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Coda alla vaccinara slow

Ho voluto cimentarmi nella preparazione della coda alla vaccinara, quella originale romana de’ Roma, almeno una delle due originali.

Ho acquistato dal mio macellaio di fiducia dei pezzi di coda, veramente belli e quasi tutti uguali e poi, armata di fiducia in me stessa ho cominciato.

Coda di manzo – falloincucina.com

Intanto vediamo il significato della parola vaccinara.

Nata nel cuore di Roma, nel rione Regola dove abitavano i vaccinari, la coda alla vaccinara è considerata la “regina” del quinto quarto, ovvero quel che rimane della bestia vaccina .

Anticamente chi allevava gli animali dove poi consegnare le parti più pregiate della carne ai loro signori. Le parti considerate migliori sono i due quarti di quelle anteriori e i due quarti di quelle posteriori. Cosa rimaneva ai poveri contadini? Il quinto quarto, appunto. Ovvero tutta la rimanenza dell’animale che poteva essere mangiata. Quello che era considerato non apprezzabile dai ricchi, fu la materia prima dei poveri che riuscirono, tra creatività e morsi della fame, a trasformare le interiora degli animali in qualcosa di sostanzioso, nutriente e buono. Del quinto quarto fanno parte la coda, la trippa, la pajata, (la prima parte dell’intestino tenue),  il cuore, la milza, e tutte le frattaglie.

Della ricetta esistono due versioni principali, che si differenziano soprattutto nella parte finale della preparazione, dove in una viene preparata una salsa a base di cacao amaro, pinoli e uva passa, mentre nell’altra no. Tuttavia per nessuna delle due varianti si può parlare di ricetta originale, in quanto entrambe convivono da molti decenni nelle varie trattorie di Roma.

Infatti l’uso di uvetta, pinoli e, addirittura, cacao amaro non c’era in origine; è un’aggiunta successiva, quando il piatto si è diffuso tra le classi benestanti. Nobiltà e papato ne avevano disponibilità e li usavano per arricchire e ingentilire una ricetta altrimenti troppo forte per i loro palati.

E’  una preparazione dal doppio uso: si prepara con la stessa carne un primo piatto con il brodo ottenuto lessando la coda, e poi un secondo di carne costituito dalla coda alla vaccinara vera e propria. La coda, quindi, veniva inizialmente fatta lessare, in modo tale che il brodo si potesse utilizzare per altri piatti. La carne continuava la cottura in un tegame dove era stato fatto soffriggere un trito di aglio, cipolla, prezzemolo, carota, lardo e una fettina di prosciutto. Quindi veniva aggiunta un po’ di salsa di pomodoro, parte del brodo e il sedano sbollentato. La cottura proseguiva fino a che la salsa non si era ristretta. Nata come piatto a sé la coda a Roma viene anche usata per condire i rigatoni  (chiamati anche “rigatoni alla vaccinara”).

I “vaccinari”   detti anche “scortichini”, erano le persone che svolgevano nel mattatoio il lavoro più faticoso di scuoiare le carcasse degli animali. E per questo venivano ricompensati con le parti meno pregiate delle povere bestie, il famoso quinto quarto che finivano nei tegami delle cucine del quartiere, assai povere di ingredienti  per trasformare quei pezzi di carne in piatti saporiti e nutrienti.

Essendo una cottura lunga e a fuoco basso io ho usato la mia Slow Cooker.

Ingredienti:

  • 1 kg di coda di manzo tagliata a pezzi
  • 1 cipolla
  • 2 carote
  • 3 cuori di sedano
  • 2 spicchi di aglio
  • 1 bicchiere di vino Cabernet (se si preferisce anche bianco)
  • 600 gr di polpa di pomodoro
  • sale/pepe q.b.
  • 1/2 cucchiaio di cacao amaro
  • 1/2 cucchiaio di uvetta
  • 1/2 cucchiaio di pinoli
  • olio di oliva

Far soffriggere in una padella, sedano, cipolla e aglio in olio, quando sarà soffritto aggiungiamo i pezzi di coda, facendoli rosolare per 3/4 minuti e sfumare con il bicchiere di vino.

Nel fondo della slow cooker mettere la carota e il sedano, adagiare i pezzi di coda e coprirli con la cipolla, versare i pinoli, l’uvetta e il cacao, una spolverata di sale e pepe, coprire con la salsa di pomodoro e un filo di olio.

Mettere il selettore su Low e far partire, passate 6 ore, togliere il coperchio, mescolare e lasciar cuocere per circa un’altra mezz’ora, senza coperchio, per favorire l’evaporazione e far ritirare un po’ il sugo.

non rimane altro da fare che decidere se usare il sugo per condire i rigatoni sui quali spolverare abbondante pecorino romano posizionando in cima al piatto un bel pezzo di coda, o se mangiare la coda come secondo nel cui sugo fare un’abbondante scarpetta.” (così dicono gli autori di “ricette per la slow cooker”)

Ed eccola qui in cottura, la foto del piatto in tavola non c’è, perchè non c’è stato il tempo di farla, troppo buona e invitante per perdere tempo…..

Sono soddisfatta, è risultata buona, gustosa, con la carne che si staccava dagli ossi, da rifare….

 

Friggitrice ad aria e slow cooker

Parliamo un po’ di questi due piccoli elettrodomestici che hanno un posto nella mia cucina. Cominciamo con la

FRIGGITRICE AD ARIA

La friggitrice ad aria calda  è una macchina che consente di friggere gli alimenti non con i grassi (olio o burro) ma con il calore accumulato nella camera di cottura. Permettono di ottenere analoghi risultati alle friggitrici tradizionali ma con metodi di cottura decisamente più sani ed ecologici. Inoltre non rimarrà l’odore del fritto in cucina o in casa.

La resa e l’efficienza dell’elettrodomestico variano anche in base al modello utilizzato e alla potenza che è in grado di generare, dunque è importante scegliere la friggitrice ad aria più adatta alle nostre esigenze dopo aver valutato con criterio diversi aspetti.

La friggitrice ad aria calda funziona grazie ad una speciale camera di cottura dove l’aria circola talmente veloce da raggiungere temperature molto elevate.

Non si usa olio nella friggitrice ad aria, ma bisogna prima “massaggiare” con olio ed eventualmente erbe officinali la carne, le patate per esempio vanno lasciate in una ciotola con olio, sale e rosmarino, quindi tolte, asciugate un po’ ed inserite nella macchina.

Friggitrice ad aria, guida all'acquisto - Guida per Casa

I cibi sono completamente circondati da aria caldissima e  divengono croccanti fuori e morbidi dentro . Inoltre questa tecnica si rivela utile a mantenere intatte  le proprietà degli alimenti.

L’aria calda contenuta nella camera di calore, infatti, può raggiungere temperature vicine ai 200°. Ciò fa delle friggitrici ad aria elettrodomestici estremamente utili, il consumo elettrico medio va dagli 800 ai 2.000 watt. Tuttavia il ritorno economico (meno olio impiegato) e salutistico non deve essere sottovalutato.

In commercio esistono molti modelli con caratteristiche e prezzi diversi, dai 70 ai 400 euro.

Vediamo i vantaggi:

  • Possibilità di realizzare fritti con meno grassi, più leggeri e salutari
  • Possibilità di consumare fritti saltuariamente anche per chi ha problemi di colesterolo
  • Non raggiungendo il punto di fumo, l’olio, sugli alimenti, non rischia di diventare tossico.
  • Meno sporco e niente cattivi odori
  • Maggiore igiene
  • Pulizia della macchina semplice e rapida
  • Cottura senza rischi di incidenti domestici
  • Risparmio nelle quantità di olio utilizzate

gli svantaggi:

  • Prezzo iniziale da sostenere (da 150 euro per modelli medi, in su)
  • Consumo energetico considerevole ( da 800 a 2000 watt.)
  • Quindi i vantaggi sono superiori agli svantaggi.

A differenza di una friggitrice tradizionale, con la friggitrice ad aria si possono realizzare ottime fritture ma anche altre ricette e preparazioni. Si va dalle classiche patatine, crocchette, cotolette, verdure miste, crostacei e pesce fino ad arrivare a dolci e torte salate.

E’ perfetta anche per scaldare gli alimenti già cotti, ma a differenza di un normale forno elettrico o a microonde, non secca i cibi.

(stralcio dall’articolo di https://www.tuttogreen.it/friggitrice-ad-aria/)

Io mi trovo molto bene con la mia, qui gli articoli pubblicati, per ora.

https://lastufaeconomica.wordpress.com/2019/02/04/la-mia-nuova-friggitrice-ad-aria/

https://lastufaeconomica.wordpress.com/2019/08/22/tortina-con-bozzo-in-friggitrice-ad-aria/

La mia friggitrice ad aria è molto comoda, pulita, veloce e sana e sono molto contenta dell’acquisto.

arrosto, massaggiato prima con olio ed erbe. Perfetto come al forno.

Nel prossimo articolo parlerò della slow cooker.

VonShef - Slow Cooker da 6,5 L, con coperchio in vetro, in acciaio ...

Bollito nella Slow Cooker

Ebbene sì, mi è arrivato un nuovo elemento per la mia cucina, la slow cooker. Graditissimo regalo di Natale ed entusiasmo per il tipo di cottura facile e comodo.

2368879-VonShef Pentola per cottura lenta, ovale in acciaio inox da 3,5L con con

Le slow cooker sono pentole elettriche in grado di cuocere, a bassa temperatura, tutti i cibi consumando meno rispetto ai tradizionali forni elettrici e al gas. Hanno all’interno una pentola di ceramica che, estraendola e portandola in tavola, mantiene il calore e quindi i cibi restano caldi per parecchio tempo. Hanno tre tasti, per cottura SLOW, il tempo necessario per raggiungere il punto di ebollizione è di circa sette/otto ore. Con l’impostazione HIGH, ci vogliono circa tre o quattro ore. E WARM per mantenere il cibo al caldo.

Slow perchè ha una cottura lenta, di molte ore rispetto alla cottura tradizionale, ma consuma poco e una volta inserito il cibo nella pentola, ce lo possiamo dimenticare perchè non occorre girare il cibo, nè aggiungere qualcosa. Comunque si può controllare dal coperchio in vetro temperato.

Ho già fatto alcuni esperimenti, uno di questi è il bollito, carne che richiede, sul gas, molte ore, controllo che non cali troppo l’acqua e poi la pentola occupa un fornello per molto tempo. Invece la mia slow cooker , una volta preparata, me la sono dimenticata fino alla fine cottura. Ne è uscita una carne tenera, cotta a puntino e un buon brodo.

Sapete che per fare un buon bollito la carne va inserita quando l’acqua bolle  e per un buon brodo la carne va inserita a freddo.  Invece qui ho inserito tutto a freddo e il risultato è stato ottimo

Ho inserito un pezzo di carne “da brodo”, cipolla e carota, acqua fino a coprire tutto. Ho impostato la temperatura slow per sei ore e alla fine, senza tanti profumi di bollito in cucina, senza controllare e con il fornello a gas completamente libero, ho avuto il mio bollito perfetto.

Quindi, a buon titolo, la mia nuova slow cooker occupa  un posto sul mobile della mia cucina, pronta all’uso. Sì, il mobile si sta riempiendo, con l’affettatrice, la friggitrice ad aria, il Kenwood planetaria (gli accessori sono in un cassetto), lo spremiagrumi, il tostapane ed ora lei. Ma se non sono fuori ci si dimentica di usarli, perchè è noioso tirarli fuori e poi riporli, invece così, staranno un po’stretti, ma almeno si usano.

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Gnocchi con polenta avanzata

Dopo le feste, e comunque sempre,  non bisogna buttare via il cibo, ma cercare di ridargli nuova vita.

Per questa ricetta mi sono ispirata al libro : In cucina non si buttava niente:

 

ricette insolite di ieri e di oggi per non sprecare cibo e denaro.

Per necessità economica e per virtù sostenibile anche noi oggi dovremmo recuperare le soluzioni di creare cibi con avanzi (magari dimenticati in frigorifero) e i cosiddetti “scarti”, parti meno nobili, e destinati alla pattumiera.

Avevo della polenta e questo libro mi è venuto in aiuto con una originale e semplice ricetta.

INGREDIENTI:

  • 250 gr di polenta avanzata
  • 200 gr di farina 00 (io farina 1)
  • 4 cucchiai di parmigiano grattugiato (io pecorino sardo)

Ho frullato la polenta e l’ho mescolata alla farina e al formaggio, ottenendo un composto omogeneo e piuttosto sodo. Ho ricavato dei cilindretti che poi ho tagliato a pezzetti, premendoli con il pollice per poter meglio prendere il sugo.

 

Ho fatto bollire dell’acqua salata e li ho tuffati poco alla volta. Man mano che salivano li ho raccolti e messi nei piatti dove li ho conditi con un buon ragù alla bolognese e, naturalmente, con una spolverata di parmigiano reggiano.

Coniglio con aromi essiccati

Non ho messo l’immagine del coniglio, come avrei dovuto fare, altrimenti quelli sparivano dalla mia tavola. Non mi lascio commuovere perchè ogni tanto, ma tanto, lo devo cucinare perchè al marito piace…..

Ho preso dei pezzi, così non penso cosa possa essere…..e li ho cucinati al forno con gli aromi da me essiccati, ho voluto provare ad usare solo quelli e veramente è stata una scoperta fantastica.

INGREDIENTI:

  • pezzi di coniglio
  •  aromi essiccati: salvia, rosmarino,aglio, erba cipollina
  • olio
  • burro
  • sale grosso

Ho messo in una teglia, con un poco di olio, il coniglio così com’è e sopra gli aromi, il sale e dei pezzetti di burro. Poi in forno a 180° per quasi un’ora, coperto con un foglio di stagnola, che ho levato all’ultimo.

 

Buonissimo, gli aromi essiccati hanno sprigionato un profumo molto più intenso di quelli freschi. Quindi ora ne essiccherò altri, molto comodi, utili in inverno e si conservano moltissimo.

Questo è il piatto che è stato attaccato prima che facessi la foto, visto che il profumo ha convinto ad assaggiarlo subito. Non sarà una foto da concorso, ma il risultato valeva la pena.

Ecco il mio Tauro, fantastico, 10 cestelli e non bastano mai. Con il quale essicco di tutto, frutta, verdura e ci faccio pure lo yogurt.

Risultati immagini per tauro essiccatore

Tagliatelle pasticciate

 

Tagliatelles2.jpg

Le tagliatelle sono una pasta all’uovo tipica del centro e nord Italia. Il loro nome deriva dal verbo “tagliare” o “affettare”, dato che si ottengono stendendo la pasta in sfoglia sottile e tagliandola, dopo averla arrotolata.
Una variante sono le tagliatelle verdi, nel cui impasto entra la bietola o lo spinacio, particolarmente gustose e delicate sono poi le tagliatelle verdi all’ortica (con cime tenere delle ortiche al posto degli spinaci).

Secondo una leggenda bolognese le tagliatelle sarebbero state inventate nel 1487 dal bolognese mastro Zefirano, cuoco personale di Giovanni II Bentivoglio, in occasione del matrimonio di suo figlio Annibale II Bentivoglio con Lucrezia, figlia naturale di Ercole I d’Este, duca di Ferrara, riferendosi ai suoi lunghi capelli biondi. In realtà è soltanto una storiella inventata dall’illustratore e umorista bolognese Augusto Majani nel 1931.

Il 16 aprile 1972 la Confraternita del tortellino e l’Accademia italiana della cucina depositarono presso la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna la ricetta e la misura della vera tagliatella di Bologna. Un campione di tagliatella in oro è esposto in bacheca presso la Camera di Commercio. Le misure della tagliatella cotta stabilite corrispondono a 8 millimetri di larghezza (pari alla 12.270a parte della Torre degli Asinelli) equivalenti a circa 7 mm da cruda. Lo spessore deve essere tra i 6 e gli 8 decimi di millimetro.

In Emilia-Romagna il tipico condimento da abbinare a questo tipo di pasta è il ragù bolognese, ma puo’ essere utilizzato anche un ragu’ con prosciutto, 

Nel Lazio, in particolare a Roma e provincia, questo tipo di pasta si chiama Fettuccine ed è di formato più stretto rispetto alle tagliatelle; vengono condite solitamente con ragù di manzo.

In Toscana, il condimento privilegiato è con i funghi porcini o con il ragù di cinghiale.

Nelle Marche le tagliatelle si condiscono con vari tipi di ragù, tra cui quello preparato con carne d’anatra .

A Belluno e diverse altre parti del Veneto sono usate per la preparazione della Pasta e fasoi, variante locale della pasta e fagioli.

Nella provincia di Verona vengono chiamate lasagne, sebbene altrove indichi un diverso formato di pasta.

E adesso che finalmente sappiamo tutto delle tagliatelle, passiamo alla mia ricetta: Tagliatelle pasticciate. Non volevo preparare le solite lasagne e allora ho optato per questo pasticcio, ma alla cui base c’è sempre il condimento con ragù bolognese.

INGREDIENTI:

  • tagliatelle all’uovo fatte in casa
  • ragù bolognese, qui la ricetta
  • /ragu-alla-bolognese/
  • besciamella
  • parmigiano reggiano

Ho preparato le tagliatelle,  farina , acqua e uova fresche a temperatura ambiente, seguendo la regola tradizionale di mettere un uovo ogni 100 g di farina. Io non uso la farina bianca troppo raffinata, ma la 1 o la 2. Le ho poi distese sulle retine fatte da Mauro Mastro Geppetto.

Poi ho preparato la besciamella. Il ragù era già pronto, perchè occorre il suo tempo per farlo.

Ho fatto bollire l’acqua e cotto al dente le tagliatelle, le ho condite con il ragù e ho rivestito la teglia con un primo strato di besciamella, poi uno di tagliatelle , alternando sempre così fino alla fine. Spolverizzate poi con abbondante parmigiano.

Messe in forno per formare una bella crosticina croccante.

 

Ne avevo preparato due teglie, una la volevo mettere in congelatore, ma arrivata la truppa, sono sparite entrambe.

 

 

Ristorante l’Airone

Questo ristorante è inserito in un agriturismo alle porte di Bologna, a Granarolo dell’Emilia, a soli 3 km dall’uscita del casello Bologna Interporto.   E’ un casale molto ben ristrutturato e  si presenta bene in un contesto molto ampio. Con dei bei prati intorno per cui i bambini possono correre tranquillamente. Le sale grandi che possono accogliere molte persone, normalmente ben distribuite, ma oggi c’era una compagnia molto rumorosa che sicuramente ha disturbato molti clienti. Questo è un problema non certo del gestore, che non può intervenire, ma solo rammaricarsene, ma di mala-educazione delle persone, che credono che in locale pubblico possano urlare a loro piacimento.

Nonostante ciò abbiamo pranzato sempre molto bene, personale molto gentile, attento e disponibile. La cucina è molto curata, con pasta fresca fatta in casa, hanno dei macchinari che si possono vedere all’ingresso, che è il loro punto forte. Noi abbiamo preso:

tortelloni alle noci, ben conditi e porzioni abbondanti

 

tortellini in brodo, un classico, piccoli, saporiti al punto giusto presentati in una bella zuppiera bianca.

 

poi filetto di maiale all’aceto balsamico su un letto di radicchio rosso, veramente tenero e gustoso

 

e per finire un fiordilatte, perfetto con i “buchi”, che è difficile trovare in un ristorante.

Torneremo per assaggiare le crescentine, altra specialità emiliana. In ogni caso è un locale da tenere presente, dove si mangia bene, curato nei particolari e nelle persone che ti seguono.

Il mio voto non può essere che 5/5.