Archivi tag: farina Tumminia

Tutto…Tumminia

Stasera avevo amici a cena e ho voluto far assaggiare loro la farina dei Molini Del Ponte Drago.

Ho preparato del pane e delle tagliatelle con gli asparagi. con la farina tipo Tumminia dal sapore leggermente dolce se la si usa da sola. Inutile dire che sono rimasti entusiasti del sapore diverso che queste farine producono, essendo farine molite a pietra naturale e integre, cioè mantengono il germe di grano ed un poco di crusca.

Filippo mi perdoni se ho preparato il pane con la ricetta del “pane della mezz’ora” (ricetta qui)……ma ho voluto provare e non è venuto  liscio perchè l’ho voluto io così, mi piace il pane un po’ lavorato (!).

Era buonissimo, morbido ed è sparito tutto, l’hanno mangiato anche con l’olio (siciliano) tipo bruschetta.

??????????

Poi ho preparato le tagliatelle, sempre con la farina Tumminia e fatte essicare nel mio essicatore prima di Pasqua, si sono mantenute benissimo, guarda un po’

??????????

Ricetta delle tagliatelle con asparagi, ingredienti:

  • tagliatelle
  •  soffritto di carote e cipolla
  • asparagina (cioè gli asparagi piccoli più saporiti e morbidi)
  • olio, sale, acqua

E qui entra in scena sempre il mio coperchio Wonder. Ho fatto soffriggere carote e cipolla con un po’ d’olio, poi ho aggiunto gli asparagi tagliati a pezzettini, aggiunto un goccio di acqua e chiuso con il coperchio, gas alto e all’uscita del vapore fuoco basso.

Dopo circa 5 minuti ho messo nella stessa pentola le tagliatelle, sale e coperto a filo con acqua. Gas alto, al vapore gas basso, dopo 10 minuti erano pronte.

??????????

Il piatto è un po’ scarso perchè, per fotografarlo, ho dovuto toglierlo di mano all’ospite che se lo stava mangiando di gusto.

Prove da ripetere con gli altri tipi di farina. Ospiti contenti, io di più.

 

 

 

Pane “Tumminia”

??????????

Ecco, questo è il mio primo esperimento con un’altra farina dei Molini del Ponte Drago di Castelvetrano

La farina Tumminia, un po’ di storia:

La Timilia (detta anche nelle forme dialettali tumminia, timminia, trimminia) è una farina che era coltivata già nel periodo greco ed è una varietà antica di grano duro a ciclo breve che veniva seminata a marzo, come ringrano o quando le annate piovose non consentivano la semina nel periodo autunnale. Il pane di Tumminia che ne deriva è scuro e particolarmente profumato, con un buon apporto nutrizionale.  La Farina di Timilia è ottenuta dal lento sfregamento delle macine a pietra, è una farina integrale leggermente burattata. Essa contiene quindi gli oligoelementi del germe di grano e un po’ di crusca. Questa farina è indicata per la panificazione, infatti è ingrediente principale del prodotto tipico “pane nero di Castelvetrano”, ha una colorazione grigiastra e il pane che ne deriva ha colore scuro ed un gusto dolce. Non subisce trattamenti chimici.

Avevo assaggiato questo pane a Castelvetrano e, avendo acquistato la farina, dovevo provare a prepararlo.

Certo per il vero pane di Castelvetrano va preparato con due tipi di farina, va cotto nel forno a legna scaldato con rami di ulivo, va preparato con il lievito madre, ma era tanta la voglia di provare che…mi sono buttata. Poi non ho fatto la forma “a vastedda”, cioè quella tipica della pagnotta siciliana, ma ne ho fatto tre pezzi con semi vari (papavero, lino e aneto…lo so..lo so che ci vorrebbe il sesamo..).

Insomma come primo esperimento sono abbastanza soddisfatta, anche se dovrebbe venire più alveolato, riproverò seguendo pari pari la ricetta e anche se non ho il forno con l’ulivo, pazienza, vorrà dire che tornerò a Castelvetrano per mangiare quello vero.

??????????

Questa è la mia ricetta:

INGREDIENTI

  • 15 gr di lievito fresco
  • 300 ml di acqua tiepida
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 450 gr farina Tumminia
  • 1 cucchiaino di sale
  • semi di lino, papavero, aneto

Ho sciolto il lievito con lo zucchero e metà acqua, poi ho impastato con l’impastatrice, versando la farina e il sale nel recipiente. Ho incorporato poi il lievito sciolto e l’acqua rimanente fino ad ottenere un impasto morbido ed omogeneo. Ho lasciato lievitare l’impasto fino al raddoppio, poi l’ho rilavorato e ho fatto una seconda lievitazione.

Ho messo le pagnotte in forno caldo a 200 ° per circa 30 minuti, l’ho tolto quando ha assunto un bel colore dorato, non ho voluto aspettare e l’ho assaggiato caldo. Certo non ha tutto il sapore di quello vero, ma è molto buono (da migliorare, sicuro).