeee… è arrivato l’arrotinoooo…” notare l’impianto per l’affilatura.

Pèèèè…pèèèèè….la trombetta che suona per avvisare i bambini dell’arrivo del gelataio.

ma la più bella……la bicicletta del vigile del fuoco, rigorosamente rossa e sperando di giungere in tempo a spegnere il fuoco…

 

questa è una piccola parte dell’esposizione, che narra la vita in campagna e come si ingegnavano per arrivare nelle cascine e portare i negozi a domicilio.

Cascate di Nardis

Le cascate di Nardis, altra tappa delle nostre vacanze, si trovano in val di Genova che è una valle laterale della Val Rendena in Trentino interamente compresa nel Parco naturale provinciale dell’Adamello-Brenta, la più estesa area protetta della provincia di Trento. È nota anche con il nome di “valle delle cascate”.

 

Le cascate di Nardis scendono dalla Presanella gettandosi nella valle  con un salto di oltre 130 metri. Nei mesi invernali le cascate si ghiacciano completamente e divengono luogo per possibili arrampicate sul ghiaccio.

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La val di Genova è una valle molto boscosa, con parecchie cascate raggiungibili attraverso sentieri,

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ma per arrivare a quelle di Nardis c’ è una strada abbastanza comoda, anche se siamo in montagna e, però, bisogna pagare un pedaggio. Quando ho chiesto il motivo la risposta è stata evasiva, sa per i costi di gestione ecc.

Poi arrivati sotto alla cascata sicuramente lo spettacolo è molto bello e proprio di fronte c’è naturalmente, un albergo.

Non ne sono rimasta particolarmente entusiasta, forse camminando per i sentieri c’è un’altra atmosfera, ma lì troppa gente occupata a guardare i cellulari piuttosto che la natura, il pedaggio da pagare e questo mi dà un pò fastidio, insomma non ho provato la stessa sensazione che ho provato in altri posti.

Non saprei che altro aggiungere se non una delle leggende del posto che fa riferimento agli anni 1545-1563, quando i Padri deConcilio di Trento decisero di cacciare streghe e diavoli nella valle. Questi poi si sono incarnati in roccia granitica, andando a formare tra i più famosi: la Preda de la Luna, il Tof del mal Neò, il Tof del Diavùl. Ci sono effettivamente delle rocce nelle quali, con un poco di fantasia, si possono vedere delle forme strane.

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(foto di https://ventisqueras.wordpress.com )

Pensandoci, devo dire che la sensazione che ho provato, è stata un po’ inquietante, non di serenità come mi dà sempre la montagna, forse che effettivamente girino ancora, come dicono, queste streghe?

 

Canale di Tenno

Un altro bellissimo borgo che abbiamo visitato durante le vacanze/cura in Trentino.

CANALE DI TENNO è un borgo medievale che sorge a 600 metri di altezza sulle colline che guardano il versante trentino del lago di Garda, fra Riva del Garda e l’altopiano di Fiavè, sulla strada che collega il lago alle Giudicarie. E’ iscritto  nell’associazione i “Borghi più belli d’Italia”, il primo documento che attesta la sua esistenza risale all’anno 1211. Oggi Canale di Tenno conserva intatto l’impianto urbanistico originario, formato da quattro strade che convergono nella piazzetta, un gran numero di case in pietra e i caratteristici avvolti, che collegano le abitazioni l’una all’altra.

E’ un piccolo paese arroccato alla collina, tutto “su e giù”, ma dal quale si gode una splendida vista sul lago di Garda e sulle montagne circostanti.

Interessante è la riproduzione di alcuni editti emanati dal re longobardo Rotari.

Rotari  è stato re dei Longobardi e re d’Italia dal 636 al 652. Egli  condusse numerose campagne militari, che portarono quasi tutta l’Italia settentrionale sotto il dominio del regno longobardo. La memoria di Rotari è legata soprattutto al celebre Editto,  con il quale codificò il diritto longobardo rimasto fino ad allora legato alla trasmissione orale. L’Editto apportò significative innovazioni, come la sostituzione dell’antica faida (vendetta privata) con il guidrigildo (risarcimento in denaro), e limitò fortemente il ricorso alla pena capitale.

art. 318 “Se qualcuno avrà rubato uno o più favi di api, colle api, comporrà soldi 12”

art 338 ” Se uno avrà pelato la coda del cavallo di un altro togliendo le sole setole comporrà soldi 6″

ed eccone un altro di tutt’altro tenore

così come questo:

art. 350 “Se qualcuno avrà trovato nel proprio prato uno o più porci a scavar fossi ne uccida uno solo e non sia ricercato”

E’ un borgo nel quale si sono inseriti molti artisti, vasai, pittori ecc.

 

Un altro particolare interessante sono le “vicinie”  alle quali è dedicato un monumento che riproduce quattro uomini che dialogano e ricorda la gestione della “cosa comune” attraverso le “regole” locali stabilite dai capofamiglia.

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Nel mese di agosto si svolge Rustico Medioevo una manifestazione che dura 8 giorni e che coinvolge tutto il borgo medievale di Canale di Tenno. L’organizzazione degli eventi dedicati al medioevo, contribuisce a trasportarti indietro nel tempo catapultandoti in un’altra era, con le coreografie, gli stendardi e le fiaccole che abbelliscono il borgo, i cantastorie che annunciano gli spettacoli e i figuranti in costume che ricreano la magia di tanti secoli fa.

Quindi se siete in zona venite a vedere questa manifestazione, perchè  se si levano gli occhi dal cellulare e si guarda in alto, si scoprono tante meraviglie sconosciute che meritano invece di essere apprezzate.

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Torta con barbabietole rosse

La barbabietola rossa

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La barbabietola comune (Beta vulgaris), conosciuta anche come barbabietola rossa , è una pianta erbacea biennale, riconoscibile per la presenza di foglie cuoriformi, di piccoli fiori di colore verde o rossastro, da cui si originano dei frutti duri, detti noci. Non sono questi frutti ad essere utilizzati per l’alimentazione umana, bensì le foglie e soprattutto le radici a tubero, caratterizzate da forma arrotondata e da un colore rosso brillante.

Una barbabietola rossa contiene sali minerali quali sodio, calcio, potassio, ferro, magnesio e fosforo. Poi la  vitamina A, vitamina C e vitamine del gruppo B. Sia il tubero che le sue foglie sono ricchi di antiossidanti e di flavonoidi, utili per proteggere l’organismo dall’azione dei radicali liberi. Il contenuto di vitamina A, essenziale per la protezione della vista, è superiore nelle foglie rispetto ai tuberi.

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La barbabietola può essere consumata cruda, grattugiata o affettata sottilmente e semplicemente condita con del succo di limone, al fine di favorire l’assorbimento del ferro oppure lessata, cotta al forno o in padella. Non sempre è facile trovarla cruda, ma si trova nei supermercati già cotta e sottovuoto. Vi assicuro che la differenza tra quella già cotta e quella cruda e cotta in casa è notevole. Ho la fortuna di trovare le verdure a km . meno di zero vicino a casa e di trovare le barbabietole crude appena raccolte.

Quindi le foglie, lessate, si possono trattare come gli spinaci, mentre ho cotto le barbabietole in pentola a pressione e le ho utilizzate per preparare una torta salata.

Ingredienti :

per la pasta brisè (volendo si può acquistare già pronta), io l’ho preparata con il Bimby:

  • 25o gr di farina integrale
  • 1oo gr di burro morbido a pezzetti
  • 1 pizzico di sale
  • 7o gr di acqua fredda

Versare nel boccale prima la farina e poi gli altri ingredienti, impastare 2o sec. vel.4/5, avvolgere l’impasto in pellicola e lasciarlo riposare in frigo per 15 min.

Ho cotto le barbabietole e, fredde, le ho affettate. Poi ho steso la pasta in una pirofila come da foto

poi ho aggiunto le barbabietole affettate e un poco di sale e pepe, ricoperte e, dopo aver spennellato con il tuorlo d’uovo, le ho infornate a 18o° per circa 3o min.

Volendo si può aggiungere del prosciutto o del formaggio, ma, questa volta, ho preferito sentire il sapore delle barbabietole. Questo è il risultato:

 

Buonissimo come antipasto, secondo oppure con una bella insalata  mista e del formaggio, piatto unico.

Rango, uno dei borghi più belli d’Italia

Un borgo, nell’elenco dei borghi più belli d’Italia , è RANGO , in provincia di Trento.

Questo magico pugno di case rurali, perfettamente conservate nella loro antica architettura, parla ancora di un passato popolato di pellegrini, pastori con le loro greggi, mercanti e viaggiatori solitari che qui sostavano per riposare. A Rango il tempo sembra essersi fermato…Per entrare in paese una splendida bifora rinascimentale conduce all’intreccio degli edifici rurali;

e all’ingresso un cuore formato da tronchetti di legno e una scritta:

L’amore non parla, bisbiglia, ma tu puoi scriverlo qui, su questo cuore, quanto mi ami”

e noi abbiamo messo le nostre iniziali e…xxxxxxx

A Rango  si puà cogliere  ancora lo spirito della vita contadina che rivive nella rievocazione di mestieri oggi in disuso: ombreler (ombrellaio) il caregheta (impagliatore di sedie), o il calier (calzolaio).

Il “moleta” (l’arrotino) è riproposto in una composizione, inserita in un muro, composta da pezzi di legno, scelti per colore in modo da formare questo bellissimo “quadro”.

Un’altra composizione è questa, altrettanto bella, che rappresenta una donna alla fontana. E’ incredibile la pazienza e l’arte di creare queste composizioni.

qui invece abbiamo l’uomo alla fontana del borgo, la stessa del quadro, luogo di ritrovo di tutti gli abitanti.

Interessante è  una vicenda, di fine ottocento, legata ad un presunto caso di spiritismo di una ragazza del paese di Rango che destò scandalo “anche fuori delle Giudicarie nelle vallate circonvicine“. Da questa vicenda deriva il nome di uno dei portici di Rango all’imbocco della casa dove viveva la ragazza con la sua famiglia, chiamato “portec del diavol”.

qui una simpatica finta fontanella e dei buffi portafiori

 

 

Una rampa per far salire i carri con il fieno da stivare nel fienile in alto.

Altri scorci del borgo:

Se passate da questa zona fate una sosta in questo borgo. Durante il periodo natalizio nelle case e negli androni del borgo si svolge un coloratissimo e famoso  mercatino di Natale. Nel quale non solo potrete ammirare ed acquistare tutto ciò che riguarda il Natale, ma anche degustare i prodotti tipici della zona, ad es.

 Il formaggio SPRESSA delle GIUDICARE DOP è una delle eccellenze più antiche della montagna alpina e il suo nome deriva da “SPRESS” (spremuta), cioè impoverita del grasso.

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LA CARNE SALADA si ottiene con la fesa (ma occasionalmente anche con sottofese e magatelli) di bovino adulto. I tagli, ripuliti da tutte le parti grasse e tendinose, vengono cosparsi con una miscela di sale e altri ingredienti e disposti in un contenitore dove rimarranno dalle 2 alle 5 settimane a seconda delle dimensioni dei singoli pezzi. Si serve  cotta saltata in padella o grigliata e servita con insalata di fagioli, oppure cruda come carpaccio o come una semplice tartare.

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LA CIUIGA è un tipico insaccato prodotto e commerciato nei comuni di Dorsino e di San Lorenzo in Banale, nel Trentino centro-occidentale. Come la maggior parte degli insaccati tradizionali esso è composto da carne di maiale ma la vera particolarità della ciuìga è che nell’impasto vengono aggiunte le rape cotte e sminuzzate.  Siccome l’ho trovata a Bologna l’ho cucinata ed ecco il mio articolo https://lastufaeconomica.wordpress.com/?s=ciuiga

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Il borgo è stato ristrutturato nel suo insieme ed è un bell’esempio di come si possa intervenire senza stravolgere lo spirito del borgo stesso.