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Formaggio nei peperoni

I peperoni, originari del Sud America e appartenenti alla famiglia delle Solanacee vennero introdotti in Europa dagli spagnoli ed ebbero un immediato successo. L’importazione in Europa iniziò con il ritorno di Cristoforo Colombo dal suo primo viaggio in America.

Tutte le differenze tra peperoni verdi, gialli e rossi: sai quali sono?

credit Cookist

 

Perchè i peperoni hanno colori diversi?

Più dolci di sapore sono quelli gialli e rossi . I rossi hanno una polpa croccante e piuttosto consistente e un sapore deciso; i gialli sono più carnosi e succosi e sono più ricchi di antiossidanti; i verdi vengono raccolti in anticipo e hanno un gusto pungente e leggermente acidulo.

Essi hanno proprietà antiossidanti, dovute all’alto contenuto di vitamina A, C e betacarotene, e quelle diuretiche e depurative. Il peperone è anche molto ricco di sali minerali, in particolare di potassio, e per questo è un perfetto alleato della salute dell’apparato cardiocircolatorio.

Questo è uno sfizioso contorno o piatto unico da preparare con la friggitrice ad aria, oppure in forno.

Ingredienti:

4 peperoni rossi e gialli

50 gr di formaggio caciotta

1 cucchiaio olio

sale pepe

capperi 

un po’ di pangrattato

Preriscaldare la friggitrice ad aria a 180°.

Tagliare la parte superiore del peperone e togliere i semi e la parte centrale, lavare ed asciugare.

Inserire dei pezzetti di formaggio nei peperoni, dei capperi, del pangrattato sale pepe ed irrorare con olio.

Disporre i peperoni nella friggitrice ad aria e cuocere per 10 minuti a 170 °.

Sono molto gustosi e facili da preparare.

 

Caponata catanese

Caponata catanese per distinguerla da tutti gli altri tipi di caponata presenti in Sicilia.

La caponata  è un prodotto tipico della cucina siciliana. Si tratta di un insieme di ortaggi fritti (per lo più melanzane), conditi con sugo di pomodoro, sedano, cipolla, olive e capperi, in salsa agrodolce.

La Caponata da piatto conosciuto e consumato solo localmente nel territorio siciliano è diventata conosciuta nel mondo grazie all’attività industriale iniziata nel 1869 dalla famiglia Pensabene ed a seguire dalla Fratelli Contorno, un’antica famiglia di conservieri di Palermo. Veniva prodotta industrialmente nell’antico opificio in Corso Tukory a Palermo (ancora oggi visibile ma in disuso), inscatolata in lattine realizzate e saldate a mano, e da lì diffusa, commercializzata e apprezzata dai consumatori di varie parti del mondo, in particolare negli USA dove gli emigrati siciliani ritrovavano il sapore della loro cucina.

Il nome sembra derivi dal pesce Capone (Lampuga) servito in salsa agrodolce nelle tavole dei signori, il popolo, non potendo permetterselo, lo sostituivano con le melanzane ed ecco, grazie alla loro inventiva è nata la Caponata.

Troviamo quasi 30 ricette della caponata, ogni città, ogni provincia, quasi ogni famiglia  ha la propria ricetta, che varia solamente per l’aggiunta di altri ingredienti.

E questa ricetta mi è stata gentilmente data da una mia amica catanese che l’ha avuta da sua mamma e prima da sua nonna. Quindi  con un certo timore mi sono messa a prepararla.

INGREDIENTI:

  • melanzane
  • peperoni
  • patata
  • cipolla
  • sedano (omesso perchè allergica)
  • carota
  • polpa di pomodoro un barattolo
  • uva passa, mandorle, capperi
  • olive bianche denocciolate, (non quelle da aperitivo, ma olive schiacciate e tolto il nocciolo)
  • mezzo bicchiere di aceto
  • mezzo bicchiere di zucchero
  • sale pepe
  • due foglie di alloro

Tagliare a cubetti le melanzane, i peperoni, la patata e friggerli separatamente. Mettere da parte le verdure fritte in una ciotola.

Nel frattempo soffriggere in una padella capiente cipolla, carote, olive, uva passa (precedentemente ammollata) i capperi e le mandorle.

Far rosolare bene e poi aggiungere la polpa di pomodoro, sale e pepe. Aggiungere le verdure fritte e far insaporire. Preparare mezzo bicchiere di aceto e mezzo di zucchero, mescolare bene e versare il liquido nella padella con le verdure, aggiungere due foglie di alloro e far cuocere altri 10 minuti.

 

E’ ottima calda, fredda o tiepida.

Carpaccio di barbabietola rossa

La barbabietola ( o rapa rossa) è la  radice della pianta di barbabietola,(oh, si chiama così)….

Barbabietola rossa, come cucinarla - Cure-Naturali.it

Oltre ad essere usate come cibo, le barbabietole rosse sono usate come  colorante alimentare rosso , per migliorare il colore e il sapore di concentrato di pomodoro , salse, dessert, marmellate e gelatine, gelati , caramelle e cereali per la colazione ( !!!!! ) e come  pianta medicinale

Di solito le radici viola scuro delle barbabietole vengono consumate bollite, arrostite o crude  da sole o combinate con qualsiasi insalata di verdure. Inoltre consumarne il succo aiuta a ridurre la pressione sanguigna nelle persone ipertensive. Una grande parte della produzione commerciale viene trasformata in barbabietole bollite e sterilizzate e vendute sottovuoto nei supermercati, oppure  in sottaceti . Nell’Europa orientale  è molto usata e la zuppa di barbabietola, come il borscht , è un piatto popolare. Nella cucina indiana , la barbabietola tritata, cotta e speziata è un contorno comune. Anche la parte verde  della barbabietola è commestibile. Le foglie giovani possono essere aggiunte crude alle insalate, mentre le foglie mature sono più comunemente  bollite o al vapore, nel qual caso hanno un gusto e una consistenza simili agli spinaci. Io le uso cotte al vapore e tritate anche per le frittate.

Un tradizionale piatto olandese della Pennsylvania è l’ uovo di barbabietola sott’aceto . Le uova sode vengono lasciate marinare nel liquido lasciato dalle barbabietole sottaceto  fino a quando le uova diventano di un colore rosso-rosa intenso.

Io acquisto le barbabietole rosse dal contadino e quindi le trovo freschissime e con tutte le foglie verdi, vi assicuro che il sapore è totalmente diverso da quelle del supermercato. Cercatele quindi anche nei negozi di frutta e verdura, così anche da riscoprire le “botteghe”.

Normalmente le cuocio o a vapore o nella pentola a pressione, ma questa volte ho preparato un carpaccio, tagliandole crude a fette sottili.

INGREDIENTI:

  • 2 barbabietole rosse crude
  • scaglie di parmigiano reggiano
  • rucola
  • noci
  • olio di oliva
  • sale
  • aceto balsamico

 

Tagliare a fette sottili le barbabietole, metterle su un piatto da portata, spargere della rucola spezzettata e dei gherigli di noci.

Sopra mettere delle scaglie di parmigiano reggiano, preparare una vinaigrette con olio, aceto balsamico e sale, quindi condire bene il tutto.

Ma non sembra un carpaccio di bresaola?

E’ una ricetta semplice, facile e, se presentata ad un pranzo come antipasto, stupirà i vostri ospiti.

 

 

Asparagi nel sacchetto

 

Un po’ di storia sull’asparago

Asparago italiano sempre più al top - AgroNotizie - Vivaismo e sementi

Il termine asparago o asparagio (dal greco aspharagos, che è dal persiano asparag, ossia germoglio) può designare sia l’intera pianta che i germogli della specie Asparagus officinalis L.

Fu coltivato e utilizzato nel Mediterraneo dagli Egizi e in Asia Minore 2000 anni fa. Mentre non sembra che gli antichi Greci coltivassero gli asparagi, i Romani invece già dal 200 a.C. avevano dei manuali in cui minuziosamente se ne espone la coltivazione. Agli imperatori romani gli asparagi piacevano così tanto, che, ad esempio, sembra che abbiano fatto costruire delle navi apposite per andarli a raccogliere, navi che avevano come denominazione proprio quella dell’asparago (“asparagus”).

Dal XV secolo è iniziata la coltivazione in Francia, per poi, nel XVI secolo, giunge all’apice della popolarità anche in Inghilterra; solo successivamente fu introdotto in Nord America. I nativi americani essiccavano gli asparagi per successivi usi officinali.

Della stessa famiglia dell’aglio e della cipolla, l’asparago condivide con essi anche alcune proprietà positive (grazie all’effetto diuretico è un coadiuvante contro gottacalcoli renalireumatismi e idropisia). In particolare esso ha un ruolo attivo nella diminuzione di casi di eczema

l gusto dell’asparago evoca il sapore del carciofo; quando è fresco ha un sentore di spiga di grano matura, in particolare si distinguono:

  • L’asparago bianco, che germogliando interamente sotto terra (e quindi in assenza di luce) ha un sapore delicato.
  • Asparago Bianco di Bassano DOP Dimensione Suono Soft - %
  • L’asparago violetto, dal sapore molto fruttato, è in realtà un asparago bianco che riesce a fuoriuscire dal suo sito e, vedendo la luce, quindi a sua volta attuando la fotosintesi, acquista un colore lilla abbastanza uniforme. Ha un leggero gusto amaro.
  • Asparago Viola - Giardinetto
  • L’asparago verde che germoglia alla luce del sole come quello violetto, ha però un sapore marcato e il suo germoglio possiede un gusto dolciastro. È il solo asparago che non ha bisogno di essere pelato.
  • Asparago comune - SCHEDA - Italia a Tavola

In cucina si utilizzano germogli verdi o bianchi: gli steli dovrebbero essere duri, flessibili, resistenti alla rottura, dello stesso spessore e con le punte ancora chiuse, la base deve essere mantenuta umida, per mantenere il prodotto fresco.

Per la preparazione, occorre tagliare le estremità legnose dell’asparago e, a seconda della tipologia, togliere eventualmente la pelle bianca fino a 4 cm sotto il germoglio od oltre nel caso di asparagi vecchi o particolarmente grandi.

L’asparago per essere consumato viene prima lessato con acqua salata per breve tempo oppure cotto a vapore; il tempo di cottura tipico per gli asparagi è di circa 5 minuti, nonostante possa variare a seconda dello spessore. Dato che il germoglio è più delicato della base dello stelo, i risultati migliori si ottengono legando insieme non troppo stretti gli steli in modo che solo la parte inferiore sia cotta in acqua bollente, mentre i germogli, fuoriuscendo dall’acqua, subiranno uncottura a vapore.

Eono Essentials Set da 3 pezzi con Pentola per cuocere Asparagi e ...

(pentola Eono Essentials Set da 3 pezzi  per cuocere Asparagi e Verdure al vapore)

Per preservarne il colore vivo gli asparagi verdi (così come per quasi tutte le verdure verdi) si possono raffreddare in acqua molto fredda immediatamente dopo la cottura.

L’asparago può essere servito in varie maniere e, a seconda delle tradizioni locali, esistono diverse preparazioni tipiche. Gli asparagi verdi in Italia sono spesso serviti facendoli saltare in padella previa lessatura, semplicemente con burro o burro e parmigiano (“asparagi alla parmigiana”). Inoltre possono venire accompagnati duova al burro e formaggio grattugiato o sode. 

Invece io li ho preparati nel sacchetto di pasta sfoglia. Da antipasto, da contorno, caldi o freddi.

INGREDIENTI:

  • un rotolo di pasta sfoglia
  • asparagi verdi
  • buccia di limone
  • burro
  • semi di sesamo

Far bollire gli asparagi a vapore, a mezza cottura, preparare dei triangoli di pasta sfoglia e mettere gli asparagi nel mezzo, sciogliere  del burro e pennellare gli asparagi.

Salarli leggermente e grattugiare della buccia di limone sopra. Richiudere la pasta a sacchetto, mettere sopra dei semi di sesamo ed ancora un po’ di burro fuso. Mettere in forno per 15 minuti circa a 180°.

 

Nei sacchetti si possono mettere tre, quattro asparagi, quanti ne vogliamo. Volendo, per dare più colore, si possono pennellare con tuorlo sbattuto con un po’ di acqua o del latte.

 

Sono riusciti molto bene, deliziosamente profumati al limone, croccanti al punto giusto.

 

Che si fa?

Già, che si fa ora che siamo tutti a casa?

Ho provato a stilare un decalogo per tenerci più o meno occupati in questo periodo e, anch’io, per dilatare il tempo, darò un “consiglio” alla volta.

Il primo è – RIPOSARE –

Prima di tutto spegniamo le sveglie che tutte le mattine suonavano per riportarci alla realtà del lavoro. Giriamoci dall’altra parte e concediamoci quei momenti di riposo in più.

Una curiosità: ” Il 17 marzo, è stato il World Sleep Day, la Giornata mondiale del sonno. Istituita nel 2008 con lo slogan Dormi bene, vivi meglio, viene celebrata in più di 70 Paesi dei 5 continenti per diffondere la conoscenza di questa parte importantissima della nostra vita alla quale sono legati salute e benessere.

 Ecco  una bella notizia che riguarda il rapporto tra sonno e cibo, in cui per una volta la scienza è in accordo con il gusto: il cioccolato (cacao e cioccolato fondente) aiuta a riposare meglio. 50 grammi di cioccolato contengono 25-30 mg di flavonoidi, ferro, rame e manganese, 6 gr di fibre in particolare la teobromina, che ha un effetto 10 volte inferiore a quello della caffeina e quindi mangiandone nella giusta quantità, non c’è alcun rischio di soffrire da insonnia da cacao.

In particolare il magnesio in essi contenuto è un ottimo rilassante nervoso e muscolare, capace di facilitare il relax e quindi l’arrivo del sonno ed è in grado di mantenere l’orologio biologico delle nostre cellule al passo con i cicli naturali ed ambientali giorno-notte e veglia-sonno.

Sfatato anche questo mito, bando alle pasticche e largo a un bel cioccolatino per una sana dormita!  ( da Reportage on line)”

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Ma riposo non vuol dire necessariamente dormire, ci si può riposare anche leggendo un bel libro, guardare un film o documentario. Consiglio di evitare tutti quei programmi che trattano sempre e solo un argomento, in particolare quello che oggi riguarda la nostra emergenza. Dicono tutto e il contrario di tutto, non trovi due “esperti” (ma in che cosa?) che siano d’accordo. Quindi informarsi sì, ma saltare tutti i programmi di cui non abbiamo bisogno, abbiamo già la testa piena anche di paure, quindi cerchiamo di distrarci e di riposare la mente soprattutto.

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Brassica oleracea gemmifera

Mi piacciono tanto i nomi latini dei vegetali, rendono importante anche un semplice cavoletto di Bruxelles, perchè la Brassica oleracea gemmifera è propriamente detto Cavoletto di Bruxelles. Che  sono in realtà i germogli ascellari di una varietà di Brassica oleracea (della famiglia dei cavoli). Di forma globulare, crescono alla base delle foglie principali e sono costituiti da foglioline embricate (l’una che copre una o due sottostanti, come i carciofi). Il portamento di questa pianta ricorda il cavolo nero toscano e la coltura è molto simile. Per crescere necessita di un clima freddo, tipico del nord Europa. Forse una delle maggiori coltivazioni si trova proprio in Belgio.

Brussels sprout closeup.jpg

Ne avevo ancora due confezioni da questa estate, congelate da me e stasera ne ho preparata una, arricchendola con acciughe.

Ingredienti:

  • cavoletti di Bruxelles
  • pangrattato
  • alici sott’olio
  • aglio
  • la mia salamoia, in alternativa del timo fresco
  • olio

Ho fatto bollire al vapore i cavoletti. Poi ho messo in una padella l’olio, due spicchi di aglio e quando si sono dorati ho aggiunto delle acciughe sott’olio, le ho fatte sciogliere e poi ho messo del pangrattato. Dorato anche lui e quindi dentro i cavoletti.

Padella con coperchio e cottura per una decina di minuti. La foto non rende molto, ma veramente sono gustosi.

e poi come tutti i cavoli fanno molto bene, per i composti minerali, e microelementi presenti in ampia varietà, sono molto utili per ricostituire le riserve minerali dell’organismo. Per l’elevato contenuto in fibre ha elevato potere saziante se unito, come è tradizione, con legumi, o carboidrati (pane o pasta). I più importanti composti minerali contenuti sono zolfocalciofosfororameiodioseleniomagnesio. Tutti i cavoli (soprattutto se freschi) sono ricchi di vitamine, soprattutto vitamina B1, e vitamina C.

Quando vengono cotti, tutti i cavoli emanano un cattivo odore perché sono ricchi di composti di zolfo, che vengono liberati dalla cottura, ma svaniscono al 90% dopo 8 minuti di cottura.Tuttavia, tutti i cavoli contengono anche sostanze nutrizionali molto utili, per le quali è stato ipotizzato anche una funzione di prevenzione del cancro. Poiché tali sostanze si disperdono con la cottura, si  suggerisce di cuocerli nella pentola a pressione, in modo da ridurre sia il tempo di cottura sia la perdita di tali sostanze, ottenendo anche una minor diffusione di cattivi odori.

È molto utile, nei casi in cui è possibile (ad esempio in insalata e nei crauti) usare anche i cavoli non cotti, dato che essi contengono in condizione non modificata sostanze utili (anche composti dello zolfo), e vitamine (infatti alcune vitamine, come la vitamina C, si degradano con la cottura). (Wikipedia)

                             

Peperonata per l’inverno

L’estate  è un’esplosione di colori, che vorremmo catturare per il grigio inverno.

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Uno dei modi per farlo e conservare le verdure.

 

Per esempio io ho preparato la peperonata, con i suoi peperoni rossi verdi e gialli, belli carnosi e poi l’ho messa nei vasetti. Così quest’inverno quando l’aprirò so già che ricorderò l’estate.

Risultati immagini per peperoni

Il PEPERONE o CAPSICUM.  Il nome latinoCapsicum” deriva da “capsa“, che significa scatola, e deve il nome alla particolare forma del frutto, una bacca, che ricorda proprio una scatola con dentro i semiAltri invece lo fanno derivare dal greco kapto che significa mordere, con evidente riferimento al piccante che “morde” la lingua quando si mangia, questo riguarda i peperoncini.

I miei sono peperoni non sono piccanti, anche perchè per evitare la piccantezza basta togliere la parte bianca all’interno del peperone stesso.

ingredienti :

  • peperoni rossi gialli verdi
  • cipolla
  • sale pepe
  • salsa di pomodoro
  • aglio
  • olio
  • un pizzico di zucchero
  • basilico

Far soffriggere la cipolla tritata fine e l’aglio in poco olio e un goccio di acqua, poi aggiungere le falde di peperone, lasciar soffriggere un po’ e poi aggiungere la salsa di pomodoro, il sale il pepe e lo zucchero.

Lasciar cuocere cinque minuti a fuoco basso e far poi far raffreddare. Inserire nei vasetti e sterilizzare per circa mezz’ora ed ecco pronta la mia peperonata .