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Succo di pomodoro da scarti

Si sa che il pomodoro fa bene, il frutto maturo è ricco di principi nutritivi seppure a basso contenuto calorico. Il succo o il centrifugato di pomodoro, assunti come bevanda rendono disponibile all’organismo una quantità significativa di licopene, un antiossidante che ha attività di prevenzione dei tumori e  nel combattere l’invecchiamento e  le malattie cardiovascolari.

Mentre i semi aiutano la motilità intestinale e fluidificano il sangue. Quindi usiamo tutto del pomodoro, polpa, bucce e semi per approfittare al massimo delle sue proprietà e così ho fatto. Ho messo ad essiccare nel mio essiccatore i pomodori, tagliati a metà e privati dei semi e del liquido. Per finire l’essiccazione li ho messi al sole, da brava siciliana ad honorem, ma ho conservato il resto.

INGREDIENTI:

  • semi di pomodoro,
  • acqua del pomodoro
  • qualche buccia
  • parte di qualche pomodoro ammaccato

Ho frullato il tutto, omogeneizzandolo e poi ho inserito il succo nelle bottigliette, che ho sterilizzato per circa 20 min. Naturalmente non può essere limpido, ma basterà filtrarlo ed ecco pronto un succo di pomodoro, da recupero, pronto per essere aperto, magari a Natale per preparare un aperitivo, tipo Bloody Mary (con l’aggiunta di vodka, tabasco, limone, sale e pepe) oppure il Virgin Mary la versione analcolica dello stesso cocktail, che si riduce a succo di pomodoro condito come sopra, ma senza vodka.

O ancora per essere bevuto tale e quale o da aggiungere a qualche salsa, in modo da riscoprire l’effetto estate.

succo recupero

 

 

 

 

 

“Quanti modi di fare e rifare”..tucèn ad fa’sol e ov –

Questo mese tocca a me aprire la mia cucina per voi, cuochine/i dei “quanti”, lo faccio molto volentieri ed anche se è piccola, ci stiamo tutti ed anche se sulla porta della mia cucina c’è un cartello minaccioso per tenere lontani gli estranei….

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per voi non vale, la porta è aperta e mettiamoci a fare e rifare i “Tucèn ed fa’sol e ov” del mitico Fiorino.

Fiorino è un mio vicino di casa che ha appena compiuto 80 anni, ed un bravissimo cuoco, si diverte tutti i giorni a preparare la pasta sfoglia, i minestroni ecc. ed è la mia fonte per tutte le vecchie ricette di una volta. Ecco questa è proprio una di quelle, io questa volta l’ho rifatta, ma quella originale è qui.

INGREDIENTI:

  • passata di pomodoro,
  • prezzemolo tritato, una manciatina
  • aglio due spicchi
  • fagioli borlotti
  •  due uova
  • sale e un goccio di olio alla fine

Ho messo in una padella il pomodoro, un po’ d’acqua, l’aglio e il prezzemolo e l’ho fatto cuocere per circa 20 min. Poi ho aggiunto i fagioli scolati, dopo che li avevo lasciati a bagno tutta notte, dopo la cottura dei fagioli alla fine ho aggiunto le uova, le ho strapazzate, aggiunto sale ed è tutto pronto. Con un buon pane casalingo è una cena completa.

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Se pensiamo che una volta questi cibi venivano preparati sulla “stufa economica”, anche se ci voleva molto tempo, all’ora di pranzo erano pronti. E’ un piatto ricco, gustoso anche se fa parte della cucina povera.

Grazie per essere stati con me e grazie a Cuochina per avermi invitato a partecipare. Il mese prossimo troviamoci tutti da Silvia, blog “una stella tra i fornelli” per preparare i “PICI ALL’AGLIONE”, ciao.

Con questa ricetta partecipo all’iniziativa di ” Quanti modi di fare e rifare” per il mese di febbraio 2014.

Stufato di verza che non stufa…

…perchè lo si può mangiare come contorno, o con la salsiccia, o con le costine o con il fegato (cotto a parte), o con la polenta, insomma è molto versatile.

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Due notizie sulla verza. ( da santa Wikipedia)

La verza o cavolo verza (Brassica oleracea var. sabauda L.), detta anche cavolo di Milano è  simile al cavolo cappuccio, ma a differenza di questo presenta foglie grinzose, increspate e con nervature prominenti. Di origine antichissima, il cavolo verza è coltivato soprattutto nelle regioni centro-settentrionali d’Italia. Il suo utilizzo in cucina è diffuso in gran parte d’Europa e in molte regioni italiane.

Alcune preparazioni sono: il ris e verza cun custëini (risotto alla verza e costine di maiale, del Piacentino) e la zuppa ‘d pan e còj (zuppa di pane e cavoli verza) del Canavese. Le verze sofegae venete e la nota cassoeula lombarda. Nella cucina valtellinese è utilizzata per la preparazione dei famosi pizzoccheri. All’estero troviamo  i dolmades greci, il sarma della Romania, i Kohlrouladen dell’area germanica, e dall’Olanda la Boerenkool met worst.

Ingredienti:

  • 500 gr di verza
  • 250 gr di pezzetti di pomodoro
  • 1 cipolla – 2 spicchi di aglio
  • salamoia bolognese (la mia)
  • mix di timo, alloro, peperoncino rosso (poco)
  • olio e burro

Pulire bene la verza e tagliarla a filetti.

Far rosolare la cipolla tagliata grossolanamente insieme ai pezzetti di aglio in una casseruola un po’ alta con burro e olio.  Aggiungere i filetti di verza, coprire e mescolare ogni tanto, fino a che la verza sia calata, quindi aggiungere il pomodoro, la salamoia e il mix.

Lasciar cuocere ancora per circa 15 min, scoperto, mescolando.

Servire caldo.

CANOCCHIE NEL RISO

Avevo delle canocchie freschissime e non volevo mescolarle ad altri pesci o molluschi per una zuppa di pesce ed allora mi sono detta: aspetta che ne facciamo un primo piatto.

INGREDIENTI:

  • 6 etti di canocchie
  • spezie CURRY GOIA, spezie intere India di Orodorienthe
  • riso
  • prezzemolo, aglio, sale, sugo di pomodoro.

Ho lavato molte volte le canocchie, anzi le ho lasciate a bagno per un po’, senza poi colarle con il colino, altrimenti tutta la sabbia sarebbe rimasta attaccata a loro. Poi le ho pulite della testa, zampe e guscio e le ho fatte bollire con le spezie, veramente questo mix di curcuma, kummel, fieno greco,galgant, pepe della Jamaica ecc, è più adatto per la marinatura del pesce. Infatti l’ho sempre adoperato così, però ho detto che lo volevo provare anche facendo cuocere delle canocchie.

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Il profumo che ne è scaturito, bollendo, era veramente delizioso, per nulla forte.

Poi ho fatto cuocere il riso e dopo averlo scolato l’ho fatto saltare in padella con aglio e prezzemolo, fino a che è diventato croccantino. Ho unito le canocchie scolate, non molto, per lasciare un poco della loro acqua e ho unito pochissimo sugo di pomodoro.

Ho lasciato insaporire e questo è il risultato (spazzolato tutto…..)

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Poi ho preparato

” Tucèn ed fa’sol e ov” (sughetto di fagioli e uova)

Ecco un’altra vecchia preparazione di Fiorino, che facevano quando lui era piccolo.

Questo è un “tucèn ed fa’sol e ov”, cioè sughetto di fagioli e uova.

toucin con uova

Ingredienti: (le dosi sono a piacere a seconda delle persone, mi ha detto Fiorino)

  • Salsa di pomodoro
  • Prezzemolo, aglio, sale
  • Fagioli cannellini (più teneri) o borlotti, si possono usare quelli in scatola anche se una volta usavano quelli freschi, che, secondo me, hanno un sapore migliore.
  • Uova
  • salamoia bolognese

Mettere in una padella la salsa di pomodoro e pari quantità di acqua, (notare la parsimonia di una volta) dell’aglio e del prezzemolo tritato.

Lasciare cuocere per circa un’ora e poi aggiungere i fagioli.

Se freschi, sbollentati, se in scatola, metterli e basta. Quando anche i fagioli saranno teneri mettervi le uova, aggiungere la salamoia e lasciar insaporire.

Ci sono due modi, o prima far rassodare le uova, poi tagliarle a metà, metterle nella padella e lasciare che si insaporiscano,  (quello della ricetta) oppure romperle direttamente nel sugo e farle cuocere.

Vi assicuro che è un piatto buono, ricco di proteine e loro ne avevano bisogno, anche perché la carne era piuttosto rara sulle loro tavole.

In questo stesso sughetto, ma senza i fagioli, facevano cuocere in umido anche i pesci gatto, che pescavano nei “maceri” e lo chiamavano “tucèn par el pass” (sughetto per il pesce).

Ma questo lo spiego la prossima volta non appena Fiorino li pescherà.